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oggi è il: 25|04|2024


Comitato No TAV Terzo Valico
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Martedì scorso è nato il Comitato No Tav - Terzo Valico dall’ unione di una ventina di realtà fra associazioni, movimenti, collettivi, sindacati e partiti che si oppongono all’ alta velocità ferroviaria fra Liguria e Piemonte.

Una vicenda , quella del Terzo Valico, iniziata tredici anni fa con il progetto del supertreno fra Genova e Milano.

L’opera di circa 150 chilometri prevedeva un costo di 3200 miliardi di lire (1 miliardo e 600 milioni di euro), ora richiede, per meno di metà tratta, l’astronomica cifra di 5 miliardi e 279 milioni di euro. La TAV si è rivelata un collaudato sistema di redistribuzione di ricchezza pubblica ad alcuni privati, il cui criterio dichiarato è semplificabile con lo slogan "l’utile ai privati, costi e perdite allo Stato".

La sera del 20 maggio 1992 si era tenuto presso la Biblioteca civica di Castelnuovo Scrivia il primo incontro interregionale fra cittadini ed associazioni ambientaliste in merito alla ventilata ipotesi di superferrovia ad alta velocità fra Genova e Milano, al termine del quale veniva costituito ufficialmente il Comitato No al Supertreno. Nasce oggi un’importante realtà associativa che si oppone al quarto progetto ad alta capacità dopo tredici anni, dopo tre progetti bocciati, dopo la triste vicenda dei due fori piloti, per cui è in corso un processo, dopo che si sono sperperati in inutili progetti oltre 200 miliardi che potevano servire per il potenziamento delle ferrovie esistenti, che versano in una situazione di grave degrado. Finalmente l’opposizione al Terzo Valico unisce le forze sull’esempio della Val Susa, dove la mobilitazione popolare ha attenuato l’arroganza del governo centrale e delle amministrazioni regionali e provinciali che volevano a tutti i costi imporre una grande devastazione sul territorio, nonostante la contrarietà dei cittadini e degli enti locali.

Anche in provincia di Alessandria, l’assurdo accanimento da parte delle amministrazioni nel sostenere un’opera inutile e dannosa rischia di portare ad una situazione insostenibile, con l’apertura dei cantieri senza che ci sia nei cittadini il consenso per la stessa. Viene messa in discussione la vivibilità ed in pericolo l’ambiente in un territorio ben più vasto della Val Susa, con centinaia di migliaia di cittadini che dovranno convivere con decine di cantieri operativi, con il transito di migliaia di camion sulle strade, con polveri che si depositeranno nei loro polmoni.

Come prima iniziativa il Comitato No Tav organizzerà un presidio in occasione del Consiglio provinciale che dovrà esprimere il parere definitivo sul progetto definitivo del Terzo Valico.

Si tenterà di convincere gli amministratori della provincia a pronunciare un secco no ad un’opera prevista dalla legge Obiettivo, su cui grava una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea, a schierarsi per la difesa del territorio e della salute dei cittadini, ad aprire un dialogo con i cittadini e le associazioni con l’obiettivo di seguire la procedura di valutazione d’impatto ambientale, al fine di studiare soluzioni alternative, fino a giungere all’opzione zero.

C’è ancora tempo per un sereno confronto fra diverse ipotesi, prima di giungere ad una mobilitazione a cui il Comitato No Tav certamente non si sottrarrà in presenza del permanere di una posizione di chiusura da parte delle amministrazioni.


Votate NO al Terzo Valico

Il Terzo Valico: un’opera ritenuta strategica sia dal centrodestra che da buona parte del centrosinistra senza che sia stata ancora dimostrata la sua utilità. Basti pensare che i primi progetti parlavano della presenza di 55mila pendolari fra Genova e Milano, quando poi una statistica delle FS comunicava l’esistenza di qualche centinaio di viaggiatori; poi, quando cadde l’alta velocità, a seguito di tre pronunciamenti negativi della Commissione di valutazione d’impatto ambientale, per giustificare l’alta capacità per le merci si sostenne che 5milioni di container avrebbero soffocato il porto di Genova entro il 2006, mentre nel 2004 siamo arrivati ad appena 1.630.000, circa un terzo del previsto.

Ciononostante la quasi totalità delle amministrazioni della provincia di Alessandria continuano a sostenere l’assoluta necessità dell’opera, ritenendola fondamentale ora per sostenere lo sviluppo economico, ora per il rilancio della logistica nel Basso Piemonte, ora parlando dell’unico mezzo per assecondare il progresso.

