Report della Conferenza Nazionale Salute e Ambiente. Da Ilaria Alpi alla Terra dei Fuochi – Napoli 10/05/2014

Ascolta con webReader

MANIFESTO CON ORARIO CORRETTOLa Conferenza organizzata dal coordinamento USB,Medicina Democratica, Mamme Vulcaniche, attivisti campani per la Salute e l’Ambiente , AIEA , ha cercato di stabilire un momento di riflessione comune per far ripartire il movimento “Fiume in Piena” con obbiettivi chiari e con uno sguardo più ampio del perimetro della “Terra dei fuochi” .
L’evento,tenuto all’Hotel Ramada a Napoli ,il 10/5/14 , ha visto la partecipazione d rappresentanti di comitati locali e nazionali, tecnici ,ricercatori ed esponenti del sindacato di base USB .
La relazione introduttiva di Nazareno Festuccia -USB Nazionale – ha affermato l’importanza strategica di un impegno diretto dell’organizzazione dei lavoratori ,nella fattispecie il sindacato di base , sui temi dell’ambiente e della salute , non come elementi ancillari, di contorno delle battaglie del lavoro ma come asse di sostegno di qualunque progetto produttivo ed occupazionale .
Dopo una lunga stagione in cui l’aggressione contro la natura era stata tollerata se non incoraggiata dal movimento dei lavoratori in cambio di prospettive di occupazione , il caso Taranto ha posto il problema dell’impossibilità di scindere il lavoro dalla salute e dall’ambiente in maniera chiara ed indiscutibile.
In questo senso un movimento sindacale che guardi al futuro deve cercare di confrontarsi ed allearsi
con i movimenti ,gli intellettuali, i tecnici indipendenti che si schierano per garantire gli equilibri degli ecosistemi e preservare la salute delle popolazioni ed allo stesso tempo questi movimenti e queste figure di riferimento che esprimono una critica alla spregiudicatezza dei meccanismi produttivi devono capire come , senza il rapporto strategico con i soggetti sociali in campo ,in particolare i lavoratori, ogni battaglia divenga più difficile e rischi di morire nei localismi .
In questa visione l’USB ha dedicato un settore dell’organizzazione , denominato appunto USB Salute/Ambiente, a questo ambito specifico.
Quindi l’appello forte all’unità ed al confronto nella chiarezza viene rivolto proprio ai movimenti : in Campania ed in Italia si è assistito al proliferare di migliaia di siti di conflitto, a volte anche violento
spesso con caratteristiche di vera e propria rivolta sociale , che però si è spenta dopo qualche tempo spesso nella repressione e tante volte nella sconfitta sostanziale ed il motivo di questa inefficacia è da ricercarsi nei localismi ,nella incapacità a coniugarsi con le realtà vicine per varie forme di settarismi ,nella presunzione di essere autosufficienti, o più spesso nell’incertezza delle prospettive .
La prospettiva che vede il sindacato è una radicale reimpostazione della nostra idea di produzione ,il cosiddetto sviluppo, che così come ci viene imposto confligge in maniera inconciliabile con il benessere degli esseri umani e con l’armonia dei sistemi biologici . Non si tratta di una critica ideologica ma è la realtà che emerge dalla cronaca giudiziaria che ci dimostra come i principali gruppi industriali hanno condotto una vera e propria guerra contro la salute delle popolazioni e la stessa vita del pianeta per il profitto . La loro insofferenza alle regole di garanzia, la stessa storia della terra dei fuochi dimostrano che colossi internazionali o comunque nomi rappresentativi dell’imprenditoria nazionale agiscono in spregio delle garanzie per la salute e spesso delle stesse leggi nazionali giungendo a stringere rapporti con la malavita organizzata che ha offerto loro una serie di soluzioni a di fuori delle norme con vantaggi economici reciproci.

