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un'organizzazione all'altezza degli obiettivi
Inviato: 10/01/2018, 21:14
da maurizio loschi
carissimi,
come da impegno assunto nel direttivo provo a avviare una discussione sulle questioni organizzative proprio nell'ottica di arrivare al Congresso con proposte già conosciute in modo da poter concludere il Congresso con modalità organizzative meglio rispondenti alle nostre attuali necessità.
Credo però che prima di arrivare alle proposte sia necessario un approfondimento su quale tipo di struttura intendiamo darci e perché.
Solo in questo modo penso che eventuali suggerimenti di diversa regolamentazione della nostra struttura ed attività potrebbero essere accolte come soluzione ad un problema e non lette come una modifica burocratica.
Parto quindi dal tentativo di individuare, secondo un mio metro, i principali problemi che ci siamo trovati di fronte in questi ultimi tempi, e lo faccio nel modo più sintetico possibile, anche se questo potrebbe portare a dover approfondire successivamente passaggi poco chiari.
Passaggio da movimento a onlus.
Si è trattato di un passaggio indispensabile per poter godere dello stato di Onlus, ma che ci ha trovati impreparati sotto il profilo burocratico/amministrativo. In realtà noi continuiamo, per via della nostra storia e delle caratteristiche della maggior parte degli aderenti, ad essere movimento, portandoci dietro un rifiuto della burocrazia quasi anarchico, (ma anche una accettazione delle differenze di opinioni) che però presta il fianco a chiunque voglia utilizzare gli strumenti formali dello statuto per strumentalizzare qualsiasi decisione venga assunta che non condivide. Ne deriva, a tutti i livelli, la necessità di un maggior rispetto della forma, l’assoluta regolarizzazione della parte amministrativa soprattutto a livello locale, il bisogno di una maggiore partecipazione dei soci alla vita attiva delle sezioni e dei membri del direttivo alle riunioni nazionali, ma soprattutto la definizione di regole condivise (non so se valga la pena di stilare un regolamento vero e proprio), che chiariscano a tutti che la ONLUS ha modalità e vincoli maggiori e diversi rispetto alla semplice attività nel movimento.
Autonomia delle sezioni
Poiché non tutti hanno compreso bene quanto sopra, ne è derivato una sorta di “dialogo tra sordi” sul tema, che ci ha costretto a volte a correre ai ripari formalizzando il divieto di intervenire legalmente a nome dell’associazione poiché si tratta di una opportunità prevista solo a livello nazionale, o a prendere provvedimenti a cose fatte a tutela dell’associazione quando la scelta di intervenire, o con quale modalità, era stata di singoli aderenti o sezioni locali. Il problema da affrontare per me, in primis, è una corretta informazione ai soci e alle sezioni su quali sono gli spazi per le sezioni e quali quelli riservati al nazionale, sulla possibilità di intervenire pubblicamente chiarendo che lo si fa a nome personale o della sezione locale e definendo le modalità per le prese di posizione ufficiali (cioè formulate a nome di tutta l’associazione).
Struttura e Ruolo del Direttivo
Mentre nel passato poteva far parte del Direttivo praticamente chiunque ne avesse voglia, salvo poi non presentarsi alle riunioni o non portare alcun contributo, la strutturazione in Onlus ci impone di cambiare atteggiamento, pena un Direttivo elefantiaco ma impedito dalle regole nel deliberare anche su questioni importanti a causa della mancanza di un numero legale o comunque adeguato alle necessità. L’appartenenza a questo organismo, a mio giudizio, dovrebbe invece essere riservata a soci che o hanno un ruolo particolarmente rilevante (ovviamente non mi riferisco a titoli onorifici ma ad un impegno concreto e approfondito) in qualche settore di intervento di MD, e per questo portano un contributo specifico di valenza nazionale, o vogliono cimentarsi nella gestione dell’attività ad un livello superiore a quello locale. Possibili soluzioni a questo problema possono essere: maggiori e migliori indicazioni sui requisiti richiesti ai membri del direttivo, possibile riduzione del numero dei membri del direttivo, destituzione in caso di troppe assenze ingiustificate alle riunioni, maggior utilizzo di internet (e quindi possibilità di partecipare in videoconferenza ma con strumenti adeguati sia nel luogo dove si tengono le riunioni che nelle sedi dalle quali ci si collega), nomina di un esecutivo ristretto (oppure possibile delega di alcune funzioni ad una Segreteria che affianchi Presidente e Vicepresidenti), suddivisione del Direttivo in Gruppi di lavoro tematici. Al fianco di qualsiasi rimodulazione organizzativa, però, credo sia necessario definire meglio il ruolo del direttivo, i suoi poteri tra un congresso e l’altro, la necessità di garantire la maggiore partecipazione possibile insieme però alla necessità di poter ottemperare a ruolo e obblighi in tempi stretti (spesso contingentati).
