L’ordinanza del GIP, conseguente a quella del Tribunale del Riesame di
Taranto, ha confermato il sequestro preventivo delle “aree a caldo” della Ilva e
la sostituzione del custode, si tratta di un atto limpido e di coerenza esemplare.
Il sequestro preventivo, per definizione, è finalizzato ad impedire che “la libera
disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le
conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati” (art. 321
c.p.p.).
La previsione che, nel periodo del sequestro, gli impianti non siano
eserciti per la produzione ma per garantire la sicurezza e, nel contempo, per
adottare le misure tecniche per eliminare le situazioni di pericolo che hanno
determinato il sequestro stesso, costituiscono un esempio “da manuale” della
applicazione delle norme del codice di procedura penale e confermano la
correttezza e le convinzioni del GIP (fondate sugli accertamenti tecnici
pregressi).
Altrettanto esemplare appare la revoca della nomina a custode del Presidente
della ILVA incompatibile con tale funzione in quanto lo stesso ha ricorso contro
l’ordinanza del Tribunale del Riesame, quindi anche contro la propria nomina a
custode degli impianti, esprimendo in tal senso la volontà di contrastare
l’attuazione degli obiettivi del sequestro.
Medicina Democratica sostiene pienamente anche le ultime iniziative del GIP
finalizzate alla messa in sicurezza e alla riduzione dell’impatto ambientale degli
impianti sottoposti a sequestro e non, semplicemente, alla loro “chiusura” (nel
senso di cessazione produttiva) come strumentalmente è stato affermato da
più parti.
Ci aspettiamo per questo che le istituzioni preposte intervengano
coerentemente e tempestivamente per definire, sostenere e far attuare queste
misure.
Le dichiarazioni e le iniziative di alcuni ministri (Ministro dello Sviluppo,
Ministro dell’Ambiente e Ministro della Giustizia) vanno purtroppo nella
direzione opposta. Anche l’intenzione del Presidente del Consiglio di voler
verificare “gli spazi legali per evitare la chiusura dello stabilimento” sembra
andare in una direzione diversa da quella necessaria : l’individuazione delle
misure tecniche di risanamento degli impianti, unica iniziativa corretta per
poter arrivare anche al dissequestro e alla ripresa della produzione delle aree
oggetto dei provvedimenti della magistratura.
Medicina Democratica, Movimento di lotta per la salute, conferma che, in tale
ambito offrirà il suo appoggio, la sua esperienza, le sue capacità e modalità di
lavoro.
Il Direttivo di Medicina Democratica ONLUS
Milano e Taranto, 13 agosto 2012