Antonio Marfella-ISDE -Istituto Pascale- ,riprende l’impostazione di Festuccia, affermando che il rapporto tra lavoro e salute era ben chiaro ai fondatori dei primi sistemi sanitari nazionali europei che attuarono le reti di garanzie per la salute probabilmente più per contenere il malcontento sociale che per motivi umanitari .I sistema tedesco ad esempio, inaspettatamente , pare fosse stato imposto dal cancelliere Bismark ,alla fine dell’800,proprio con queste finalità. Il nostro Sistema Sanitario invece, secondo il tossicologo dell’Istituto dei Tumori Napoletano , nascerebbe dall’incontro del pensiero socialista e di quello cattolico,che avrebbe rimodulato il modello inglese sulle esigenze nazionali in una sintesi di grande valore civile di cui andare orgogliosi ,come italiani .Il pensiero cattolico e quello socialista,per la loro vicinanza al mondo del lavoro, hanno quindi influenzato positivamente il nostro Sistema Sanitario .
Tuttavia ,denuncia il ricercatore dell’IRCCS, guardare solo ai nostri territori senza esaminare quello che accade nel mondo ,si rischia di sviluppare un’ottica provinciale e distorta.
Le produzioni di massa e con esse la gestione dei grandi flussi dei rifiuti è ormai dislocata nei paesi emergenti: Cina, subcontinente Asiatico ed Africa .
“ Mentre noi parliamo delle nostre discariche e dei danni da esse prodotti ,parliamo già del passato, perché milioni di tonnellate di rifiuti di tecnologia avanzata, come i computer, i cellulari, gli elettrodomestici , vengono trattati nelle mega-discariche dell’Africa per estrarne elementi pregiati da riutilizzare nelle industrie. Ma come vengono trattati ? Molto spesso semplicemente bruciando le parti in eccesso e quindi producendo inquinamento e queste procedure fuori di ogni controllo vengono attuate a livello sistematico, per quantità smisurate di materiali provenienti da ogni parte del mondo. …”.
La traccia scoperta da Ilaria Alpi è quindi di estrema attualità tant’è che l’impennata di tumori registrata nei nostri territori si sta realizzando attorno alle grandi bidonville del cosiddetto terzo mondo ,in proporzioni e con numeri in previsione enormemente più grandi .
La proposta conclusiva dell’intervento di Marfella è quella di costituire una rappresentanza dei comitati e delle associazioni di tutto il meridione per entrare nei tavoli decisionali e confrontarsi con le istituzioni, per portare a casa dei risultati concreti . Senza questa impostazione ,secondo il rappresentante dell’ISDE, le realtà meridionali sarebbero condannate ad essere ignorate e comunque
gli interessi da loro rappresentate destinati ad essere calpestati.
Le Mamme Vulcaniche,storica sigla legata alla grande battaglia delle popolazioni vesuviane contro le discariche , parlano attraverso la loro presidente , Lettieri , che ricostruisce la vicenda della cava Sari , simbolo dell’illegalità prima tollerata e poi difesa e protetta dallo stato . La presa di coscienza di tante donne di Terzigno e non solo, gente comune , persone dedite normalmente alla cura dei figli e delle faccende domestiche , è avvenuta proprio a partire dalla loro quotidianità,avendo avvertito sulla loro pelle la grande violenza scaricata sull’ambiente e rappresentata dalle discariche legali ed illegali che mettono a rischio l’esistenza e la salute dei propri cari. Questo è il motivo delle loro prese di posizione ,giudicate spesso radicali, ma sostanzialmente impostate ad una netta opposizione ai piani governativi atti a stravolgere o continuare a violare all’infinito l’ambiente circostante.
Questo è anche il motivo della loro volontà di riavviare la mobilitazione contro le ipotesi truffaldine di risoluzione dei problemi ambientali della Campania .
