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Epidemiologia partecipata

Inviato: 23/01/2017, 22:39
da Medicina Democratica
di Annibale Biggeri, Università di Firenze

Medicina Democratica si è posta fin dall’inizio della sua storia il problema della Scienza e delle sue mistificazioni. Il recupero del sapere pratico in particolare relativamente alle nocività sul luogo di lavoro ha avuto come conseguenza la nascita di un nuovo tipo di esperti, lavoratori che hanno prodotto conoscenza dall’impiantistica all’epidemiologia. Anche gli scienziati si sono dovuti confrontare con questo movimento. A loro è stata chiesta una precisa scelta di campo a partire dalla dichiarazione di non neutralità della Scienza.
La credibilità del metodo scientifico non è mai stata messa in discussione, né la fiducia negli scienziati che si schieravano con il mondo del lavoro e con la società civile nel suo complesso. Smascherare gli scienziati compromessi è sempre stato un compito svolto con puntualità e diligenza. Anche a livello internazionale troviamo molti esempi di questo tipo, si veda ad esempio nell’ambito dell’epidemiologia relativa all’amianto il lavoro di Kathleen Ruff.
Nella situazione odierna però ci troviamo di fronte ad uno scenario mutato. Da un lato viene giocata una strategia dell’incertezza per minare i risultati di indagini particolaristiche, su singoli episodi relativi a popolazioni necessariamente di piccole dimensioni. A questo va aggiunta la maggiore aggressività e incisività rispetto agli scienziati eretici o stigmatizzati come tali e posti fuori dall’accademia. Dall’altro, la società civile si è progressivamente allontanata dal mondo della Scienza, che è percepito in combutta con le elite dominanti. I due processi si rinforzano a vicenda, ad esempio la sfiducia negli scienziati porta ad un “fai da te” povero culturalmente, non si dispone più degli strumenti per discriminare gli scienziati “buoni” dai “cattivi” e la Scienza ufficiale e compromessa ha buon gioco a isolare i ricercatori eretici.
A partire dalla riflessione sulla perdita di qualità della Scienza, prima data per scontata nel procedimento scientifico, e sull’interfaccia Scienza-Società (principio di precauzione, conflitto di interessi ecc.) la ricerca sociologica sui processi partecipativi si è incentrata sul concetto di extended peer community (a partire dalla riflessione pioneristica di Funtowicz e Ravetz del 1993).
Vi sono denunce sempre più frequenti delle difficoltà della ricerca epidemiologica (ad esempio il recente lavoro della Prainsack pubblicato sull’International Journal of Epidemiology il 17 gennaio 2017) ma pochi esempi concreti di studi che implementino un approccio diverso e centrato sulla partecipazione dei cittadini all’indagine. Uno di questi è lo studio Manfredonia Ambiente e Salute condotto nel periodo 2015-2016. Lo studio è documentato su Epidemiologia e Prevenzione (www.epiprev.it).