Chimica Pomponesco, anche una “goccia” in più è un problema

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elcon1La società Chimica Pomponesco (a Pomponesco, provincia di Mantova) fa parte del Gruppo Frati, leader del recupero del legno di rifiuti e della produzione di laminati (sulle strade è facile trovare un loro rimorchio in cui dichiarano di star salvando gli alberi).

Non è tutto oro quello che luccica; diversi impianti della società il legno lo bruciano assieme a combustibili da rifiuti di ben altra composizione.

La Chimica Pomponesco produce una sostanza, la formaldeide, di ampio utilizzo (e di molti problemi) per la realizzazione di resine (urea-formaldeide) utilizzate per la produzione di laminati con legno di recupero. Sarebbe fondamentale una ricerca per trovare sostituti di tale sostanza nella filiera in questione ma nulla o quasi appare all’orizzonte.

A Pomponesco si producono 250.000 t/a di formaldeide, 227.000 t/a di resine ureiche, 27.000 t/a di resine melaminiche, 16.500 t/a di carte impregnate. Si tratta di produzioni elevate con impatti ambientali e sanitari importanti, basti ricordare che la formaldeide (in Europa  ufficialmente sono da gennaio 2016) è una sostanza classificata come cancerogena e determina problemi,  oggetto di standard sempre più restrittivi, per quanto concerne l’inquinamento indoor (delle nostre case) per il rilascio nel tempo dai mobili  di questa sostanza. Anche recenti indagini epidemiologiche hanno evidenziato i negativi effetti sulle popolazioni.

Una produzione minore è quella di polimeri acrilici (ampiamente utilizzati nella formulazione di colori e vernici). L’azienda ha proposto un incremento della produzione (da 1.420 a 4.000 t/a) dei polimeri acrilici con due nuovi reattori e l’utilizzo di un nuovo solvente (cicloesano) rispetto a quello in uso (anch’esso cancerogeno, il cloruro di metilene) per un nuovo mercato : la cosmesi …

Anche se la modifica è apparentemente limitata siamo riusciti ad ottenere che la stessa fosse sottoposta a VIA e in questi giorni si chiudono i tempi per le osservazioni alla procedura.

Medicina Democratica e i Comitati locali hanno presentato osservazioni in cui segnaliamo che, nonostante alcuni miglioramenti rispetto al progetto iniziale, c’è ancora molto da fare. Li mettiamo a disposizione di chiunque interessato.

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