Medicina Democratica parte civile nel processo contro l’ILVA di Taranto

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PROCESSO ILVA “AMBIENTE SVENDUTO” –  MEDICINA DEMOCRATICA RICONOSCIUTA PARTE CIVILE

Oggi è ripreso il processo ILVA contro i 47 imputati accusati di numerosi e pesanti reati: associazione per delinquere, disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, corruzione, concussione e altro.

Medicina Democratica, Movimento di lotta per la salute, difesa dall’avv. Sergio Bonetto del foro di Torino, è stata riconosciuta parte civile. Anche se si tratta di un ennesimo riconoscimento occorre sottolineare che questo processo è assolutamente importante e di vaste dimensioni. Sono tante le vittime. Non solo lavoratori, ma anche cittadini; una grande fabbrica siderurgica e un’intera città.

Ancora una volta e con grande ampiezza si è posta la contraddizione fra lavoro, salute e ambiente. Che si deve fare: chiudere la fabbrica e licenziare i lavoratori oppure per salvaguardare l’occupazione accettare l’enorme carico di nocività e di inquinamento ambientale dato?

“La fabbrica va fermata o rallentata per diminuire al minimo i danni prodotti”. Così si è pronunciato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale l’ultimo decreto legge Ilva “per lesione del principio leale di collaborazione che dovrebbe ispirare l’operato del legislatore”. Che cosa potrebbe succedere se passassero le modifiche stabilite alla Costituzione?

Medicina Democratica seguirà puntualmente lo svolgersi del processo, come ha già fatto per quelli contro la ThissenKrupp e la Eternit e darà il suo apporto perché l’intero movimento di lotta per la salute si unisca per mostrare come salute e lavoro non sono in contraddizione: la vera e fondamentale contraddizione è il profitto

 

Milano 4 ottobre 2016

Medicina Democratica, negli anni scorsi, ha preso posizione e sostenuto la lotta per la chiusura dell’ILVA (ove non si potesse perseguire una vera bonifica) a partire dal Congresso svoltosi nel 2008 a Brindisi di cui alleghiamo la mozione conclusiva

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In precedenza avevamo contribuito, tramite Contramianto Onlus di Taranto, ad una audizione al Ministero dell’Ambiente nell’ambito del rilascio della “seconda” autorizzazione integrata ambientale.

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Inoltre avevamo sostenuto la perizia dei CTU del Tribunale da cui erano state tratte le motivazioni tecniche per il primo sequestro, perizie contestate da una anonima “igienista di levatura nazionale”.

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Faremo il possibile per sostenere anche tecnicamente le ragioni del PM nell’ambito dell’andamento processuale e di sostenere le iniziative locali per la tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori.

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