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SINTESI FINALE DEL GRUPPO DI LAVORO SALUTE DELLA DONNA

Forum relativo agli argomenti della salute di genere.
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Medicina Democratica
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SINTESI FINALE DEL GRUPPO DI LAVORO SALUTE DELLA DONNA

Messaggio da Medicina Democratica » 19/02/2017, 11:37

GRUPPO SALUTE DONNE MED. DEMOCRATICA
21 gennaio 2017

Sono presenti 13 donne e 1 uomo

Dal nord – PUZZI Pietro, ginecologo che lavora Cons accreditati Brescia, BULGARINI Giusy ASST Ospedali Brescia, Castellarin Laura Ostetrica Osp Novara, PLOETEGER Violetta ginecologa Ass Reg TRENTO, GRAGLIA Inf Prof pensione/ casa delle donne Gallarate, ROSSI francesca Casa delle donne Milano; CORTESI Silvia Milano Med Dem; JANNELLI giuseppina,

Dal Centro- GRANDI Barbara, ginecologa osp in pensione Toscana, TOSCHI ginecologa Consultoriale Umbria,

Dal Sud DI PIERRI Marica Ass A sud

Introduce l’incontro ELISABETH COSANDEY di Medicina DEMOCRATICA di MILANO che fa un quadro di quanto è stato fatto sinora e dei problemi sul tavolo .
Il dibattito si è poi sviluppato in modo libero e costruttivo coinvolgendo quasi tutte/i i/le presenti. Si è poi cercato di trovare sui diversi temi evidenziati, una sintesi con obiettivi unificanti su tutto il Territorio Nazionale.
Questa sintesi è stata poi esposta da Marina Toschi alla Assemblea finale del Convegno aperto 20/21 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano.

La Fertilità maschile e femminile vorremmo fosse riconosciuto come un valore positivo da difendere lavorando sul mantenimento di un ambiente di vita e di lavoro non inquinato che possa garantire per uomini e donne un buono stile di vita rispettoso dei bisogni umani e della natura.

Vorremmo che sia chiaro che rispetto alla fertilità si può garantire una vera libertà di scelta per le donne solo con adeguati standard lavorativi, non con il precariato ed i lavori stressanti e sottopagati, spesso anche nocivi per i ritmi di lavoro e per gli agenti inquinanti presenti nell’ambiente.'
‘ No Work? No children ' gridavano le ragazze in piazza già molti anni fa e da allora la precarietà è solo aumentata.
Denunciamo l’eccesso di medicalizzazione nella gravidanza e nel parto, di cui il tasso esorbitante di tagli cesarei è solo uno degli indicatori, e la rarità con cui le donne possono oggi avere un parto indisturbato in cui al centro vi siano i bisogni propri e del bambino che nasce: sappiamo ogni giorno di più che se questi vengono rispettati ci saranno esiti migliori nella salute futura.
Per le carenze dei servizi pubblici che non vengono adeguatamente organizzati e finanziati, le donne per essere seguite con continuità in Italia si rivolgono nel 78% dei casi ai ginecologi privati, una sconfitta del nostro sistema sanitario nazionale.
Riconosciamo oggi che una delle forme in cui si esercita il potere del patriarcato è anche la violenza ostetrica contro la quale in tutto il mondo le donne stanno lottando.
Affermiamo che la libertà di scelta si deve applicare a tutto il percorso della gravidanza e fino al parto ed al puerperio/allattamento, quindi vorremmo chiedere servizi adeguati dove le donne siano libere di farsi seguire dall’equipe Consultoriale ed in cui le ostetriche, in base alle Norme Europee, possano occuparsi realmente della fisiologia della nascita, seguendo in autonomia le gravide anche prescrivendo gli esami previsti dai LEA su apposito ricettario.
E’ importante che in tutti gli Ospedali possano esserci percorsi per la fisiologia o Centri Nascita gestiti dalle ostetriche, perché è dimostrato che cosi si riducono gli interventi inappropriati.
Denunciamo la politica attuale che afferma la necessità per motivi di sicurezza di chiudere i piccoli ospedali. La chiusura non deve basarsi solo su criteri numerici, ma deve essere valutata
assieme alle popolazioni interessate considerando i disagi che esse possono incontrare, tenendo conto della qualità e dell’appropriatezza dei servizi offerti.
Anche il parto extra ospedaliero ( case di maternità e parto a domicilio) deve essere libero e offerto gratuitamente, o almeno rimborsato dalle ASL, permettendo a tante ostetriche e/o gruppi di ostetriche/doule di praticare una ostetricia, come dice l’ OMS più vicina alla vita familiare e con adeguati gradi di sicurezza anche a domicilio, come confermato dalla più recente letteratura scientifica.

