Omnimilano-REGIONE, MEDICINA DEMOCRATICA: DELIBERA CRONICITÀ ATTACCO A SANITÀ PUBBLICA

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Dall’agenzia di stampa Omnimilano

(OMNIMILANO) Milano, 20 GIU – La delibera della Regione sulla cronicità è “un ulteriore attacco alla sanità pubblica”.
Lo sostiene Medicina Democratica che ha tenuto stamani una conferenza stampa in via Marino insieme a “37e2”, la trasmissione sulla sanità di radio Popolare, con la presenza del medico Vittorio Agnoletto, il consigliere comunale di Milano in Comune, Basilio Rizzo, Fulvio Aurora di Medicina Democratica e Albarosa Raimondi, medico, esperta di organizzazione sanitaria, già membro della direzione sanitaria del Policlinico di Milano.
Medicina democratica, che ha proposto ricorso, per incostituzionalità, al Tar della Lombardia ha sostenuto che con la delibera il “primo obiettivo è il contenimento della spesa sanitaria: a tal fine è prevista l’assegnazione di un budget per ogni paziente cronico comprensivo di tutte le prestazioni previste nel corso dell’anno. In realtà il possibile risparmio ottenuto limitando le prestazioni sanitarie verrà assorbito dai compensi dei manager di nuova istituzione, dei coordinatori, dei membri di commissioni varie e più in generale dall’aumento dei passaggi amministrativi”. In secondo luogo, “vi è un notevole aumento della burocrazia nonché della carta stampata, che poi dovrà essere anche correttamente archiviata, con spreco di risorse umane e di spazi”.
E ancora: “i Gestori, rappresentati da società o cooperative, sono strutture private, anche se accreditate. Il servizio privato accreditato viene finanziato dalla Regione con i soldi pubblici. Quindi le risorse pubbliche, sottratte agli ospedali pubblici, verranno utilizzate per il privato. Di fatto, con tutti i servizi e le persone coinvolte, spesso personale non sanitario e tanto meno medico, non potrà essere rispettato né il segreto professionale né una qualsiasi forma di privacy”.
Così secondo Medicina democratica “il ruolo del medico di medicina generale (MMG) diventa irrilevante in quanto il suo parere, anche quando espresso, non sarà vincolante. Il MMG può diventare gestore solo in associazione con altri colleghi; singolarmente può proporsi solo come co-gestore e parteciperà solo alla stesura del PAI o, in rari casi, del patto di cura. In entrambi i casi solo per i propri pazienti. Il gestore costituito dai MMG, in forma aggregata, non potrà evidentemente soddisfare tutte le richieste dei propri pazienti, quindi dovrà avvalersi di altre strutture (private?). Il paziente può scegliere il gestore ma anche il gestore può scegliere i pazienti sia per la capienza limitata sia perché dovendo essere sottoscritto un “PATTO DI CURA” tra il gestore e il paziente, devono essere d’accordo entrambi, quindi il gestore sarà portato a preferire pazienti poco impegnativi.
Il paziente potrà scegliere il gestore con difficoltà ma poi non potrà scegliere lo specialista o la struttura sanitaria da cui farsi seguire perché sarà obbligato ad utilizzare quanto proposto dal gestore. Quindi se vorrà essere visitato da uno specialista di fiducia dovrà andarci privatamente, a pagamento”.
Altro aspetto, spiegato in conferenza stampa: “il malato viene visto e presentato come una persona che pretende troppo e che quindi deve essere contenuta nelle sue richieste. E’ in atto la colpevolizzazione del malato. Il paziente che dovesse necessitare di visite e accertamenti diagnostici non previsti dal patto di cura e dal PAI non potrà avvalersi di alcun supporto da parte del case manager ma dovrà come sempre darsi da fare per gli appuntamenti (v. liste di attesa) e/o ricorrere a prestazioni a pagamento. Tutto ciò in contrasto con il messaggio che si vorrebbe far passare di una “presa in carico” globale del paziente. Per tutto ciò che non concerne la cronicità il paziente rimarrà in carico al MMG.
Quindi se avvertirà un malessere dovrà decidere se è dovuto alla cronicità o a un nuovo problema e quindi se recarsi dal MMG o dal gestore, col rischio di venire “sballottato” dall’uno all’altro”.

red

201537 GIU 17

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