Dibattito interno
La necessità di garantire la massima partecipazione alla discussione su qualsiasi tema e la costruzione condivisa di posizioni nazionali di MD su qualsiasi argomento collegato alla nostra attività, si deve affiancare alla scientificità delle motivazioni ed alla coerenza con i principi che abbiamo sempre sostenuto. La libertà di espressione, cui dobbiamo garantire la massima apertura, deve coniugarsi con la necessità di non danneggiare l’organizzazione, soprattutto quando si discute di tematiche interne ed organizzative, così come il pluralismo di opinioni se porta a valutazioni contrapposte su qualche tema non necessariamente deve essere consegnato ai media per favorire la visione di una associazione spaccata ed incapace di sintesi unitarie. Ovviamente contrari ad ogni forma di censura dobbiamo però saper porre limiti ad atteggiamenti aggressivi, ineducati o comunque scorretti, dandoci altresì l’obiettivo di evitare il cristallizzarsi di fazioni all’interno dell’organizzazione. Le modalità del dibattito, di conseguenza, dovranno essere aperte, utilizzare ogni forma di trasmissione del pensiero, sia tramite internet che di persona, puntando sulla capacità dei membri di moderare da soli i propri interventi. Nello stesso tempo l’abuso degli strumenti danneggia lo strumento stesso, e ne abbiamo avuto la prova con una mailing list talmente intasata da continue mail ripetitive e fuori luogo che ha portato numerosi iscritti a cancellarsi o ad inviare direttamente nel cestino qualsiasi mail ricevuta da quell’indirizzo. Questo ha ridotto e non aumentato la diffusione delle idee per cui è necessario trovare modalità che vi pongano rimedio. La scelta del Forum, in questo senso, potrebbe essere quella che garantisce meglio la circolazione degli interventi poiché li suddivide per tema e ognuno è libero di partecipare solo a quelli che maggiormente lo interessano, anche se resta la necessità di essere avvertiti della pubblicazione di nuove informazioni per non perdere tempo ad andarsele a cercare sfogliando continuamente l’intero database delle discussioni.
Ovviamente il dibattito è aperto e diverse valutazioni possono portare a diverse proposte, ma già dal modo con cui affronteremo questo tema si vedrà se siamo effettivamente all'altezza degli obiettivi che ci poniamo.
maurizio loschi
Re: un'organizzazione all'altezza degli obiettivi
Inviato: 12/01/2018, 13:52
da Marco Caldiroli
Concordo con quanto indicato da Maurizio Loschi e presento alcune proposte nel merito.
Per evitare equivoci : è pacifico che ogni modifica della organizzazione del direttivo va decisa dalla assemblea, abbiamo aperto la discussione nel forum nella speranza che la discussione possa essere ordinata, non fatta all'ultimo momento, in modo da riservare alla decisione dell'assemblea gli aspetti su cui vi sono opinioni e proposte differenti già illustrate.
Le modifiche di organizzazione del direttivo non necessitano di modifiche dello Statuto in quanto, anche per garantire elasticità, ove definite dalla assemblea possono essere agevolmente modificate dalla stessa ove non raggiungano gli scopi previsti.
Per quanto concerne aspetti “regolamentari” (attualmente i regolamenti in vigore riguardano il rapporto direttivo/sezioni, i rimborsi e le attività in campo giudiziario; non vi sono regolamenti relativi alla assemblea dei soci) ove vi sia necessità di modifiche sarà il direttivo a definirle ed approvarle.
Componenti del Direttivo
Al fine di garantire il numero legale il direttivo “di base” uscente dal prossimo congresso può essere fissato in un in 25 membri. Successivamente alla elezione, durante il mandato triennale, l’assemblea può integrare/sostituire il direttivo come già previsto dallo statuto.
Elezione del direttivo e del Presidente/Vicepresidente
L’indicazione statuale è che l’assemblea elegge dal suo seno i membri del direttivo, il presidente e i vicepresidenti. Non vi sono altri vincoli (oltre al range numerico minimo/massimo e alla diversa collocazione geografica dei vicepresidenti).
Negli ultimi congressi la individuazione dei componenti, del presidente e del vicepresidente è avvenuta cercando di condividere una “unica” lista (anche questo è stato un fattore che ha incrementato il numero dei componenti al di là della volontà/capacità individuale di partecipare in modo continuativo alle riunioni del direttivo e soprattutto di partecipare alla attività “nazionale”).
Se si vuole organizzare l’elezione in modo diverso occorre definirlo in precedenza, non possiamo perderci in discussioni al momento dell’assemblea. Rischieremmo di non riuscire nell’intento e dover rinviare tale incombenza.
Qualunque modalità di votazione si preveda (“in blocco” o con scrutinio per preferenze – eviterei sistemi basate su liste diverse che poi si dividono i “seggi” in funzione a rapporti di maggioranza/minoranza) ritengo necessario – come fatto almeno fino al Congresso di Brindisi – che vi sia l’espressione individuale volontaria di candidarsi da parte dei singoli soci mediante un modulo (disponibile anche prima del congresso) nel quale il candidato si propone anche per un determinato gruppo (che poi potrà anche cambiare o potrà far parte di più gruppi ma deve esplicitare la volontà di contribuire a livello nazionale a un determinato tema.