L’avvocato Salerni, del foro di Roma, ha analizzato la vicenda campana da un punto di vista legale . I dati epidemiologici definiscono un evidente rapporto temporale tra l’immissione nel territorio dei rifiuti industriali provenienti prevalentemente dal Nord e l’impennata dei tumori nel basso casertano e nell’area nord della provincia di Napoli . Le 82 inchieste sviluppatesi tra la fine degli anni 80 ed il 2013 ( Cassiopea, Chernobyl, Adelphi etc..) mettono in luce oltre alle ben note pratiche malavitose delle cosche camorristiche con migliaia di ordinanze di custodia cautelare , la presenza di forme di collaborazione non occasionale ma sistematica di ben 442 aziende nazionali ed internazionali con la stessa malavita allo scopo di smaltire illegalmente gli scarti di produzione e tutte le modalità di mimetizzazione messe in atto dagli stessi gruppi industriali per evitare i rigori della legge, e poi gli “aiutini” governativi per condonare certi reati ambientali , i cavilli giudiziari e le lungaggini della giustizia che hanno favorito tante volte la prescrizione dei processi ed una sostanziale impunità di chi è stato il vero mandante dei traffici illegali .
I nomi che escono da tali inchieste sono marchi di peso : OtoMelara, Lucchini , Merloni Marcegaglia, Eon, Enel, ma anche grossi gruppi farmacologici come Roche o Proctel & Gamble .
I nomi che sono usciti dalle inchieste non sono tutti quelli dei responsabili dell’avvelenamento ambientale poiché molto probabilmente ve ne sono molti altri di importanti e per di più legati al problema dei rifiuti radioattivi ( il pentito Schiavone parlò di “cassette di roba radioattiva” che infossarono a più di 18 metri di profondità ,consapevoli della grande pericolosità del materiale ) : queste sigle nascondono nomi di personaggi che raramente si son visti sul banco degli imputati ,dove meriterebbero di stare per risarcire le popolazioni partecipando ai costi delle bonifiche , per ripagare le vittime e le malattie da essi indotte , per essere giudicati penalmente per la morte di migliaia di persone.
Le vite spezzate , spesso di giovani o giovanissimi, meriterebbero infatti questi atti di giustizia : attorno alla vicenda rifiuti non ha ucciso solo la camorra ,che ha utilizzato spesso le armi da fuoco e gli esplosivi , ma anche chi ha mandato a disperdere nei nostri territori tonnellate di veleni ben sapendo che sarebbero state immesse in una realtà lontana in condizioni di pericolosità per le popolazioni . Un gruppo di legali sta mettendo a punto su questo problema una strategia per ottenere quella che è divenuta una parola d’ordine del movimento : Verità e giustizia sulla vicenda della “terra dei fuochi” ,non per soddisfare tendenze vendicative , ma per segnare un svolta nella lunga storia di impunità di tutti gli autori dell’azione criminale sviluppatasi nei territori meridionali .Franco Ortolani,docente di Geologia presso l’ateneo Federico II di Napoli , ha descritto il diverso atteggiamento che l’uomo ha sviluppato su questa realtà caratterizzata da equilibri delicati di fenomeni vulcanici , antropizzazione che dura da millenni in uno scenario naturale per tanti versi unico nel Mediterraneo, attività produttive di tipo tradizionale,come l’agricoltura, che in qualche modo hanno sempre ricercato un accordo con le capacità rigenerative della natura , ed altre di tipo devastante che invece hanno sempre considerato la complessità di questo ambiente un inutile ostacolo al loro procedere . Il professore costruisce una metafora nella sua esposizione tra due tipi di umanità che hanno rimaneggiato la “nostra terra” : gli erbivori ,che hanno tutto l’interesse a che l’erba ricresca sempre dopo l’atto alimentare ,ed i predatori ,che spesso vengono da lontano e fanno scorribande dove capita , che per di più sono addestrati all’aggressione ed alla rapina non come i felini della savana che si limitano ad alimentarsi ma come i cani della camorra addestrati ai combattimenti, che scatenano la loro violenza senza alcun limite .
Ripercorre alcune vicende locali che dimostrano questi due atteggiamenti : le cave di Chiaiano , in mezzo alle colline della periferia nord di Napoli che festeggiano ancora , per antica tradizione , la festa nazionale delle ciliege per la produzione agricola locale nota in tutto il paese ,che però hanno avuto la disgrazia di accogliere pure queste profonde ferite create dall’estrazione del tufo ,imbottite di rifiuti di tutti i tipi, che, nonostante le rassicurazioni delle autorità , presentano pericolose connessioni con i corsi d’acqua , qualcuno dei quali rimasto sospeso in una situazione paradossale su lunghi corridoi di roccia nel vuoto creato dalle cave .
