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Intervento per gruppo di lavoro DISABILITA', CRONICITA', NON AUTOSUFFICIENZA

Inviato: 11/01/2017, 21:35
da Medicina Democratica
GRUPPO 6: DISABILITA', CRONICITA', NON AUTOSUFFICIENZA
Ovvero l'imputato principale dei costi del Sistema Sanitario.

di Mariolina Congedo

Il mio punto di vista è quello di uno specialista territoriale neurologo che tratta frequentemente malattie neurodegenerative (demenze, malattia di Parkinson) o esiti di un evento acuto (esiti di ictus) che favoriscono disabilità e non autosufficienza. Il mio lavoro si svolge in ambulatorio e a domicilio, in assenza di qualunque supporto infermieristico.

La CRONICITA' può essere il correlato sgradito di molti interventi medici considerati di successo. La rianimazione può generare lo stato vegetativo, gli anti-retrovirali hanno cronicizzato l'AIDS, il miglioramento della gestione generale ha prolungato la vita dei pazienti con malattie neurodegenerative come la sclerosi laterale amiotrofica, SLA, o l'atrofia multisistemica, MSA. La cronicità come l'altra faccia dell'intervento medico di successo (l'insuccesso non avrebbe favorito la cronicità bensì il decesso in tempi più o meno lunghi) probabilmente incontra limitatamente la consapevolezza dei cittadini e dei sanitari. Di seguito alcuni ambiti in cui avverto tali limitazioni.

1. I pazienti e le loro famiglie possono rifiutare una drammatica cronicità ma gli strumenti bioetici e giurisprudenziali per favorire l'autonomia delle scelte nelle cure e nel fine vita restano motivo di perdurante discussione.
2. I medici sono prevalentemente coinvolti nell'aspetto diagnostico e di gestione farmacologica; in misura più limitata in quello riabilitativo e di assistenza domiciliare. Questo favorisce una visione che scotomizza gli aspetti di gestione a lungo termine e spesso ignora gli aspetti sociali e bioetici della cronicità.
3. I problemi connessi alla cronicità sono poco studiati: un esempio esplicativo può essere rappresentato dalla revisione Cochrane sulle cure palliative nella demenza1. Sono stati individuati solo 2 studi clinici meritevoli di inclusione, peraltro con esiti diversi e quindi non comparabili.
4. In relazione all'organizzazione dei servizi sanitari è ricorrente il tema che la cronicità sia gestita dal territorio. Se si può concordare sull'inopportunità di trattare nei reparti per acuti pazienti con condizioni croniche, che difficilmente possono trarre vantaggio da quest'approccio, come lavoratrice trovo sorprendente l'iterazione su questo argomento in assenza di risorse che potenzino le possibilità d'intervento del territorio (precarietà degli incarichi per gli specialisti, numero esiguo di ore lavorative che non inducono interesse da parte dei professionisti giovani).