Per le votazioni relative al direttivo – se non si vuole più procedere a una unica lista su cui cercare la condivisione dell’assemblea (ma è probabile che, se non vi è un preventivo accordo del direttivo stesso con una proposta unitaria che ciò non sarà semplice da realizzare) - vi possono essere diverse “alternative”:
- Una situazione “ognuno per sé”: chiunque può candidarsi, entro un certo momento del congresso si chiudono le candidature (che potranno venire anche dall’esterno in caso di assenza/impedimento a presenziare al congresso) e si fa una unica lista. Segue una votazione con relativa “cabina elettorale”, scrutatori e scrutinio, su una lista nella quale ogni votante può esprimere un certo numero di preferenze (es. 10) ovviamente in questo caso il voto per delega (1 socio una delega come permesso dallo Statuto non vale – “chi c’è c’è”).
- Una situazione “mista” potrebbe essere quella di indicazione da parte delle sezioni di un nominativo che verrebbe inserito “automaticamente”. Questo presuppone però che la sezione sia pienamente “efficiente” ovvero abbia adempiuto a quanto previsto dal regolamento (bilanci, relazione attività, verbali nomina responsabile e altre figure). Necessiterebbe di un verbale di assemblea della sezione (sottoscritto da tutti i soci partecipanti) ove viene indicata la persona (sempre con relativa dichiarazione riguardante il gruppo cui intende far parte), il verbale verrebbe inviato al Presidente , al segretario e/o al direttivo direi almeno un mese prima del congresso; avremmo quindi un certo numero (non credo oltre i 10) di “designati” localmente, i rimanenti potrebbero essere definiti con una delle due modalità precedenti ovvero “lista unica condivisa” o per elezione diretta e segreta sempre su autocandidatura (eventualmente ponendo limiti sul numero di soci provenienti dalla medesima sezione – es. 3).
Per quanto concerne il “corpo elettorale” dell’assemblea per prassi abbiamo finora considerato i soci iscritti nell’anno precedente al congresso e quelli nuovi nell’anno del congresso – per quest’ultimo aspetto sarebbe meglio indicare il limite del 31 marzo per i nuovi iscritti 2018 (limite che è quello stabilito dallo statuto entro cui regolarizzare la propria affiliazione entro l’anno in corso).
Per quanto riguarda la nomina del presidente e del vicepresidente : una volta nominato il direttivo la scelta di queste figure è più semplice e può avvenire come sempre ovvero con voto in assemblea. L’unica variante da definire è se procedere alla votazione di un unico “pacchetto” delle tre figure oppure procedere a votare ogni singola figura (presidente e poi i singoli vicepresidenti , per questi ultimi va ricordato il “vincolo” territoriale dello Statuto).
Organizzazione del direttivo
Deve essere chiaro ad ogni componente del direttivo che la sua presenza è finalizzata alla attuazione delle politiche definite dal congresso e dall’assemblea su un livello nazionale ovvero è un impegno aggiuntivo rispetto a quello che ognuno svolge in sede locale. I componenti del direttivo non rappresentano le sezioni ma loro stessi e possono certo portare le proposte che provengono dalle sezioni ma la loro funzione non è esclusivamente quella.
Per quanto sopra ritengo necessario che la organizzazione della sua attività (anche al di fuori delle singole riunioni) deve essere basata su gruppi (ogni gruppo con un responsabile/referente designato dal direttivo ), come primo riferimento questi gruppi possono corrispondere ai gruppi di lavoro del congresso cui si aggiunge il responsabile vertenze già previsto dallo statuto (al responsabile possono essere affiancati altri componenti del direttivo). I partecipanti al gruppo – per le attività al di fuori delle riunioni del direttivo - possono anche non essere componenti del direttivo. In tal caso chi vuole partecipare deve farne domanda al referente che farà conoscere la richiesta al direttivo (questo per sapere in ogni momento chi compone i gruppi).
Quindi i gruppi sono
1. Partecipazione, Prevenzione e Salute: la difesa dei diritti sotto attacco Sistema sanitario nazionale: una nuova proposta di unità socio sanitarie locali; incluso il tema relativi all’accesso alla salute degli immigrati
2. Lavoro, cicli produttivi : Nocività, Prevenzione; in questa tema saranno trattati i temi del lavoro degli immigrati, dei giovani, le nuove nocività
3. Agricoltura, Alimentazione, Salute, Tutela del suolo
4. Ambiente, Inquinamento, Salute; produzioni energia; nocività diffusa, grandi opere, gestione rifiuti
Ogni gruppo si autoorganizza per garantire scambio di informazioni (propria mailing list, utilizzo del forum).
Ogni componente del direttivo può partecipare a più gruppi ma può essere referente per un solo gruppo.
La redazione si autoorganizza ed è comunque rappresentata nel direttivo dal responsabile delle attività editoriali.
