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Le decisioni del Comitatone
CONSORZIO VENEZIA NUOVA: le mani sulla città e sulla Laguna
L’ASSEMBLEA PERMANENTE NOMOSE, riunita il 29 settembre, all’indomani delle scontate decisioni prese a Roma dal Comitatone, segnala l’arroganza del Governo nel voler, a tutti i costi, proseguire nella realizzazione del progetto Mose, anche contro i pareri della città e le richieste del Sindaco di valutare i progetti alternativi.
L’Assemblea ribadisce la volontà di proseguire nel contrastare, in tutti i modi, chiamando la cittadinanza alla mobilitazione, un progetto ormai obsoleto, devastante dal punto di vista ambientale, inutile, costoso e che porterà alla crisi delle attività portuali, una delle maggiori attività economiche della città.
Progetto che si qualifica solo come un grande affare per il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico delle opere. Il Comitatone ha stanziato altri 700 milioni di euro con la Legge Obiettivo per proseguire con il sistema delle paratoie. L’ opera alla fine costerà 4,3 miliardi di euro. E questo nonostante i cantieri alle bocche di porto stiano realizzando opere preliminari al Mose illegittime, non conformi ai piani urbanistici comunali e regionali e alle norme ambientali europee: illegittimità segnalate sia dal Comune di Venezia che dalle Associazioni ambientaliste con esposti alle autorità competenti, nazionali ed europee.
Il tutto con la promessa di Berlusconi, che ha presieduto il Comitatone all’insegna della propaganda sulle cosiddette Grandi Opere in via di realizzazione, di chiedere al Ministro dell’Economia il rifinanziamento della Legge Speciale per Venezia, attraverso uno stanziamento nella Finanziaria di 38 milioni di euro per anno a favore di Regione, comuni e Magistrato alle Acque, per le altre opere di salvaguardia di loro competenza.
Promessa del tutto aleatoria e che, se comunque fosse onorata, farebbe il paio con gli eccezionali tagli che la Finanziaria 2006 prevede ai trasferimenti ordinari agli Enti locali. Questo significa che, se anche il Comune avesse a disposizione fondi per proseguire con la manutenzione ordinaria e straordinaria della Città Antica, sarebbe costretto a tagliare servizi essenziali per la città – dalle politiche sociali, alla cultura, alla scuola – o ad aumentare le imposte locali.
Parallelamente alle decisioni del Comitatone, il Demanio, con un blitz che ha scavalcato ancora una volta l’Amministrazione Comunale e la città, ha concesso per 19 anni, rinnovabili, ancora una volta al monopolista Consorzio Venezia Nuova, l’uso di ampie porzioni dell’Arsenale Nord. L’Arsenale, dove già operano imprese che con un sistema di scatole cinesi tra società, sono ancora riconducibili al Consorzio, verrebbe destinato a plancia di comando del sistema Mose e a luogo di produzione e manutenzione (stimata in 30 milioni di euro l’anno) delle paratoie in acciaio.
INSOMMA IL CONSORZIO VENEZIA NUOVA HA LE MANI SULLA CITTA’ E LA LAGUNA.
Alla faccia del liberismo e del primato del mercato,il governo Berlusconi, con l’entusiastico appoggio del governatore del Veneto Galan, continua ad assegnare al Consorzio e alla “Mantovani s.p.a.”, impresa che ha il 36% delle quote del pool di imprese concessionario unico, il monopolio di tutte le grandi opere del Veneto: dal Mose alla bonifica delle aree inquinate di Porto Marghera, dall’ospedale di Mestre alla Nuova Romea, al passante autostradale.
La città deve esprimersi, i cittadini devono prendere la parola e l’azione.
L’Assemblea Permanente NOMOSE, oltre a continuare nella raccolta di firme per la sospensione dei lavori (oltre 8.000 le firme raccolte in poche settimane) chiede che venga convocato un CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO, in una sala adeguata ed aperto a tutti, in cui vengano illustrati i progetti alternativi al Mose, e in cui vengano prese decisioni politiche contro l’intollerabile prevaricazione sulla città rappresentata dalle decisioni del Governo nel proseguire con un’ opera inutile e dannosa, un vero e proprio ecomostro, di cui i posteri, nel prossimo futuro, ci chiederanno conto.