La situazione dei campi flegrei e della più antica discarica del napoletano , quella di Pianura e dei crateri vulcanici spenti della zona che vengono rimpinzati anche qui di rifiuti urbani ma anche da materiali molto più pericolosi provenienti dall’industria del nord o dalle bonifiche fatte altrove .
Lo scorso anno in un incontro pubblico ( Stop Biocidio) un rappresentante del comitato di Pianura ,mostrò un documento che mostrava l’ingresso nella discarica di materiale proveniente dalle Bonifiche di Seveso , ben mascherato nell’immondizia della città di Napoli.
Questi crateri che ormai sono scomparsi dalle mappe perché ripianati dai rifiuti ,ma comunque visibili dalle foto aeree, benché dotati di grande capacità di isolamento , sono in connessione con corsi d’acqua sotterranei e quindi hanno assorbito le sostanze sversate più o meno legalmente nella discarica e le portano a mare , sfociando nello specchio d’acqua antistante Pozzuoli .
Poi l’area agricola della “terra dei Fuochi”: le foto aeree mostrano in maniera lampante i segni dello scarico abusivo dei tir , centinaia di migliaia di piccole innaturali bozze su terreni pianeggianti , allineate in maniera geometrica , nei terreni utilizzati dalla camorra , ben distinti dagli appezzamenti regolarmente appianati secondo il profilo naturale del paesaggio .
Una mappatura che è alla portata di chiunque sappia leggere le mappe satellitari o aeree .
Ortolani conclude ribadendo che il problema dei traffici, dell’uso considerato del territorio come quello delle bonifiche ,è un problema politico come politiche sono le responsabilità di chi ha consentito lo scempio subito: la politica ha aiutato sinora i predatori.

Gabriele Ferruzzi è un ingegnere ,presidente dell’AIEA Napoli ,di recente fondazione ,che ha aperto una sede a Secondigliano in collaborazione con Medicina Democratica.
La sua relazione verte sulle normative relative allo smaltimento dell’asbesto rilevando delle contraddizioni stridenti con la pericolosità del minerale responsabile del mesotelioma : si è tollerato,ad esempio, che l’interramento di grandi quantità di amianto possa essere avvenuto in più situazioni senza che gli stessi terreni siano stati poi interdetti ad altri usi successivi .
Rifacendosi poi ad un recente Work shop tenuto al Politecnico ha evidenziato le tecniche più moderne per lo smaltimento e le possibilità concrete di bonifica dei suoli inquinati.
Felice Consoli-Attivisti Campani Salute /Ambiente, – a proposito di amianto , denuncia la sospensione del registro mesoteliomi campani , strumento parziale e probabilmente gestito in maniera insufficiente in precedenza ,ma comunque un elemento di monitoraggio credibile sul fenomeno amianto. La vicenda Bagnoli è stata anche una storia di morti d’amianto e da questo punto di vista il processo contro l’Eternit rappresenta un atto di giustizia parziale poiché in esso non ha avuto il giusto rilievo la vicenda napoletana . La storia dell’Italsider è stata un precedente terribile di ciò che è poi avvenuto a Tatanto : l’impatto ambientale ed i danni alla salute degli operai ma anche degli abitanti di Bagnoli e Fuorigrotta passavano in secondo piano rispetto al problema occupazionale . Una fabbrica che era uno dei pochi punti fermi ,di garanzia di lavoro in una realtà in cui già all’epoca la disoccupazione era una piaga storica , quella fabbrica entra in crisi non per l’impatto ambientale ma per problemi di mercato .
Ma le scorie di 70 anni di siderurgia rimangono nella colmata a mare, nelle sabbie, nello specchio d’acqua di un litorale tra i più belli del Mediterraneo , nell’aria che respira la gente .