Segreteria
Si può proporre in via sperimentale (per un triennio – v. .art 34 Statuto ) la formazione di una “segreteria” esecutiva che potrebbe essere costituita dal Presidente, Vicepresidenti, responsabili gruppi + responsabile vertenze + responsabile economico. Quindi al massimo 8 persone (alcuni componenti potrebbero avere una doppia funzione, es vicepresidente e responsabile di un gruppo – a meno di definire una “incompatibilità” tra cariche doppie) e quindi essere costituito da meno di 8 componenti.
Il segretario verbalizzante, qualora non sia già componente perché svolge una delle funzioni sopra indicate, è “invitato” con la sola funzione di verbalizzare le decisioni e renderle pubbliche al direttivo.
Non vi sarebbe bisogno di elezione in quanto le persone sarebbero “automaticamente” designate in relazione alla funzione svolta e precedentemente definita di referenti dei gruppi o di una delle altre funzioni.
I principali compiti della segreteria potrebbero essere quelli di compiere atti urgenti tra un direttivo e l’altro, atti che devono comunque essere validati nella prima riunione utile del direttivo. Tra questi si può prevedere esplicitamente : impegni di spesa urgenti entro un tetto massimo (es. 3.000 euro), costituzioni di parte civile per procedimenti penali o per ricorsi amministrativi (sempre nel caso non vi sia il tempo di riunire il Direttivo), rapporti con enti/associazioni/reti; assenso a iniziative nazionali con altri enti/associazioni/reti.
La segreteria avrebbe anche il compito di attuare specifiche delibere del direttivo che di volta in volta gli verrebbero assegnate.
La segreteria si autoorganizza per scambiarsi informazioni e consultarsi. Le decisioni vanno comunque inserite nel forum del direttivo a cura del segretario verbalizzante.
In caso di mancato accordo (si potrebbe mettere una maggioranza qualificata es 2/3) la questione viene sospesa e rinviata al direttivo (da valutare in caso la questione riguardasse aspetti legali urgenti di lasciare eventualmente, in caso di disaccordo, la decisione finale al legale rappresentante ovvero al Presidente) .
Re: un'organizzazione all'altezza degli obiettivi
Inviato: 22/01/2018, 13:08
da maurizio portaluri
Buongiorno,
quali sono le date precise del congresso? si conosce anche la location?
non ho trovato indicazioni nel sito
Maurizio
Re: un'organizzazione all'altezza degli obiettivi
Inviato: 22/01/2018, 15:40
da Marco Caldiroli
Napoli, 20-22 aprile 2018, ex OPG.
Qualche indicazione in più le trovi nei verbali degli ultimi due direttivi che sono stati inseriti nel forum soci sotto la voce dal direttivo.
Ovviamente quando avremo definito il programma e altri particolari metteremo tutto sul sito.
Saluti
Marco
Re: un'organizzazione all'altezza degli obiettivi
Inviato: 24/01/2018, 8:53
da eiseranoemi
condivido quanto detto. Posso partecipare poco, ma seguo sempre con interesse
Re: un'organizzazione all'altezza degli obiettivi
Inviato: 21/04/2018, 22:49
da tinobalduzzi
Organizzazione di Medicina Democratica.
Per affrontare il futuro credo occorra una base molto più ampia e meglio distribuita territorialmente.
Ma Medicina Democratica da tempo ha, in tutta Italia, un numero ridotto di iscritti, ora circa 200, che, da bilancio, versano, come ordine di grandezza, circa 10000 euro tra quote di iscrizione e altre elargizioni. Una cifra comparabile con la copertura del costo di stampa e diffusione di una rivista cartacea che nel 2018 ha un impatto non paragonabile con quello che poteva avere in passato, una rivista che per alcuni ha un grande valore affettivo mentre per tutti è un forte costo collettivo. Dal 5x1000 arrivano, grosso modo, altri 10000 euro che servono a pagare l’affitto di una sede milanese, sulla cui necessità per tutti gli iscritti è il caso di discutere, e altre spese di funzionamento. Nel bilancio appaiono poche altre elargizioni e poi voci positive e negative, molto variabili nel tempo, relative alle cause vinte e perse in tribunale, su cui non si può fare conto per l’attività ordinaria.
Sulla base di un recente studio di Banca Etica si può stimare che la cifra raccolta con il 5x1000 provenga da un numero molto ridotto di contribuenti, presumibilmente identificabili con gli stessi 200 iscritti, che, a dispetto del numero ridotto, si può dire che fanno davvero molto.
Detto questo Medicina Democratica dovrebbe dire chiaramente se vuole proseguire sulla stessa strada (pretendendo, in sole 200 persone, di svolgere un compito centrale nella difesa della salute degli italiani attaccata sempre più pesantemente) oppure scegliere tra rispondere alla richiesta che viene dal basso provando a fare di più (e quindi allargando la propria base sia numericamente che territorialmente) o rimanere un glorioso organismo che, per scelta, dice cose per lo più molto giuste in un ambito ristretto e che fa quello che può nei tribunali, rinunciando però, a priori, al supporto di una consistente base popolare. Una base popolare che può essere difesa solo stando al suo interno, e non standone ai margini.
