I Vajont di oggi si riuniscono a L’Aquila

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L’AQUILA ANNIVERSARIO SISMA

5 APRILE 2017

PALAZZETTO DEI NOBILI, ore 17,30

Incontro con la rete nazionale dei comitati

“Noi non dimentichiamo”

 Per il quinto anno consecutivo, in occasione dell’anniversario del sisma che nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 ha colpito L’Aquila, si danno appuntamento in città i comitati fondati dai familiari delle vittime di varie tragedie, tutti imputabili a responsabilità umane. “Un giorno la vita mi ha colpito talmente forte che ho imparato a resistere” E’ una frase di Dolores Ibarru che può appartenere a pieno titolo, oggi, alle donne e agli uomini che hanno scelto di essere resilienti, dando alla sofferenza una valenza civica, tramutando il dolore in impegno a difesa del bene comune. Bene comune sono i ragazzi morti sotto le macerie della Casa dello Studente e nelle abitazioni private a L’Aquila, i bambini di San Giuliano di Puglia, una intera classe, quella del ’96 – una prima – inghiottita dalla polvere di una scuola da poco ristrutturata. Bene comune sono gli operai uccisi dall’amianto: morti dette ipocritamente “bianche”. In realtà omicidi sul lavoro legalizzati. Bene comune è Mesia, morta a 4 anni nella terra dei fuochi per neuroblastoma surrenale. Lei, e tutta la generazione perduta di bambini divorati dai tumori. E l’acqua e la terra, di cui si fa un uso dissennato e portatore di morte. Per denunciare tutto questo i familiari delle vittime hanno fatto e stanno facendo rete. Per non dimenticare e perché non si dimentichi. Non a caso la loro rete (che ha visto la luce proprio a L’Aquila, nel 2013, per iniziatica del Comitato familiari vittime Casa dello Studente) si chiama Noi non dimentichiamo. E ogni loro incontro diventa una sorta di Dies irae laico in cui chiedono conto delle mancanze, delle omissioni, delle ingiustizie. Tutti catapultati in una vita che non era la loro, ma a cui sono stati consegnati dai lutti.

Per informazioni: Antonietta Centofanti cell.: 347.0343505, e-mail: antoniettacentofanti@libero.it

A seguire l’elenco delle associazioni che saranno a L’AQUILA il 5 aprile.

 Associazione Italiana Esposti Amianto (AieaVal Basento)

Interviene Nicola Frangione, dirigente AIEA e membro di Medicina Democratica della Basilicata

“L’amianto è un’emergenza sanitaria e ambientale nazionale che richiede giustizia per le vittime e riconoscimento, anche sul piano previdenziale, per chi è stato esposto, non meno di misure sanitarie, curative e di ricerca per chi viene colpito o è a rischio di esserlo; non ultimo un piano generale di bonifiche, definendo le dovute priorità, dei numerosi siti contaminati”. A dichiararlo è l’Associazione italiana esposti amianto (Aiea). Morti bianche dimenticate anche e soprattutto perché le patologie correlate possono insorgere anche a distanza di 40 anni dall’esposizione alle fibre d’amianto. Per questi lavoratori, le loro famiglie chiedono giustizia.

I NUMERI

In Italia l’esposizione all’amianto continua a mietere ogni anno in media 1.200 morti per mesotelioma maligno e altrettanti per tumori correlati, secondo le stime del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) in Italia ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto su 75mila ettari di territorio, per un totale di 38mila siti presenti.

 Associazione Noi Genitori Di Tutti

Le mamme della terra dei Fuochi, la fascia di territorio a cavallo delle province di Napoli e Caserta, diventata “lo sversatoio illecito di milioni di tonnellate di rifiuti industriali altamente tossici e nocivi per la salute, provenienti in gran parte dal Nord e dal Centro Italia, e anche dall’estero”.

Interviene Marzia Cacciopoli , che ha perso il suo bambino, Antonio, di 8 anni e mezzo e che oggi, insieme ad altre sei mamme e due papà, gestisce un’associazione che aiuta le famiglie a sopportare la malattia dei propri figli. “Oggi voglio essere voce di speranza. Non si tratta solo del mio dolore, io sono la mamma di tutti i bambini delle Terra dei fuochi”, afferma Marzia. “Sogno di tornare ad accarezzare una guancia di un bambino non bagnata dalle lacrime di dolore”.

L’Associazione è accanto, umanamente e materialmente, alle famiglie che cominciano a vivere lo stesso calvario vissuto dai genitori che hanno già perso un figlio. “In quell’ospedale ho trovato anche una famiglia: quelle mamme che mi guardavano e che guardavo, all’inizio con sospetto. Sono diventata una di loro. Mi hanno insegnato come andare avanti, le ho visto combattere come me e dire addio ai loro bambini”, confessa la mamma di Mesia, morta a circa quattro anni per un neuroblastoma surrenale. Da anni, ogni giorno un nuovo rogo. Ogni settimana la notizia di una giovane vita spezzata. 7 mesi, 12 anni, 8 anni. Un’intera generazione, che sta scomparendo. Non a causa di una guerra, ma a causa della terra su cui poggia i piedi, dell’aria che respira, del cibo che mangia. Da anni, ogni giorno un nuovo rogo. Ogni settimana la notizia di una giovane vita spezzata  . Da anni, ogni giorno un nuovo rogo.