Maria Pirro, giornalista ed autrice di diverse inchieste sulla Sanità campana , ha svolto il ruolo di moderatrice in questa conferenza ed ha ricordato sulla vicenda Bagnoli come la denuncia dei familiari di una paziente affetta da tumore abbia aperto la questione dell’esposizione alle sostanze nocive non solo degli operai delle fabbriche ma anche delle popolazioni dei territori ospiti delle lavorazioni incriminate .
La giornalista ha letto quindi il comunicato di adesione dell’associazione Ilaria Alpi nel quale si sottolinea la ricostruzione dell’omicidio della giornalista di Tg3 e del suo cameramen Hrovatin e la pista più credibile che è quella dei traffici di rifiuti speciali pagati ai signori della guerra della Somalia con forniture di armi . In tal senso ,anche in quel caso, ci fu ,come gli accordi con la camorra in Campania, uno scambio di favori tra poteri criminali e grandi gruppi responsabili della produzione di tonnellate di scorie da smaltire , il tutto probabilmente gestito con l’intermediazione politica e di pezzi dello stato italiano . I tentativi di depistaggio ( una rapina finita male, l’azione di un gruppo di balordi, addirittura delle insinuazioni sulla vita della giornalista) hanno dato la prova che grandi interessi ruotavano attorno a questa vicenda , interessi di cui forse era ben consapevole la giornalista italiana , sicuramente né ingenua né sprovveduta. La ricerca della verità fu quindi il vero motivo dell’assassinio della coraggiosa reporter del Tg3 . La ricerca della verità è ancora il compito di tutti coloro che si occupano di traffici di rifiuti ,poiché troppi misteri tendono puntualmente ad innalzare una nebbia fitta sui veri interessi che vi sono coinvolti .
Gaetano Marati ,storica figura del sindacalismo di base napoletano ,tra i più convinti sostenitori dell’impegno di USB sui temi della Salute e dell’ambiente , sottolinea come tutte queste vicende riportino sempre e senza eccezioni alla logica dello sfruttamento speculativo di certa industria che è divenuta una sorta di divinità intoccabile ed innominabile poiché la nostra politica,tutta ,in senso trasversale, si aspetta da essa la soluzione salvifica alla crisi ed alla disoccupazione di massa .
La politica in gran parte ha delegato il problema ad una parte sociale che storicamente sottovaluta le garanzie per gli ecosistemi e la salute ma che anzi ha sempre considerato la natura e gli uomini come elementi da fruttare al minor prezzo possibile . In tal senso la politica ha abdicato alla sua funzione di progettare delle proposte che almeno includano il diritto alla salute ed il rispetto dell’ambiente se non in maniera prioritaria ma almeno in un equilibrio comprensibile.
IL sindacato non ha risposte definite a questo problema che spetterebbe più propriamente alla politica ,o meglio ai partiti che si candidano alla direzione del paese ,e , in un ruolo diverso ma ugualmente importante, ai movimenti ed agli “intellettuali” ad essi collegati.
La mattinata si è conclusa con un breve break ed il programma è ripreso con l’intervento di Paolo Fierro , vicepresidente di Medicina democratica .
Il previsto intervento del parroco di Caivano , Maurizio Patriciello , non si è svolto per gli impegni imprevisti del religioso che ha inviato un messaggio nella mattinata .
Fierro ha analizzato il comportamento dei governi , locali e nazionali, dinanzi all’emergenza sanitaria indotta dall’impennata dei tumori nelle aree del basso Casertano e dell’area Nord di Napoli . Un problema rispetto al quale l’organizzazione sanitaria campana aveva già accumulato dei colpevoli ritardi in epoche nelle quali l’epidemiologia segnalava che la Campania ed il Sud in genere avevano un tasso d’incidenza dei tumori più basso del resto d’Italia . Se agli inizi degli anni 90 i dati erano migliori che nel resto del paese tuttavia già allora gli ammalati di tumore morivano di più rispetto agli ammalati delle stesse patologie trattati in altre regioni . Ed allora come adesso la gente, avendone la possibilità, migrava fuori regione per curarsi meglio .