Due strade diverse, ciascuna con una sua dignità. Io chiedo che venga imboccata la prima e che comunque ci si confronti seriamente, e per questo mi ricandido. Nel caso però si scelga, centralizzando ed arroccandosi, di rimanere sulla seconda strada mi rimane la curiosità di sapere perché andare a deciderlo nella Napoli di Je so’ Pazz, che è la quotidiana negazione di tale scelta.
Le modifiche statutarie proposte da alcune sezioni a Rosignano sono, indipendentemente dalla possibilità di approvarle a Napoli, un buon segnale. Ma credo che occorra anche altro, come la drastica riduzione delle quote minime di iscrizione e l’impiego di una parte dei circa 200mila euro riportati a bilancio per favorire l’ampliamento della copertura territoriale, imparando la lezione che proviene dalle modalità di elaborazione e di lotta sviluppate in molti luoghi nel mondo, dove la Valsusa, che vede mi impegnato in prima persona, è solo un esempio. Perché sulla Medicina, sopratutto se Democratica, devono poter dire la loro non solo medici e professori, ma anche i poveri cristi che non hanno i soldi per curarsi.
Quanto agli aspetti decisionali credo che, anziché accentrare le decisioni in una segreteria ristretta, sia il caso, utilizzando i più recenti velocissimi collegamenti internet a costo molto ridotto, di riunire sistematicamente il direttivo per via telematica, magari investendoci qualche risorsa, in modo da superare esperienze come quella dell’ultimo direttivo, dove di buona parte degli interventi a distanza si sentiva una parola ogni due ed era molto problematico visualizzare documenti.
Parlare di organizzazione obbliga oggi a spendere alcune parole allo scontro tra la presidenza e Lino Balza. Pensavo di poter fare qualcosa, ma non ho potuto fare nulla perché immobilizzato da una polmonite (spero di non dover sporgere le radiografie, che comunque ci sono). Però gli sviluppi delle ultime settimane (che ho potuto seguire praticamente solo in rete) rendono evidente che le differenti opinioni sul processo alla Solvay di Spinetta Marengo sono poca cosa rispetto alla diversità di opinioni sul modo di gestire Medicina Democratica, e che in questo Lino Balza è tutt’altro che solo.
Stando così le cose credo che sia sbagliato pensare di circoscrivere lo scontro al modo di comunicare di Balza. Si rischia di prendere decisioni che possono andare fortemente contro gli scopi di Medicina Democratica. Vale per tutti (proprio tutti) il fatto che la bravura e la preparazione spesso portano ad essere pericolosamente autoreferenziali. Occorrono invece pazienza, fiducia, umiltà e buona volontà da parte di tutti. Ma tutti. E poi, nella sostanza, occorre anche democrazia. La lunga storia di contrasti e collaborazioni tra me e Balza dice che, mettendo i fatti davanti alle parole, la questione è superabile.
Re: un'organizzazione all'altezza degli obiettivi
Inviato: 24/04/2018, 15:20
da Marco Caldiroli
Ringrazio Balduzzi per le sue note.
Parto dagli aspetti "economici" per correggere e specificare alcuni aspetti:
- non è esatto dire che entrano 10.000 euro tra quote dei soci e "altre elargizioni", nel 2017 sono entrate 8.985 euro dalle quote associative ordinarie + 6.000 euro circa da "elargizioni" varie (su cui tornerò) quindi quasi 15.000 euro. Per darti una ulteriore informazione ti dico che nel 2010 le entrate per le quote di soci erano pari a 1.200 euro ma non ricordo nessun proclama e critica nei confronti della "presidenza" per questa situazione;
- nel 2017 sono entrati 11.900 euro dal 5 x 1000
- l'affitto della sede di via dei Carracci a Milano non è 10.000 euro ma 4.670 euro (e siamo a Milano, vicino a City Life !)
- tra le altre "poche" elargizioni vi sono : importi versati da diverse sezioni (in particolare Milano, Castellanza, Firenze, Savona, Novara) in particolare 1.800 euro di vendita di riviste e altre pubblicazioni di MD e altri 1.700 euro di sottoscrizioni dirette da queste sezioni. Vi sono sezioni che "finanziano" MD e altre no, non lo dico per dare le pagelle ma perché vi sono sezioni che (da sempre) raccolgono durante le proprie attività e inviano soldi con la finalità di far funzionare MD nel suo complesso e permettere, nell'ambito di una (per me) ovvia solidarietà tra le diverse realtà che chi ha problemi economici possa comunque realizzare interventi (gli importi spesi per tale voce - non registrata individualmente nel bilancio in quanto sottoforma di rimborsi o attività di singole sezioni sono stati pari a circa 2.500 euro, potrebbero certamente essere di più in funzione delle effettive esigenze delle sezioni in base a motivazioni e progetti presentati e approvati dal direttivo.
