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PREMIARE CHI VUOLE STUDIARE E FARE RICERCA: UNA POSSIBILE RISPOSTA ALLE DIFFICOLTA’ DELLA SANITA’ PUGLIESE.
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Nei giorni in cui la sanità pugliese è salita alla ribalta della cronaca nazionale per i drammatici eventi dell’ospedale di Castellaneta, un evento di segno positivo, ancorché per nulla celebrato dai media, si verificava in Toscana e cioè la nascita di una Fondazione a capitale esclusivamente pubblico che porta il nome di un pugliese distintosi per molti anni a Pisa per le sue doti di medico e di scienziato e per le sue realizzazioni in campo scientifico e assistenziale. Di Gabriele Monasterio io ricordavo bene il nome perché ogni medico della mia generazione e di quelle prima ha studiato nella patologia medica la classificazione delle nefropatie che lui propose e che la comunità medica internazionale accettò per la sua chiara evidenza scientifica.

Ma all’epoca ignoravo che fosse un nostro conterraneo.Ebbene qualche giorno fa la Regione Toscana, l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, la ASL di Massa e le Università toscane hanno dato vita alla Fondazione Monasterio che “avra’ la finalita’ - come recita un comunicato della Regione - di perseguire il potenziamento dei rapporti tra il servizio sanitario regionale ed i soggetti del sistema toscano della ricerca, cioe’ universita’ e Cnr, e svolgera’ due linee di attivita’: quella di assistenza sanitaria di alta specialita’ nei settori della cardiologia e cardiochirurgia pediatrica e dell’adulto e quella di ricerca in tali campi”.

Gabriele Monasterio nacque a Reggio Calabria il 23 dicembre 1903, da padre abruzzese funzionario delle Ferrovie e da madre pugliese (la latianese Margherita Rubino).Trascorse gli anni della sua giovinezza a Latiano, si iscrisse all’Università degli Studi di Genova scegliendo la Facoltà di Medicina e Chirurgia dove era docente lo zio materno Cosimo Rubino. Nel 1965 gli fu conferita la Medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione, quale Benemerito della Scuola della Cultura e dell’Arte.

Nel 1968 ricevette la Medaglia d’oro dal Ministero della Sanità al merito della Sanità Pubblica e nel 1969 un’altra dal Presidente della Repubblica. Realizzò il Centro Studi di Nefrologia con la divisione nefrologica ed il laboratorio di Fisiologia Clinica inaugurato il 12 gennaio 1969. La sua attività scientifica fu raccolta in oltre duecentoventi pubblicazioni e in numerosi trattati, specialmente quelli sulle malattie renali. Morì a Pisa il 3 gennaio 1972.

Così, leggendo queste contrastanti notizie - dalla Puglia e dalla Toscana - mi ha favorevolmente colpito la singolare iniziativa di una Regione che mettendo in gioco il meglio delle proprie intelligenze, aiutandole ad interagire reciprocamente, vuole far avanzare la qualità della sua sanità.

E questo obiettivo persegue creando una fondazione intitolata ad un personaggio che seppe coniugare ricerca e assistenza. Ritengo che le difficoltà della nostra sanità probabilmente dipendano, in parti diverse, dalla pianificazione della politica, dalla capacità di gestione dei direttori generali, dal ruolo giocato dalle professioni e dai cittadini.

Ma quello che davvero manca è un clima virtuoso dove l’assistenza e la ricerca possano incontrarsi nel quotidiano delle nostre strutture, per aiutare gli operatori più motivati a migliorare la pratica clinica dando loro la possibilità di riesaminare, costantemente e criticamente, il proprio operato a tutto vantaggio degli malati.

Non credo che al Sud ci siano intelligenze meno capaci che al Nord. Credo che trovino più difficoltà ad esprimersi, siano meno apprezzate e quindi meno valorizzate che altrove.

Dare un segnale di inversione di tendenza a quanti nel servizio sanitario vogliono studiare e qualificarsi rispetto a quanti cercano posizioni di potere o di rendita è un dovere di tutti gli attori del sistema.La singolare iniziativa toscana ci faccia riflettere.

Maurizio Portaluri

Direttore Generale ASL BAT

Andria, 22 maggio 2007




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