I NUMERI

Secondo il rapporto di Legambiente “Terra dei fuochi. A che punto siamo?” pubblicato nel 2015, si parla di 10 milioni di metri cubi sepolti su una superficie di 1.076 kmq (la Terra dei fuochi in senso stretto). Mentre aumentano a 25 milioni di metri cubi, su una superficie di 3.839 kmq se si sommano le quantità delle discariche e dei siti contaminati nelle due province di Napoli e Caserta (dati Regione Campania).

 Associazione Vittime Della Scuola di San Giuliano di Puglia

Interviene Antonio Morelli, fondatore dell’associazione e da anni impegnato in una battaglia per la sicurezza nelle scuole. E’il papà di Morena, morta nel crollo

Era la mattina del 31 ottobre 2002 e durante il terremoto con epicentro San Giuliano di Puglia, la scuola ‘Francesco Jovine’ crolla, uccidendo 27 bambini e una maestra con una classe intera, quella del 1996, quella dei piccini di prima elementare spazzata via dal crollo. La polemica investe la scuola, ristrutturata un anno prima.

L’Abruzzo delle discariche

Gisella Orsi Autrice, insieme a Simona Barba del romanzo: “Veleno nelle Gole”, edito dalla Riccardo Condò di Sulmona.

Scrivono le autrici. “Un libro ispirato alle vicende della megadiscarica della Montedison di Bussi sul Tirino in Abruzzo.Attraverso il romanzo abbiamo cercato di ricostruire il perverso meccanismo creatosi tra comunità e Polo industriale che ha permesso che tutto venisse dimenticato e sotterrato per almeno 40 anni…”.”Veleno nelle gole” è anche una sceneggiatura che ha vinto il premio come migliore sceneggiatura per lungometraggio al RIFF- ROME INDIPENDENT FILM FESTIVAL, uno dei più prestigiosi premi d’Europa per il cinema “Indie”.

 ASSOCIAZIONE Memoria Condivisa

Intervengono Mario Arpaia, tra i fondatori della associazione e Giuseppe Casolare, attore di teatro

L’Associazione nasce nel 2007 per ricordare ed onorare la memoria di tutti coloro che hanno perso la vita, vittime di stragi, dell’intolleranza, della violenza e del terrorismo, perché non diventino -per la seconda volta- vittime anche dell’oblio. Sul loro “Manifesto”, le parole di Norberto Bobbio: “Guai agli immemori. Saranno non soltanto incapaci di ricordare, ma anche di capire. La riflessione, del resto, è l’unico modo per evitare la falsificazione o l’inquinamento della memoria, che si insinua inconsapevolmente o può essere intenzionalmente prodotto nelle nostra mente”.
 AVUS – Associazione Vittime Universitarie Sisma

Interviene Sergio Bianchi, anima della associazione e papà di Nicola, morto a L’Aquila nel crollo di via G. D’Annunzio

L’Associazione Vittime Universitarie Sisma 6 aprile 2009 (A.V.U.S. 6 Aprile 2009) è costituita dalle famiglie di studenti universitari fuori sede vittime del terremoto a l’Aquila: 55 studenti che occupavano temporaneamente, per seguire gli studi universitari, abitazioni private prese in regolare locazione. La prima realizzazione concreta dell’A.V.U.S. per dare corpo agli scopi è stata la realizzazione e pubblicazione del libro “Macerie dentro e fuori“. Il libro raccoglie i ricordi dei ragazzi, scritti di pugno dai più stretti familiari, e le testimonianze dirette degli stessi familiari intervistati dal giornalista della sede RAI di Pescara Umberto Braccili corredate da una serie di documenti ufficiali relativi allo sciame sismico e alla Commissione Grandi Rischi. Successivamente l’AVUS ha istituito un Premio per la miglior tesi di laurea magistrale nell’ambito di aspetti ingegneristici, sociali ed economici legati alla gestione del rischio sismico e alla resilienza delle popolazioni e dei territori

Associazione “Il Mondo Che Vorrei”

Familiari Vittime della strage di Viareggio

Associazione 29 Giugno. I Cittadini e i Ferrovieri di Viareggio

Interviene Marco Piacentini

Ha perso i figli Luca e Lorenzo, 4 e 2 anni e la moglie Stefania. Gli resta Leonardo che oggi ha 14 anni.

