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sabato 19 novembre 2005 - dalle ore 10 alle 16,30 - c/o spazio unione femminile - c.so di porta nuova 32 - Milano

Appello per un forum sul diritto al reddito
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Appello

La parola d’ordine del reddito, nelle declinazioni che vanno dalle rivendicazioni salariali alla richiesta di continuità di reddito per le lavoratrici ed i lavoratori precari, ha fatto da sfondo a molte delle mobilitazioni e dei movimenti di lotta degli ultimi anni. Questo dato ha contribuito a costruire un atteggiamento più fluido ed una messa in comune di linguaggi, tra soggetti di movimento differenti, rispetto al tema reddito/lavoro ed ai nessi che si stringono o si allentano intorno a questi due termini. Questa conquistata fluidità ha consentito l’elaborazione di leggi, proposte di legge regionali, o di semplici discussioni intorno al tema di un diritto al reddito su base regionale destinato non solo ai soggetti “svantaggiati” o agli “inabili al lavoro” (come è nell’orizzonte dell’assistenza sociale) ma a tutti coloro (dagli studenti universitari fino alle lavoratrici ed ai lavoratori precari) subiscano la precarizzazione delle proprie condizioni di lavoro e di vita. Un esempio in questa direzione, pur nella sua parzialità, è stata l’esperienza della Rete contro la Precarietà e la Legge 30 della Lombardia, che è riuscita a costruire una proposta di legge d’iniziativa popolare sul diritto al reddito attraverso un percorso tra soggetti tra loro differenti (sinistra sindacale, sindacati di base, centri sociali, associazioni e partiti...) nell’ottica di farne uno strumento di conflitto e di mobilitazione all’interno di una complessiva battaglia contro la precarietà.

L’intermittenza dell’impiego è una delle ragioni per cui le lavoratrici ed i lavoratori atipici si collocano nelle fasce più basse di reddito. Inoltre l’intermittenza dei versamenti contributivi condanna i giovani precari di oggi a divenire “pensionati poveri” o “mai pensionati” domani. È nata così una proposta di legge regionale volta a garantire continuità di reddito e di versamenti contributivi ai lavoratori ed alle lavoratrici precarie, come parte della battaglia contro la precarietà. Come in alcuni provvedimenti già esistenti lo stanziamento di un’erogazione monetaria è integrata da un pacchetto di servizi che comprende, a carico anche dei comuni, agevolazioni per i trasporti, per la fruizione di beni e servizi culturali e artistici, per la casa, facilitazioni per l’accesso al credito (attraverso una garanzia delle fondazioni bancarie). Questi elementi sono essenziali per restituire fruibilità del territorio e delle sue risorse ai soggetti cui viene sottratto. I soggetti beneficiari devono essere residenti nel territorio, mentre non costituisce requisito di accesso al beneficio la cittadinanza italiana. I beneficiari alludono alle mobilitazioni che in questi anni hanno messo al centro la questione della precarietà nelle sue diverse forme: giovani precari, disoccupati - scomparsi dall’agenda della grande politica -, migranti - figura paradigmatica della precarietà totale - studenti universitari - precari in formazione. La copertura finanziaria di provvedimenti di questo tipo è un terreno di ricerca che vale la pena mantenere aperto anche nell’ottica di una estensione nazionale. Nel caso della proposta lombarda il finanziamento non pesa interamente sulla fiscalità generale, ma allude ad una penalizzazione economica delle imprese che traggono profitto dallo “scambio” di lavoro precario, al fine di rappresentarne un disincentivo concreto.

Non crediamo che la nostra proposta possa rappresentare un “modello” da estendere in altre regioni, crediamo invece che intorno alla costruzione di leggi/proposte di legge sul diritto al reddito emergano degli elementi di avanzamento politico che varrebbe la pena mettere a tema in uno spazio comune, soprattutto alla luce di percorsi e processi che autonomamente già sono in atto altrove.

-  La costruzione di proposte/leggi sul diritto al reddito possono rappresentare momenti di “legislazione dal basso” grazie all’individuazione di uno spazio di azione comune tra soggetti diversi (com’è stato nell’esperienza della Lombardia) ma anche momenti di legislazione partecipata e/o conflittuale (è il caso di quelle realtà in cui è l’istituzione a prendere l’iniziativa in una relazione di conflitto e/o di partecipazione con le istanze di movimento).
-  La messa in relazione di proposte ed esperienze di carattere locale sul diritto al reddito (anche nelle forme di vertenze per i servizi o l’abitare) può essere l’occasione per fluidificare l’estensione di proposte simili sul piano nazionale e per costruire un linguaggio vertenziale comune.
-  Un ragionamento complessivo su una nuova fiscalità redistributiva in grado di finanziare un nuovo Welfare (attraverso la tassazione delle rendite finanziarie e immobiliari e attraverso forme che penalizzino l’uso del lavoro precario), è un orizzonte imprescindibile, che può essere sollecitato anche sulla base di azioni locali sul diritto al reddito ed ai servizi, ma che necessiterebbe di una tematizzazione comune a livello nazionale.

Sulla base di queste considerazioni lanciamo la convocazione per un forum nazionale (da tenersi nel prossimo mese di novembre) tra soggetti e reti che si sono confrontate, a livello locale, con la questione del diritto al reddito ed ai servizi anche attraverso la costruzione di leggi o proposte di legge regionali. I punti sopra elencati rappresentano, dal nostro punto di vista, i nodi problematici da mettere a tema in uno spazio comune che, in base anche alle esperienze locali, possa assumere un respiro nazionale.


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.: Volantino iniziativa 19 novembre 2005 a Milano :.
(Volantino per l’iniziativa di costituzione del forum suldiritto al reddito)
Documento PDF
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> Appello per un forum sul diritto al reddito 15 luglio 2007, di:andrez
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