Laguna di Venezia: la rottura degli equilibri ambientali (documento formato PDF, 646KB)
Il MOSE: un'opera inutile e dannosa (documento formato PDF, 761KB)
Il MOSE: un'opera inutile e dannosa parte 2 (documento formato PDF, 781KB)
Ancora sul MOSE: forse non tutti sanno che... (documento formato PDF, 762KB)
Da subito opere di riequilibrio e di risanamento ambientale, non il MOSE (documento formato PDF, 819KB)
La lettera che abbiamo portato oggi al Sindaco di Venezia
Egr. Sig. Massimo prof. Cacciari
Sindaco del Comune di Venezia
Egregio Signor Sindaco,
L'ASSEMBLEA PERMANENTE NOMOSE, costituita il 30 giugno 2005 con il contributo sostanziale delle Associazioni culturali, ambientali e sociali che in questi anni si sono battute per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, apprezza l'impostazione che l'Amministrazione da Lei presieduta sta dando ai problemi della salvaguardia.
Apprezziamo che i Suoi uffici abbiano trasmesso l'informativa alla Regione Veneto e al Ministero delle Infrastrutture sulla non conformità, ai piani urbanistici comunali, nonché a quelli regionali (Palav) e alle norme ambientali europee (aree Sic), delle opere preliminari al sistema Mose in via di esecuzione alle bocche di porto.
Apprezziamo l'insediamento di una commissione tecnica che sta valutando anche i progetti alternativi al Mose, nonché la Sua dichiarata volontà di coinvolgere la città nelle scelte per la salvaguardia dei centri abitati dal fenomeno delle "acque alte".
In attesa della valutazione dei progetti alternativi, i quali, a differenza del sistema Mose, prevedono opere sperimentali e reversibili, rispettando i dettami della Legge Speciale per Venezia,
La invitiamo a chiedere, nella prossima riunione del Comitato Interministeriale prevista a Roma per il prossimo 28 settembre, una moratoria sui lavori in corso. Questa richiesta è sostenuta, in questo momento, da più di 7.000 cittadini che hanno sottoscritto la Petizione Popolare (che alleghiamo) e che alla fine di ottobre abbiamo intenzione di presentare a tutti gli enti ed istituzioni che hanno qualche competenza in materia a partire dal Parlamento Europeo per arrivare alle Municipalità.
Chiediamo anche, allo scopo di coinvolgere la cittadinanza in queste scelte che interessano le future generazioni dei centri abitati lagunari, che le valutazioni sui progetti alternativi avvengano in un Consiglio Comunale straordinario, aperto e da tenersi in un teatro o in una sede accessibile ai cittadini che vorranno parteciparvi.
Riteniamo inoltre urgente la richiesta di rifinanziamento della Legge Speciale, perché possano continuare senza problemi tutti quegli interventi di risanamento, rivitalizzazione della città che sembrano essere messi in discussione dall’assorbimento di tutte le risorse economiche in favore del progetto MoSE.
Assemblea Permanente NOMOSE
Venezia, 26 settembre 2005
FERMIAMO IL MoSE
firma anche tu
la petizione dell'Assemblea Permanente NOMOSE per la sospensione dei lavori:
http://www.petitiononline.com/nomose/petition.html
perché il MoSE serve solo a chi lo fa!
IL MOSE e le BARRIERE FLESSIBILI
(Dalla rubrica lettere e opinioni a pag. XV del Gazzettino del 15 settembre 2005)
"In relazione all’intervista dell’11 settembre al progettista del Mose, ing. Alberto Scotti, e in particolare al suo giudizio che le dighe da noi realizzate a Rotterdam e sullo Scheda non sarebbero cedevoli quando la pressione del mare supera i valori di progetto, confermo invece che anche le nostre barriere per Venezia sono flessibili.