La strage di Viareggio resta uno dei più grandi disastri ferroviari italiani degli ultimi 50 anni. Il 29 giugno del 2009, alle 23.48, un treno merci con 14 cisterne cariche di gpl deragliò, per la rottura di un asse, mentre attraversava la stazione di Viareggio, nel centro abitato della cittadina toscana. Quattro cisterne si ribaltarono, in una si aprì uno squarcio di 40 centimetri da cui uscì il gas. Tre minuti dopo le esplosioni. Le abitazioni di due strade, via Ponchielli e via Porta Pietrasanta, vennero investite dal fuoco. Nella devastazione del quartiere morirono 32 persone, i feriti furono 25. Il processo è stato lungo – più di 140 udienze con i familiari delle vittime sempre presenti, le magliette bianche con le foto dei morti appoggiate sulle sedie vuote delle prime file nell’aula del Tribunale di Lucca allestita nel polo fieristico fuori città. Il 20 settembre 2016 sono arrivate le richieste di condanna dei pubblici ministeri, 250 anni per 33 imputati. Dopo sette anni e sette mesi dalla tragedia, la sentenza di primo grado.

Comitato Familiari Vittime Casa Dello Studente

Interviene Antonietta Centofanti.

La Casa dello Studente, in Via XX Settembre, nel centro storico dell’Aquila, ospitava circa 120 ragazzi fuori sede. Era la notte della domenica delle Palme, il 6 aprile 2009, quando la tremenda scossa delle 3.32 portò lutti e distruzione nel capoluogo abruzzese. Gli studenti erano ripartiti quasi tutti, in poco più di trenta erano rimasti per studiare, ma per otto di loro non c’è stato scampo. Un crollo annunciato e responsabilità acclarate. I ragazzi da tempo lanciavano l’allarme preoccupati per le crepe e le infiltrazioni d’acqua, ma nessuno aveva dato loro ascolto nonostante la struttura fosse ad alto rischio in caso di sisma come aveva accertato, circa sei anni prima, uno studio della società Abruzzo Engineering, ex Collabora Engineering, commissionato dalla Regione Abruzzo e dalla Protezione Civile, relativo agli edifici scolastici e agli edifici strategici, tra questi: la Prefettura, l’Ospedale S. Salvatore, la stessa Casa dello Studente, il Convitto Nazionale. Tutti crollati. Lo studio, costato 5 milioni di euro, indicava le somme necessarie per mettere in sicurezza gli stabili, ma è rimasto chiuso nei cassetti della Regione Abruzzo. Quattro i condannati- tutti tecnici-  in via definitiva. Il processo civile farà luce sulle responsabilità della politica?

Asciazione Il Sorriso Di Filippo -Amatrice

Interviene Stefania Ciriello, la madre di Filippo 3200472109

“Mio figlio Filippo, di 22 anni, è morto a seguito delle ferite e del trauma da schiacciamento riportato la notte del 24 agosto ad Amatrice. E’ sopravvissuto alle macerie ed è deceduto dopo una settimana di sofferenze presso l’ospedale di Pescara. Io e mio marito insieme agli altri due figli Riccardo e Irene miracolosamente sopravvissuti e a altri amici abbiamo deciso di formare questa associazione di promozione sociale per ricordarlo e finora abbiamo istituito:

1) due borse di studio per l’Università dell’Aquila per gli studenti di Ingegneria Meccanica ed Elettronica dove studiava Filippo;

2) due borse per il Conservatorio, una per fisarmonica e una per flauto a ricordare Anna Grossi anche lei prematuramente scomparsa ad Amatrice, insieme al fratello Franco Grossi, e studentessa del Conservatorio”.

TUTTO QUESTO PER NON DIMENTICARE E PER NON DIMENTICARLI.

Legambiente Scuola

Interviene Francesca Aloisio, direttore regionale

Per mettere in sicurezza le scuole italiane situate nelle aree più a rischio del Paese ci vorranno oltre cento anni, se si continua ai ritmi attuali. Un arco di tempo inaccettabile e preoccupante se si pensa che in Italia sono ben 19.000 gli edifici scolastici italiani – su 43.072 presenti sul territorio nazionale – che si trovano in comuni a rischio sismico 1 e 2, come ad esempio Amatrice e L’Aquila; che il 65%  delle scuole è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica (1974) e che negli ultimi tre anni gli interventi di adeguamento sismico effettuati sugli edifici, siti in queste zone, sono stati solo il 5,3%.

Il Dissesto Idrogeologico

Interviene Augusto De Santis

Consulente dell’Istituto Abruzzese Aree Protette, un’associazione che gestisce alcune riserve naturali e per il servizio legislativo alla Camera dei Deputati, per la produzione di bozze di legge in materia di V.I.A., qualità dell’acqua e bonifiche e per l’esame di provvedimenti in materia ambientale del Governo. Impegnato nel Forum abruzzese dei Movimenti dell’Acqua e il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Ma è attivo in diverse emergenze e campagne: quelle contro il terzo traforo del Gran Sasso, la salvaguardia di Monte Greco, il sito inquinato di Bussi, la tutela delle aree dell’Orso bruno.

 

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