- è vero che la rivista (2 numeri + 1 supplemento nell'esercizio economico 2017) è costata nel 2107 circa 10.000 euro, è anche vero che - come detto sopra - vi sono 1.800 euro di entrate per vendite a cui si aggiungono 1.200 euro di entrate da AIEA per la compartecipazione nella produzione del supplemento, e circa 500 euro di importi come abbonamenti (ovvero di non soci che richiedono la rivista). Ricordo che, a suo tempo (con l'acquisizione della rivista da MD Coop), si passò da una quota annuale di 25 euro ad una di 35 euro che comprendeva anche l'abbonamento alla rivista, quindi vi è un ulteriore importo della quota individuale che può essere attribuito specificatamente alla rivista e che porta ad una copertura dei costi attuali intorno al 60 %.
Per gli aspetti politici; fermo che la tua affermazione che necessita una "base molto più ampia e meglio distribuita territorialmente" mi appare pleonastica, a meno che non intendi affermare che MD, volutamente, si autoriduce nel numero e nella estensione.
In ogni caso :
a) i soci del 2017 sono stati 252 (erano 220 nel 2015, 209 nel 2016), considerando il numero di persone che dal 2015 al 2017 si sono associate almeno una volta, arriviamo a 390 - comunque pochi ma è meglio essere precisi.
b) mi appare strano correlare l'incremento della base di consenso e associazione con MD con l'entità dell'importo della quota di affiliazione che escluderebbe per i "poveri cristi" , in ogni caso per questi ultimi sono anni che esiste la quota annua di 10 euro che non ha portato, di per sé (né nessuno si faceva illusioni) le masse a venire in MD.
Forse vi sono dei soci che non hanno ancora capito cosa significhi il passaggio da MD Coop (quella preesistente) e MD Onlus. MD Coop (nata nel 1978) era ed è a tutti gli effetti una società, costituita da 20 soci (venti) e da un consiglio di amministrazione. Il periodo delle lotte ha determinato la affiliazione politica di molte persone, ma non vi era, né era necessaria, una affiliazione formale e tanto meno quote definite per associarsi. Questo cambia con la Onlus (che è stata creata nel 2003 proprio tenendo conto delle mutate condizioni politiche e garantire così maggiori chances di esistenza ), da 85 soci (2003) siamo oggi a 252 , il numero attuale non è certamente elevato ma questo numero, oltre a non essere direttamente comparabile con l'affiliazione politica di un tempo, rappresenta solo una parte di MD e non può essere l'unico parametro di valutazione. Non so altrove ma, per esempio, a Castellanza metà circa delle persone che lavorano e si sentono di MD non sono formalmente soci ovvero non compilano ogni anno la scheda di associazione e non versano la quota associativa (anche se contribuiscono anche economicamente alle attività).
c) accusi MD di starsene in un guscio e non cogliere la richiesta che giunge dalle masse popolari che non attenderebbero altro che una MD "aperta"; che si debba fare di più è pacifico come pure incrementare le sezioni, ma questo non si raggiunge con la sola volontà e i proclami ma dai contatti che si riesce a costruire, dalla condivisione dei contenuti e da una organizzazione minima ma con responsabilità definite. Su questo si può discutere e ogni proposta è utile e da valutare se non si basa sul teorema che MD si sbaglia in toto e qualcuno ha la verità rivelata e assoluta, tantomeno dalla denigrazione di qualunque scelta di MD (strano modo, direi, per incrementare l'interesse delle masse a MD ....).
d) non vi è nessuna preclusione all'utilizzo di internet per parlarsi e anche decidere. Nel nostro regolamento vi è però una affermazione di base : questi strumenti si usano se TUTTI i componenti del direttivo hanno reale accesso al mezzo e questo non è ancora una condizione rispettata. Nel forum del direttivo (prima che arrivassi tu) abbiamo anche predisposto la possibilità di votazioni dirette ma per andare avanti avevamo chiesto a tutti i componenti del direttivo di dimostrare di accedere al sistema : dopo due solleciti hanno risposto in 8 . Ci riproveremo con il nuovo direttivo e cercheremo di arrivare al risultato.
e) lo scontro con Balza, per quanto mi concerne, non è "circoscritto" al modo di comunicare (anche se spesso è lo stile che fa l'uomo) ma ai contenuti diffamatori e falsi non contro la "presidenza" ma contro MD. La "pazienza" nei confronti di quanto scrive e diffonde è finita da tempo, non vedo dove vedi "democrazia" ove vi è un soggetto che parla contro un altro senza dargli alcuna possibilità di replica e che sfugge a qualunque confronto nelle sedi previste (direttivo e assemblea).
f) per quanto concerne la tua autocandidatura è arrivata tardi (la sera prima del 22.04) e non ho potuto averne conoscenza. Se ne potrà parlare il 19.05.2018 a Firenze in quanto abbiamo riconvocato l'assemblea per il bilancio per evitare qualunque ulteriore alibi per criticare il bilancio stesso.
Allo stesso modo sono state congelate le candidature di Marchi e Tartaglione in quanto è palesemente anomalo che prima ci si candidi e poi si dichiari di "disertare" il congresso e l'assemblea straordinaria in quanto non gli si riconosce alcuna dignità.
Su questo vorrei capire se la pensi allo stesso modo ovvero se, quale appartenente alla sezione di Alessandria, condividi la "diserzione" e il disprezzo dichiarato per il congresso e l'assemblea straordinaria.
