Riceviamo e pubblichiamo questa richiesta.
Dante ci scrive:
"Cari, vi chiedo di accelerare la raccolta firme - non solo tra i macchinisti ma tra tutti i ferrovieri - sulla lettera collettiva già
diffusa a suo tempo.
Alcune ne sono già arrivate ma per qualche ragione la raccolta si è fermata.
Quelle già arrivate non sono affatto sufficienti allo scopo che è quello di contrastare l’unica vera insidia della vertenza giuridica: le FS vorrebbero farmi passare come il matto del villaggio che è andato fuori di testa.
La lettera serve secondo i legali a dare invece, tra l’altro, una solida prova che il mio comportamento non era affatto individuale ma frutto di una scelta collettiva e che ai temi legati alla sicurezza ed al ruolo dei delegati tutti i ferrovieri riconoscono grande importanza.
Faccio appello a tutti per per dare una mano concreta alla fase legale che si apre ora raccogliendo e recapitandomi il maggior numero possibile di adesioni.
Infatti, come sapete - espletata la procedura di conciliazione obbligatoria - tra qualche giorno si presenterà il ricorso al Giudice del Lavoro contro il mio licenziamento ed è necessario depositare contestualmente le firme.
Le firme le potete far arrivare per posta ordinaria o prioritaria presso
la sede della rivista "ancora IN MARCIA!", via del Romito, 7 - 50134 FIRENZE, oppure per le vie solite tramite treno da qualcuno che viene a Roma.
Un saluto ed un grazie a tutti.
Dante De Angelis".
Non c’è un minuto da perdere
All’amministratore delegato
Al direttore generale
FS SPA
Piazza della Croce Rossa, 1 - 00186 Roma
In riferimento al messaggio del 31 marzo 2006 sul licenziamento del nostro Rappresentante sindacale, trasmesso ai dipendenti del gruppo, via posta elettronica, con mittente
comunicazioneinterna@ferroviedellostato.it , noi sottoscritti lavoratori :
1. contestiamo l’utilizzo degli strumenti aziendali di comunicazione per l’ingiustificabile e inusuale attacco personale diretto ad un singolo lavoratore al fine di gettare fango e discredito sul nostro collega e per indebolire la mobilitazione e il larghissimo fronte di solidarietà che si è costituito al suo fianco
all’indomani del brutale licenziamento. Questo comportamento, senza precedenti, dimostra solo
l’estrema difficoltà a trovare giustificazione di fronte ai ferrovieri, ai viaggiatori, all’opinione pubblica ed al mondo politico per la rappresaglia disciplinare attuata nei confronti di un delegato alla sicurezza. Il
singolare accanimento aziendale ai danni di Dante De Angelis, si muove ormai non più sul piano
disciplinare ma su quello della denigrazione, della disinformazione e della distorsione della realtà.
2. Riconosciamo in Dante De Angelis la persona che ha la nostra fiducia ed è stata eletta proprio perché si
occupi dei problemi legati alla sicurezza ed alla salute sul lavoro dei ferrovieri e dei macchinisti e che su
questi temi è un nostro diretto rappresentante. Poiché nessuno dei problemi della condizione dei
lavoratori è isolabile dagli altri, chi svolge quel mandato diretto di Rappresentanza dei Lavoratori per la
Sicurezza, si occupa inevitabilmente anche della loro situazione complessiva, nella quale sono sempre
ben presenti le questioni della qualità e dell’ organizzazione del lavoro, della dignità, delle condizioni
materiali ed ambientali in cui esso si svolge e il problema delle ricadute occupazionali indotte da talune
"innovazioni tecnologiche" risalenti all’anno 1939 ed il cui scopo dichiarato è anche quello di ridurre la
forza lavoro.
3. Il tentativo di criminalizzare il nostro collega e compagno di lavoro, attuato con i mezzi di propaganda
aziendale, è per tutti noi inaccettabile e quindi lo respingiamo fermamente. Egli si è avvalso della facoltà
e del diritto - previsti contrattualmente per tutti noi - di farsi rinnovare per iscritto un ordine che riteneva
illegittimo, a seguito dei numerosi provvedimenti emessi dalle ASL nei confronti di Trenitalia, anche in
relazione alla pericolosità, per noi e per i viaggiatori, del pedale "a uomo morto". Riteniamo, al contrario,
che per il ritardo al treno vi sia una oggettiva responsabilità dei dirigenti di Bologna per la loro
inqualificabile inerzia.
4. Consideriamo il licenziamento un atto illegittimo, adottato senza giustificato motivo e con ragioni
pretestuose per ostacolare fino ad impedire l’esercizio delle attività e dei diritti sindacali in azienda. Ne
chiediamo pertanto l’immediato annullamento.
Firma
Nome e Cognome
Qualifica Impianto
Qui sotto potete scaricare il modulo sul quale raccogliere le firme.