Quella situazione organizzativa è rimasta immutata da circa vent’anni ed intanto è insorto il fenomeno dell’incremento dei tumori, sicuramente in maniera disomogenea, con aree interne dell’appennino che mantengono i livelli di qualche decenni fa ma con le zone più antropizzate ( Caserta e Napoli) con picchi d’incremento ormai fuori controllo.
Dinanzi a questa situazione il governo locale si vanta di politiche di risparmio che hanno allontanato la gente dai servizi con tickets che costano come visite private ed una rarefazione dei punti di offerta sanitaria che sta facendo crescere il ricorso improprio all’urgenza ( Pronto Soccorso) ma anche all’incremento delle patologie acute , divenute tali per mancanza di prevenzione e di cure appropriate e tempestive.
Il paradosso è quindi che anche una quota ingiustificabile di ammalati di cancro entrano in ospedale
in una fase critica ,con rischi intollerabili per la vita, con prognosi sicuramente peggiori di chi invece giunge in corsia con una diagnosi precoce.
Il Governatore della regione, dopo “il fiume in piena”, si è dato da fare per parare le prevedibili critiche-peraltro emerse dalle inchieste giornalistiche recenti- e quindi ha avuto un momento di attivismo propagandistico spalancando le sue porte ai rappresentanti “responsabili” dei movimenti , accompagnandoli a Roma per confezionare insieme al Governo il cosiddetto Decreto della Terra dei Fuochi . Il Governo ,a sua volta colpevole di politiche restrittive sui fondi sanitari ed anti-meridionali ,queste ultime notoriamente innescate dall’azione di un politico leghista, aveva tutta l’intenzione e l’urgenza di rabbonire i movimenti campani ( i 100.000 che invasero Napoli il 16 Novembre hanno impressionato tutte le autorità) e quindi di concerto con i politici locali hanno confezionato un provvedimento altisonante .
Tuttavia a leggerlo bene esso è fumoso , pieno di proclami assoluti quanto inconsistenti , privo di finanziamenti certi e specialmente inefficace per la lotta contro il traffico dei rifiuti.
Son tornati quindi da Roma il Governatore ed alcuni rappresentanti del movimento con questo elenco di buone intenzioni che son franate appena la gente è tornata a vedere la realtà del nostro quotidiano sanitario.
Solo due ASL della Campania attuano uno degli screening che sarebbero obbligatori( il colon retto), per fare un percorso diagnostico terapeutico si devono sborsare dai 120 ai 170 euro solo per entrare in lista d’attesa , se un ammalato deve praticare qualche indagine più sofistica ( RNM o PET TC) in tempi utili -cioè prima che il male divenga incurabile- e quindi fuori delle liste d’attesa dei pochissimi centri pubblici che la praticano , il costo diviene insostenibile per bilanci economici della maggioranza dei campani, notoriamente poveri -( da 350 a 700 euro ) , e se ,per sua sventura, dovesse ricevere una diagnosi che richiede una terapia chirurgica ,un ciclo di chemio o RT , deve scavare un canale di raccomandazioni per iniziare le terapie in tempo utile. La maggioranza però comunque arriva tardi a tali traguardi.
E così risulta che la prognosi dei nostri ammalati di tumore è mediamente peggiore del 5% degli ammalati allo stesso stadio di altre realtà o comunque della media nazionale, l’aspettativa di vita mentre nel resto d’Italia migliora -sfiorando gli 80 anni- a Napoli e provincia diminuisce del 2’2 % ed a Caserta e provincia del 2% .
Su tutta questa condizione di arretratezza ,che significa in concreto una quota di morti ( al di fuori delle previsioni standard ( non che sia ammissibile una quota accettabile ..) ,è intenzione di MD di aprire una campagna con una serie di vertenze insieme ai movimenti che si battono per le bonifiche vere e per le cure certe e non per le chiacchiere propagandistiche .
Gli interventi successivi hanno sottolineato come il problema del lavoro nocivo è stato al centro della vicenda Taranto di cui ha parlato in un bell’intervento il delegato Ilva ,Francesco Rizzo, ricordando come i proprietari dell’impianto-Riva e figli- avessero tentato di mettere in conflitto gli operai ,preoccupati per il posto di lavoro, e la gente del quartiere Tamburi che protestava per le ceneri sparse dalle ciminiere .
