Medicina Democratica
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Un breve commento all’ articolo di Bianchi e Minichilli pubblicato su epidemiologia e prevenzione su inceneritori e mortalità per Linfoma non Hodgkin



Pubblicato il 31 agosto 2006
di: Redazione (Autore/i o Autrice/i in calce all’articolo)




Gli studi epidemiologici, ossia fare il confronto tra popolazioni esposte e popolazioni non esposte, rappresentano uno strumento assai grossolano ed impreciso per dimostrare l’ esistenza di rischi per la salute, specie quando questi sono assai diffusi , sono a "a piccole dosi", ed agiscono in maniera prolungata nel tempo.

Esistono strumenti logici, come ad esempio la tossicologia, più robusti e concreti, da preferire ai riscontri di danni sulle popolazioni, specie quando queste siano state esposte a sostanze sicuramente nocive: nella roulette russa, non sempre la pistola spara il proiettile, ma quando lo fa uccide !

Oltretutto l’ epidemiologia non ha gran fama di scienza neutra anche perchè troppo spesso è stata utilizzata da chi aveva l’ interesse a confondere le idee, ricordo solo I casi delle industrie del tabacco o quelle dell’ amianto che finanziavano studi semplicemente falsi.

Nonostante tutto però , come dimostrano gli ultimi due casi citati, prima o poi I dati vengono fuori, è il caso di quest’ articolo che dimostra l’ aumento del rischio di morire di Linfoma non Hodgkin per chi abita vicino agli inceneritori, anche se la dimostrazione è più evidente nei maschi.

Quello che sconcerta dell’articolo è che Bianchi, che nella Vis di Firenze si è ben guardato dal dire con chiarezza che gli inceneritori fanno male alla salute, è il riferimento alla "opportunità dell’ uso del principio di precauzione per proteggere la salute in aree circostanti gli impianti di incenerimento rifiuti".

Che cosa intenda Bianchi per principio di precauzione è tutt’ altro che chiaro, e si potrebbe addirittura pensare che lui auspichi "approfondimenti mediante studi epidemiologici analitici" da farsi dopo che sono stati costruiti i nuovi inceneritori.... In pratica si prepara il lavoro per il futuro, la conta dei morti.

Comunque a prescindere da cosa lui intenda, in ogni caso è tecnicamente sbagliato riferirsi al principio di precauzione nel caso degli inceneritori.

Il principio di precauzione si applica solo nei casi dove l’ esistenza di un rischio per la salute è per il momento solo ipotizzabile, (esempio per gli OGM), anche perchè è uno strumento assai debole infatti, secondo la Comunità Europea , il principio di precauzione deve tener conto del criterio del costo- beneficio, ossia si basa su valutazioni di tipo economico, e secondo la regola della non discriminazione, ossia senza intralci per la concorrenza.

Nel caso di rischi sanitari incerti, come nel caso dei campi elettromagnetici, si dovrebbe applicare la prevenzione precauzionale, che è uno strumento già più robusto.

Nel caso poi di rischi sanitari sicuramente presenti, come nel caso degli inceneritori, dove dal camino escono innumerevoli specie di sostanze sicuramente tossiche e/o cancerogene, ed altrettanto pericolose ceneri e polveri , si deve attuare la prevenzione, che impone di non esporre a rischi certi quando questi siano tecnicamente evitabili.

E’ appunto il caso degli inceneritori che, tra l’ altro, non sono indispensabili, in quanto ci sono alternative valide per la gestione dei rifiuti, come pure per la produzione di energia, e quindi, semplicemente, GLI INCENERITORI NON DEVONO ESSERE FATTI.

Dott. Michelangiolo Bolognini Medicina Democratica Pistoia




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