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MONTEFIBRE DI PALLANZA: UNA NEFASTA SENTENZA CHE STRAVOLGE FATTI E DIRITTO
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La sentenza pronunciata il 1° giugno 2007 dal Giudice del Tribunale di Verbania aggiunge ingiustizia a ingiustizia. Le vittime, gli operai della Montefibre di Pallanza colpiti a morte dal mesotelioma della pleura perché esposti, loro malgrado, per decenni, alle fibre/polveri di amianto in assenza dei più elementari sistemi di prevenzione - (aspirazione e captazione delle polveri cancerogene) - e dei mezzi di protezione personale (maschera antipolvere o casco termoventilato), in palese violazione delle più elementari norme di buona tecnica e delle leggi, sono state letteralmente cancellate.

E’ con profonda amarezza che si deve constatare, ancora una volta, che un Tribunale della Repubblica sentenzia che la morte operaia non costituisce reato. Così il Giudice nella sentenza: <<... si deve pronunziare sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto in quanto per nessuno può dirsi certo che il comportamento addebitato sia stato la causa della morte o dell’accorciamento della vita degli operai.>>

I reati ampiamente provati nel processo e per i quali gli imputati erano stati rinviati a giudizio dal Giudice dell’Udienza Preliminare sono stati anch’essi cancellati con un tratto di penna.

Ogni dubbio residuo sul carattere devastante per il diritto (e per la Giustizia!) di questa sentenza - per non dire dello stravolgimento dei fatti - scompare dopo la lettura delle motivazioni. Infatti, il Giudice dopo aver affermato: "Per far capire la decisione di un processo del genere è necessario in primo luogo ricordare il principio fondamentale: fare giustizia penale significa applicare una sanzione prevista dalla legge in relazione ad un comportamento dopo aver celebrato un processo penale seguendo le regole previste sempre dalla legge."

Per affermare, poco dopo, <<...che la legge impedisce di applicare a pieno questo principio perché in questo processo non può esserci, perché la legge non lo prevede, il soggetto che doveva essere imputato per primo: la società Montefibre.>>

E’ appena il caso di ricordare quanto è ben noto all’estensore della sentenza, e cioè che la società Montefibre è una persona giuridica e dei reati commessi rispondono i suoi amministratori e dirigenti per le rispettive responsabilità personali.

Se così non fosse non si potrebbero mai processare i crimini industriali e/o societari.

Nel riprometterci di analizzare punto punto questa sentenza, al di là delle parole usate dal Giudicante nella sua Premessa, va detto a chiare lettere che il messaggio che da essa promana è irricevibile a livello umano, morale, etico, sociale, culturale e giuridico. Nei fatti, questa sentenza è devastante, in primis per le vittime e i Loro famigliari, perché sposa la tesi aberrante dei difensori degli imputati: questi processi penali non si possono fare, perché, aggiunge il Giudicante, “nel nostro ordinamento il sig. Montefibre non può essere imputato” (sic!).

E’ vero il contrario.

Queste brevi note si prefiggono anche di attirare l’attenzione su un nodo cruciale: il dissenso - (sempre legittimo in uno stato di diritto e in democrazia) - non verte sulla interpretazione della legge data dal Giudice, ma sul fatto che la legge e i fatti sono stati ignorati, quando non stravolti.

Che dire poi del fatto che questa sentenza è stata emessa mentre l’amianto nello stabilimento Montefibre di Pallanza continua ad essere installato, ancora nel maggio 2007, come ci ha ricordato il PM nelle Sue conclusioni, e mentre gli operai della stessa fabbrica continuano ad ammalarsi e a morire di mesotelioma e di altre patologie amianto correlate. Viceversa, in molte altre parti d’Italia, i dirigenti di altre società, responsabili degli stessi reati, sono stati condannati.

Nell’esprimere la nostra totale solidarietà ai Famigliari delle Vittime, ribadiamo il nostro impegno affinchè si affermi verità e giustizia nel successivo grado del giudizio.

Alle Lavoratrici ed ai Lavoratori e alla Cittadinanza di Verbania chiediamo un impegno e una partecipazione tangibili affinchè su queste morti operaie non cali un assordante silenzio.

Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute

Partito della Rifondazione Comunista - (P.R.C.)

Verbania, 04 Giugno 2007




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