Viviana Ruggeri ,ricercatrice ISFOL, ha denunciato lo scellerato spreco di risorse europee , dovuto all’incapacità delle nostre giunte regionali meridionali ,che puntualmente non riescono a presentare programmi credibili e/o non riescono a spendere i fondi comunitari stanziati anno per anno per aiutare le aree geografiche periferiche . La beffa è che gran parte di questi fondi inutilizzati ritornano a Bruxelles e vengono ricollocati in paesi “virtuosi” che guarda caso sono nell’Europa del Nord . Insomma questi fondi , fatta eccezione per la Polonia che ha saputo inserirsi in questa opportunità, vengono in gran parte sfruttati da nazioni forti come la Germania o la Francia .
Bisogna quindi battersi per entrare nei tavoli programmatici per questi fondi , nello specifico per quelli stanziati ai fini delle attività ecosostenibli , e, sia come sindacato che come comitati,è possibile ,perchè previsto dal regolamento, pretendere di avere un ruolo .
Molto spesso infatti ,come denuncia Ruggeri,siedono a quei tavoli ,oltre la triplice,realtà associative di comodo e tutta la partita alla fine viene giocata a porte chiuse ,senza alcun controllo democratico. Pasquale Ferri , associazione Parthena, ha ricordato il rapporto tra le grandi opere ed i grandi disastri . La più alta diga d’Europa , quella del Vajont , fu una di queste grandi opere, forse la prima dell’era repubblicana , ma fu costruita nonostante ci fossero grandi perplessità sulla scelta del sito : un fiume che scorre in una valle sotto un monte denominato Toc che nel dialetto locale significa qualcosa che rimanda alle frane . E infatti franò dopo qualche mese dall’inaugurazione della diga e creò uno spostamento d’acqua che si tradusse in uno tsunami sul paese di Longarone .La diga rimase intatta ed è ancora nel posto ,perché ben costruita ,ma furono migliaia le vittime .Il processo durò molti anni con l’avvocato dell’azienda costruttrice che aveva un nome eccellente, Leone. Era lo stesso Leone che da presidente della Repubblica dichiarò immediatamente dopo la tragedia che i responsabili sarebbero stati presto assicurati alla giustizia .
Ferri quindi ha dato appuntamento ai movimenti per il 9 Ottobre, data scelta per la Giornata della Memoria ,per le vittime dei disastri prodotti all’uomo, o meglio dalla speculazione.
Il delegato dell’USB Abruzzo ,Antonio Buttiglione, ha raccontato la vicenda della discarica di rifiuti chimici di una ben nota azienda da oltre cinquant’anni dedita alla costruzione di armi chimiche . Tale azienda con le coperture delle autorità sanitarie e dell’ASL ,avrebbe inquinato l’acqua potabile di cittadine come Pescara per decenni , nonostante le segnalazioni inoltrate dai comitati ; anche in questa situazione viene montata ad arte la questione della esclusiva, o il lavoro o la salute ed ancora una volta sarà la magistratura a dover scegliere. Roberto Barocci , il rappresentante di SOS Geotermia della Toscana che ha relazionato sui rischi gravi e gravissimi connessi con la ricerca di queste nuove forme di energia, apparentemente “pulita” ,ma che in realtà sconnettono profondamente gli equilibri del delicato sistema di forze del sottosuolo .
Ha concluso la manifestazione Festuccia con l’invito a partecipare alla manifestazione per l’acqua pubblica del 17 , a portare avanti la battaglia per un tavolo di discussione sui fondi strutturali ed ad aprire una vertenza sull’assistenza sanitaria e la prevenzione che ponga obbiettivi concreti e faccia svanire tutta la nebulosa demagogia dei proclami governativi sulla “terra dei fuochi”.

LOCANDINA PROGRAMMA CONFERENZA NAZIONALE SALUTE AMBIENTE NAPOLI 10 MAGGIO

Print Friendly, PDF & Email