Rispetto alla scelta di una IVG, di nuovo vorremmo Servizi che siano in grado di garantire davvero la scelta della donna e quindi con tempi e spazi per l’ascolto dei suoi bisogni, per la risposta alla sua richiesta di aiuto , anche economico. Ma chiediamo che questa risposta possa essere data in tempi adeguati con l'uso più allargato della RU486. Siamo infatti l'unico Paese Europeo dove si può usare l'aborto medico (Myfegine) solo fino al 49mo gg e non fino a 63mo gg come previsto per questo farmaco in tutto il mondo.
Questo rende molto difficile il reale e diffuso uso del metodo, troppo poco usato ancora a livello nazionale,specie al SUD. Infatti, in questo modo i tempi spesso sono troppo stretti rispetto a quando la donna si accorge di essere gravida e quindi viene richiesta una certificazione in urgenza per la IVG, cosa che pochi medici sono disposti a fare.
Rimane la piaga della obiezione di coscienza che fa sì che siano sempre meno i medici che svolgono servizio per le IVG, perché pochissimi giovani si vogliono occupare di questo che viene considerato un “lavoraccio”, poco retribuito e poco riconosciuto. Molte/i specializzandi non sono mai entrati in sala operatoria o nel reparto delle IVG e nulla sanno di cosa significa occuparsi del tema, anche dopo 4 anni di specialità, nè mai hanno messo piede in un Consultorio e non sanno come ci si lavora e cosa significa prendersi in carico una donna o una famiglia e non solo rispondere alla emergenza del problema che porta in quella seduta.
Il Ministro, di fronte ai dati sulla obiezione di coscienza e sullo scarso uso di RU486, , risponde con la teoria del Pollo, per cui dividendo le IVG per il numero dei medici, a lei i conti tornano. Per lei, i pochissimi medici non obiettori ne fanno” solo” pochi a settimana e per loro ferie e malattie non sono previste.
Abbiamo avuto dall'Europa 2 procedimenti di infrazione dal Tribunale di Strasburgo, a cui era ricorsa anche la CGIL, ma nulla si è mosso.
Una buona notizia che vorremmo evidenziare è stato il calo del 10 % delle IVG nella ultima rilevazione dell' ISS del 2015 , legata certamente al fatto che la contraccezione di emergenza CE o pillola del giorno dopo, dal 2015 non ha più bisogno di ricetta per le maggiorenni ed è ormai più efficace. Sarebbe opportuno allargare anche alle ragazze minori tale pratica.

I CONSULTORI familiari istituiti con la legge 405 del 1975 hanno subito molte trasformazioni; la cultura dei servizi territoriali e il primato della prevenzione sono naufragati all’interno di una sanità aziendalistica Sottodimensionati nel numero e nel personale , raramente le equipes sono davvero complete di tutte le figure professionali.
La legge 405 all’ art.4 prevedeva la gratuità delle prescrizioni di “ prodotti farmaceutici” e di tutte le altre prestazioni; ciò era dovuto alle donne italiane e anche agli stranieri residenti o solo presenti temporaneamente sul territorio italiano. Va riconquistato questo diritto perduto regione per regione.
Chiediamo che i Consultori siano strutture riconosciute e riconoscibili e che non si torni indietro rispetto a quanto stabilito nel POMI del 2000 che prevedeva una struttura consultoriale ogni 20.000 abitanti con una equipe multiprofessionale.

Solo il Piemonte ha un vero Coordinamento molto efficace di tutta la Rete dei Consultori, si è dato linee guida sulle attività.La gran parte delle Regioni Italiane, ignora anche solo quanti Servizi esistono nel suo Territorio, chi ci lavora e cosa fa veramente. Pochissimi raccolgono dati a livello Regionale con Indicatori chiari, verificati e verificabili che controllino effettivamente cosa è quanto viene fatto e con che qualità. Per fare un esempio nessuno controlla quante IUD/IUS
(Spirali), vengono introdotte nei Consultori, un metodo spesso scelto dalle donne che ormai non si riesce più ad inserire nei Servizi Consultoriali per problemi di ordine medico legale eseguendo un atto che viene considerato chirurgico e che invece in altri Paesi come la Francia o la Svezia, viene eseguito anche dalle ostetriche.
Denunciamo la politica della Regione Lombardia che favorisce le convenzioni con i consultori privati, spesso di ispirazione cattolica i quali fanno obiezione di coscienza “di struttura” sulla applicazione della legge 194.
E’ invece assolutamente necessaria la collaborazione tra l’ospedale e il consultorio in materia di IVG.
Infine vogliamo ancora affermare che vogliamo i consultori come luogo di informazione, aiuto, confronto sui temi della sessualità e della riproduzione, come un luogo che sappia capire e seguire i cambiamenti della società e che sappia rispondere ai bisogni di partecipazione delle persone viste come soggetti e non oggetto di salute.

Chiediamo poi di aderire alle iniziative di Med Dem e aderiamo in massa alla proposta di SCIOPERO delle DONNE per l’8 marzo 2017. Ricordiamo che a BOLOGNA il 3 e 4 febbraio si terrà una assemblea aperta del Movimento Femminista che contiene anche un tavolo che lavora sui temi della salute a cui potremmo portare il nostro Contributo.

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