Cordiali saluti
Re: un'organizzazione all'altezza degli obiettivi
Inviato: 24/04/2018, 22:18
da tinobalduzzi
Prima di rispondere punto per punto vorrei sapere perché nella risposta si dice che la mia candidatura è arrivata il 22/4 quando nella mia posta c'è la mail di ringraziamento per essermi candidato a Medicina Democratica in data 15/4/2018 ore 18:42. Mail che ho ricevuto dall'indirizzo
forms-receipts-noreply@google.com subito dopo aver compilato il modulo entro i termini.
Cosa è successo?
Re: un'organizzazione all'altezza degli obiettivi
Inviato: 25/04/2018, 21:24
da tinobalduzzi
Ringrazio Caldiroli per le sue precisazioni sulle cose che ho scritto. Nel rispondergli però voglio puntualizzare che io sono intervenuto solamente nel luogo deputato, ovvero il forum, sulla base di cifre di bilancio che non ho contestato.
Lo puntualizzo perché ho notato che, a fronte di un mio comportamento sempre attento ad attutire il clima conflittuale creatosi recentemente, la risposta di Caldiroli, anziché attutire quel clima, lo alimenta facendo sospettare intenzioni che non ho, fino ad attribuirmi cose che non ho scritto.
Prima di esaminare gli appunti che Caldiroli mi fa sulla parte economica preciso, benché evidente nel contesto, che mi sono limitato al raffronto dei soli dati 2016 e 2017 riportati in bilancio. Le conoscenze e le esperienze di ragioneria e di statistica mi hanno poi permesso di trarre conclusioni che ho esposto arrotondando le cifre.
Nel fare una riflessione sull’effettivo apporto dei soli soci (cosa che nel contesto appare chiaramente) ho scritto “...un numero ridotto di iscritti, ora circa 200, che, da bilancio, versano, come ordine di grandezza, circa 10000 euro tra quote di iscrizione e altre elargizioni”. E l’ho scritto dopo aver letto, nel Conto Economico, “Quote associative ordinarie” 8.985,00 euro e “Elargizioni da soci” 2.126,00 euro (ovvero 11.111,00 che appunto è circa 10.000).
Ma Caldiroli nel suo primo appunto risponde “non è esatto dire che entrano 10.000 euro tra quote dei soci e "altre elargizioni"”. Io però non ho scritto quello, perché prima di “10000” ho scritto “come ordine di grandezza” e “circa”.
Poi Caldiroli cita “6.000 euro circa da "elargizioni" varie” dove è evidente che considera anche “Elargizioni da privati” per 3.967,58 euro (dove 2.126,00 + 3.967,58 = 6.039,58), ovvero circa 4000 euro che, per definizione, esulano dalle mie considerazioni sull’apporto dei soli soci. Subito dopo, risalendo al 2010, mostra di allarmarsi inutilmente con un accenno a proclami e a critiche alla presidenza che io non ho fatto.
Un altro punto in cui Caldiroli mi attribuisce cose che non ho scritto è “l'affitto della sede di via dei Carracci a Milano non è 10.000 euro ma 4.670 euro”. Io invece ho scritto “Dal 5x1000 arrivano, grosso modo, altri 10000 euro che servono a pagare l’affitto di una sede milanese, sulla cui necessità per tutti gli iscritti è il caso di discutere, e altre spese di funzionamento”. Dove “l’affitto di una sede milanese … e altre spese di funzionamento” non vuol dire solo “l’affitto di una sede milanese”.
Poi Caldiroli prosegue dicendo cose interessanti ed istruttive, prima sul rapporto tra sede centrale e sezioni e poi sulla rivista stampata.
Sulla rivista Caldiroli accoglie in buona parte la mia critica valutandone la sua copertura economica in circa il 60%. Senza entrare nelle cifre credo che occorra valutare l’opportunità di far pagare la considerevole rimanente parte scoperta solo a coloro che intendono usufruirne in forma stampata. Anche perché pure qui deve valere il principio “chi inquina paga”, perché la stampa richiede carta e la carta, purtroppo, quasi sempre richiede alberi. Ma un’altra ragione fondamentale è che mentre la forma digitale permette di fare ricerche grazie ai motori di ricerca, la forma stampata, purtroppo, non lo permette diventando sempre meno utile. È un po’ triste, ma è così.
Occorre quindi approfondire il discorso perché sono sotto gli occhi di tutti i risultati della rivoluzione digitale. Partiti politici ricchi di circoli locali che vengono asfaltati da partiti praticamente privi dei sedi locali. Giornali cartacei che chiudono mentre aprono giornali online. Social network che ribaltano le elezioni. Sono realtà, e ricordarlo suggerendo vie d’uscita è un contributo costruttivo.
Sugli aspetti politici Caldiroli inizia d’accordo con me sulla necessità di allargamente ma subito dopo teme che io accusi MD di voler autoridursi. Cosa che io non ho detto.