Se le condizioni di carico si avvicinano al limite dei valori di progetto e di sicurezza, anche il nostro sistema oscilla, e fa passare acqua fino a quando non si ritorna sotto i limiti massimi consentiti.
Possiamo avere anche una regolazione in altezza. Con il Mose che ha le paratie bloccate sul fondo del mare, non è possibile.
Quando le nostre barriere non sono utilizzate, vengono collocate in due trincee all’asciutto, e meticolosamente controllate fino all’ultima vite, da un solo tecnico. Le barriere dell’ing. Scotti invece sono un prototipo, restano sempre sotto il mare, e richiedono una manutenzione notevolmente più costosa, che toglierà a Venezia, in eterno, risorse indispensabili per la sua vita.
La manutenzione sott’acqua però, non sarà sufficiente a garantire che le cerniere, a causa della corrosione interna e della sabbia che entra nelle intercapedini, non si rompano improvvisamente, causando un disastro.
Per questi motivi, a Rotterdam, la soluzione Mose è stata scartata oltre 30 anni fa."
Fernando De Simone
Eco Norconsult Tec
Presto sarà disponibile la lettura di altri articoli sul MoSE e dintorni apparsi sulla stampa.
Nel frattempo continuate ad aiutarci , firmate la petitione on line il cui indirizzo trovate qui sotto. grazie!
SOS VENEZIA: FERMIAMO IL MoSE!
Aiutateci a fermare questo ecomostro. Firmate la petizione dell'Assemblea Permanente NOMOSE qui:
http://www.petitiononline.com/nomose/petition.html
NO al MoSE perché non vogliamo le chiusure mobili alle tre bocche di porto della laguna (MoSE) Per le dimensioni dei cantieri e delle opere finite. Per la devastazione ambientale durante la loro costruzione che avrà una durata di almeno 10 anni. Per la modifica irreversibile del paesaggio lagunare. Per gli elevatissimi costi di realizzazione e di gestione. Per le ripercussioni sulle attività del Porto di Venezia. Per la modificazione dell'ecosistema della Laguna di Venezia. Per l'inutilità nel difendere Venezia dalle acque alte. Per l'esistenza di alternative molto meno costose, di immediata realizzazione, sperimentabili e reversibili che possono meglio difendere la città e le isole dalle acque alte. Quasi tutti i finanziamenti destinati al recupero e alla salvaguardia di Venezia e della sua Laguna sono destinati alla realizzazione del MoSE che manca anche della necessaria procedura di Valutazione di Impatto Ambientale prevista dalla normativa europea per la sua dimensione e perché insiste su territori fragilissimi ed ambientalmente protetti anche da normative europee. La devastazione del territorio è già visibile e siamo solo all'inizio dei lavori. Così non si salvano Venezia, la sua storia, la sua vita, il suo ambiente unico e le abitudini dei suoi abitanti che continuano ad abbandonare la città.Si dovranno continuare ad usare gli stivali per acque alte inferiori a 110 cm, le più frequenti,mentre la popolazione manifesta timori nel caso di eventi eccezionali come quello del 4 novembre 1966,a causa di imprevisti o rotture. Se,nei prossimi anni il livello medio dei mari crescerà per l'effetto serra –come previsto dagli scienziati- il costosissimo sistema di chiusure della bocche di porto non servirà assolutamente a nulla pur avendo devastato la laguna in maniera irrecuperabile. Ci possiamo liberare dalle acque alte, senza Mo.S.E., prima sperimentando e poi costruendo in tempi più brevi e con costi minori,le opere alternative già individuate che potranno comunque essere modificate qualora servisse renderle più adatte a condizioni future oggi non immaginabili. Associazioni locali: Associazione per la difesa dei murazzi,Associazione Gabriele Bortolozzo, Comitato Certosa e sant'Andrea,Medicina Democratica, Associazione Rocchetta e dintorni, Venezia Social Forum Associazioni nazionali::Italia Nostra, LIPU, VAS, WWF
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