Aria fritta, valutazioni che cercano di sostenersi l’un l’altra, quando invece l’Unione Europea parla di grandi reti ferroviarie prioritarie per un riequilibrio modale fra gomma e ferro, per fare sistema fra le infrastrutture e i grandi porti. L’asse Genova - Rotterdam, all’interno del quale ci potrebbe anche essere la tratta del Terzo Valico, è una delle 30 opere inserite dalla lista prioritaria di opere che dovrebbero ottenere il finanziamento fino al 30% da parte dell’Unione europea, qualora si ottenesse la copertura finanziaria che ancora non c’è stante la mancata approvazione del bilancio europeo.

Anche le ferrovie pensano ad un progressivo passaggio delle merci dalla gomma al ferro, ma pianificano linee a bassa pendenza, in cui si possano comporre treni merci particolarmente lunghi e pesanti per grandi percorrenze. Non immaginano certamente di progettare una linea ferroviaria per brevi tratte e per il rilancio dello scalo di Novi S. Bovo o per la logistica di Alessandria, Arquata, Novi o Rivalta.

Il passaggio del treno ad alta velocità non porterà sicuramente ricadute occupazionali e sviluppo, ma solo distruzione nel nostro territorio. Lo ha capito la popolazione della Val Susa, che si è mobilitata e i sindaci che si sono uniti alla loro lotta, non lo hanno capito, o peggio fingono di non capire, le nostre amministrazioni, che anzi creano un clima soporifero sulla vicenda, demotivando chi chiede un maggior impegno nell’affrontare il processo decisionale, continuando ad affermare che non c’è copertura economica, permettendo che si sperperino risorse in inutili progettazioni.

Le associazioni e i movimenti hanno cercato in questi anni di approfondire la parte trasportistica, fornendo alle amministrazioni e ai cittadini studi e statistiche sulla situazione dei trasporti delle merci e sulle possibili alternative al Terzo Valico, senza ottenere grandi risultati, soprattutto per l’assoluta mancanza di volontà di dialogo da parte dei nostri amministratori.

Essi non hanno fatto il possibile in questi anni per tutelare il territorio e la salute dei propri concittadini da un vero e proprio “tsunami” di ferro e cemento che si sta abbattendo nel basso alessandrino. Non si sono impegnati nell’opporsi ad una legge Obiettivo sulle grandi opere che svuota le competenze delle amministrazioni locali nell’approvazione dei progetti per l’alta velocità. Non hanno mantenuto i patti con le associazioni ambientaliste per la riapertura del tavolo tecnico sul Terzo Valico, che sappia approfondire tutte le soluzioni alternative, compresa l’opzione zero. Chiediamo ai nostri amministratori di sottrarsi a tutti i condizionamenti che subiscono quotidianamente e di tornare a pensare con la propria testa, di decidere per il bene della collettività e non per questo o quell’interesse privato. Chiediamo a loro che si impegnino affinchè i 5miliardi di euro previsti per 50 chilometri di linea ad alta velocità vengano utilizzati per il rilancio ed il potenziamento di tutta la rete dei trasporti del Nord-Ovest, che versa in una situazione di pericolosa incuria. Chiediamo a loro di votare contro il Terzo Valico.

Le nostre proposte sono già state più volte illustrate e non ci sottrarremo ad un confronto costruttivo sulle stesse, partendo però dal presupposto di non ritenere strategico il Terzo Valico.

Speriamo soltanto che per ottenere questo diritto a discutere sul futuro del nostro territorio si possa mettere in campo il dialogo e non la repressione come avvenuto in Val Susa.

Ricorreremo alla mobilitazione popolare nel caso vedessimo la completa chiusura alle nostre istanze.

A.F.A. - Associazione Amici delle Ferrovie e dell’ Ambiente / Rete Ambientalista della Provincia di Alessandria / Associazione dei Comitati della Fraschetta / Medicina democratica / Alessandriacolori /WWF / Legambiente, Circoli di Tortona e Val Lemme / Progetto Ambiente di Tortona / CUB - Confederazione Unitaria di Base / CSA Lacandona di Valenza / Laboratorio Zona Franca di Casale / Laboratorio anarchico Perlanera di Alessandria / CSA Crocevia di Alessandria / Studenti in Movimento / Collettivo universitario Freebooters / Collettivo Zion / FAI - Federazione Anarchica Italiana / USI - Unione Sindacale Italiana / P.R.C. - Partito della Rifondazione Comunista / I VERDI




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In questa rubrica sono contenuti documenti e articoli relativi alle politiche ambientali ed alla questione degli inquinamenti.
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