Seguono sei punti.
a) puntualizza che a fronte che di 252 soci del 2017 (ovvero circa 200) nel triennio 2015-2017 sono stati iscritti ben 390 persone. È un dato che non avevo ma che io vedo come negativo perché significa che, ad esclusione di qualche decesso, quasi 138 persone non hanno rinnovato l’iscrizione.
b) sulla quota minima fa interessanti osservazioni. Da approfondire. Dico solo che 10 euro sembrano pochi, ma, per disoccupati e pensionati al minimo, significano almeno 30 piatti di pasta. E per loro (e quindi anche per me) non è poco. Disoccupati e pensionati al minimo sono le prime vittime di inquinamento e malasanità e se vogliono dire la loro devono prima, come faccio io, spendere le loro poche risorse nella comunicazione. O via smartphone o via computer. C’è qualche ragione contraria a mettere come quota minima 1 (uno) euro? Per mettere le cose in chiaro faccio notare che io chiedo questa cosa (e mi sarebbe piaciuto venirlo a chiedere nella sede di Je so’ pazz) che non è prevista nelle modifiche statutarie chieste a Rosignano e che, comunque, credo vadano approvate.
c) Ho letto e riletto il punto e non ho capito bene. È d’accordo con me ma mi accusa di accusare a mia volta Medicina Democratica di sbagliare in toto? Mi si accusa di “denigrarla”? Mi si fanno queste accuse dopo che ho scritto “… gli stessi 200 iscritti, che, a dispetto del numero ridotto, si può dire che fanno davvero molto”? Io ho fatto un discorso serio su ciò che, secondo me, Medicina Democratica può e dovrebbe fare. E l’ho fatto dando anche contributi che appaiono, in data 21/4, in altri due parti del forum. Se Caldiroli intende farmi delle accuse specifiche lo faccia chiaramente. Potrebbe anche essere utile.
d) Vedo che sui collegamenti internet siamo sulla stessa linea. Aggiungo però che c’è differenza tra chi “non può” tecnicamente e chi “non vuole” partecipare a distanza con skype o qualche altro software similare. La differenza, in termini di costi di viaggio e di inquinamento, ma anche di tempestività nell'indire riunioni, è notevole.
Per chi “non puo’” è possibile, dove non c’è un collegamento in fibra ottica, usare una chiavetta 4G, eventualmente con un breve spostamento territoriale. Ed eventualmente MD può fare qualche piccolo investimento in tal senso, sia in termini di materiale che di istruzione.
Chi invece “non vuole” si trova in una situazione analoga a quella dei professionisti ed artigiani che ora devono sottostare alla fatturazione elettronica. Si può trattarli allo stesso modo di chi “non può”, facendo però anche leva sul fatto che costoro obbligano tutti gli altri a costose trasferte, e ciò dovrebbe per lo meno far minacciare di far pagare a costoro le spese di viaggio degli altri. Sembra una battuta scherzosa ma lo è solo fino ad un certo punto.
e) Constato sulla mia pelle che, almeno in Caldiroli, e almeno oggi, non ci sono la pazienza e le altre qualità che ho chiesto per sanare la situazione di conflitto che si è creata. Esasperazione? Se si, aspettiamo che passi.
f) Come ho spiegato in una mail mandata allo stesso Caldiroli la sera del 21/4 ed in una telefonata a Carla Cavagna il mattino successivo, io mi sono preso un malanno a partire, plausibilmente, dal freddo e dalla neve presi per partecipare al direttivo del 3 marzo scorso, poi degenerato in polmonite. Da allora non ho partecipato all’assemblea locale e nemmeno visto fisicamente nessun altro socio di Medicina Democratica. E non è ancora finita, perché su consiglio del medico anche oggi, 25 Aprile, anziché fare un intervento come Anpi nel mio paese natale per ricordare un cugino partigiano e poi partecipare ad un corteo, sono rimasto chiuso in casa a rispondere a Caldiroli.
Impossibile quindi, per me, il viaggio a Napoli, anche se mi sarebbe piaciuto. Come mi sarebbe piaciuto seguire l’incontro, e magari intervenire, per via telematica. Non condivido la scelta di altri di non andarci, anche se la rispetto.
Quanto alle candidature io mi sono regolarmente candidato il 15/4, entro i termini e lo posso dimostrare. Ma su quell’aspetto qualcosa è andato storto, come il “congelamento”, un termine a cui non riesco a dare un significato giuridico e che mi sembra insostenibile, delle candidature di Marchi e Tartaglione.
Su questo urgono chiarimenti.
Sulla richiesta finale di Caldiroli in merito ai rapporti con la mia sezione di appartenenza, dico che condivido le richieste di modifiche statutarie approvate ad Alessandria e a Rosignano, che non condivido certi toni usati da Lino Balza, ma che comunque assolutamente non li ritengo tanto gravi da comportare una sua estromissione.
In merito devo però anche aggiungere che, inaspettatamente dati i rapporti cordiali finora avuti con lui, non condivido certi toni che Caldiroli ha usato con me nella sua risposta. Lo invito a leggere con calma ed attenzione le cose ho scritto e rinnovo l’invito ad usare pazienza per il bene di Medicina Democratica.