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vaccinazioni, libertà e repressione

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dariomiedico
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vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da dariomiedico » 20/01/2017, 10:23

carissimi,
anticipo alla vostra attenzione una lettera aperta che ho inviato al presidente dell'OMCEO di Milano che, su segnalazione del presidente dell'ordine nazionale FNOMCEO mi ha convocato in merito alle mie posizioni in tema di vaccinazioni.
Sono a disposizione di chiunque sul tema riterrà opportuno intervenire o chiedermi ulteriore materiale, nella convinzione che le battaglie di libertà siano patrimonio comune di tutta Medicina democratica e che i metodi repressivi di tale libertà, indipendentemente dalle convinzioni personali in merito allo specifico argomento medico, non possano essere accettati.
Dario


Milano, 20 gennaio 2017

Egregio dr. Roberto Carlo Rossi, Presidente dell’Ordine dei Medici di Milano e, per suo tramite, egregi Colleghi aderenti
ho riscontrato con stupore la lettera di convocazione presso la sede dell’Ordine per il giorno 27 gennaio p.v. e devo dire che, occupandomi specificatamente in qualità di medico legale di vaccinazioni da quasi quarant’anni, di centinaia di casi di reazioni avverse a vaccinazione, anche gravi e persino mortali, di innumerevoli domande di risarcimento in base alla Legge 210 del 1992 anche in decine e decine di procedimenti legali, dopo aver tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e non solo (ho tenuto un discorso su questo tema anche al Parlamento Europeo nel 2003) aver rilasciato interviste scritte, radiofoniche e televisive, aver sostenuto dibattiti televisivi e partecipato ad approfondimenti davanti alle Istituzioni sia a livello regionale che in Commissione al Senato della Repubblica, in fase iniziale avevo maturato la convinzione che prima o poi sarebbe arrivata, ma dopo un certo punto avevo mutato opinione arrivando a pensare che, in un paese che ha nella sua legislazione il principio del Consenso Informato, della Libertà Terapeutica e del rispetto della Libertà Individuale, le mie tesi a favore della Libertà di Vaccinazione, di Informazione e di democratico confronto tra posizioni scientifiche diverse avessero avuto ragione del mio precedente scetticismo.
Evidentemente mi sbagliavo, ma mi sorge il sospetto che dietro alle accuse scorrette ed infondate che mi vengono mosse, dopo tutto questo tempo nel quale ho potuto professare liberamente le mie convinzioni, non vi sia un particolare accanimento nei miei confronti, ma in realtà vi sia il motivo che l’Italia, divenuta nel 2015 Capofila delle vaccinazioni su incarico dell’OMS, abbia la necessità di dimostrare che non lascia nulla di intentato per scoraggiare le voci, più o meno autorevoli, che muovendo critiche alle modalità, alle tempistiche ed alle imposizioni più o meno ricattatorie con le quali si affrontano le campagne vaccinali attualmente, hanno fatto si che i livelli di copertura in diverse regioni siano scesi al di sotto delle medie precedenti.
Mi spiace, perché ritenevo che il tempo dei processi alle streghe fosse stato in qualche modo superato, ma nello stesso tempo mi sento onorato e contento di questa inaspettata opportunità, che mi consente di fare pubblicamente strame di tutta una serie di affermazioni, accuse e menzogne che mi sono state attribuite ed insieme a me vengono scaricate su chiunque, attualmente, abbia il coraggio di esprimere senza peli sulla lingua il proprio pensiero, anche in tema di vaccinazioni.
Non posso fare a meno di ricordare, in questa occasione, che anche il prof. Giulio Maccacaro, con il quale ho avuto l’onore di fondare nel 1976 Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute, organizzazione della quale tutt’ora faccio parte, venne convocato presso la direzione dell’Ordine e scrisse una famosa lettera al Presidente, reperibile nella raccolta dei suoi scritti, con la quale rifiutò di mantenere nell’ambito di un procedimento disciplinare interno un dibattito che meritava invece la massima diffusione, partecipazione e pubblicità.
Per questo vi espongo, in modo estremamente sintetico, i capisaldi del mio ragionamento, che in modo più completo ed esaustivo potrete, se vi interessa, leggere sulla rivista Medicina Democratica o ascoltare sulle registrazioni che qualche attento partecipante ha raccolto e postato su You tube, a volte anche a mia insaputa.
Non è vero che sono contrario alle vaccinazioni.
È una affermazione stupida prima ancora che falsa.
Nessun medico potrebbe fare una simile affermazione senza sentirsi ridere in faccia.
Sarebbe come affermare che si è contrari per principio agli interventi chirurgici, agli antibiotici o ai parti cesarei.
Ritengo invece, ed ho sempre affermato pubblicamente, che sono critico rispetto alle modalità attuali con le quali vengono praticate le vaccinazioni, a cominciare dall’obbligatorietà di legge, non in linea con i principi del diritto a livello mondiale ed europeo ma soprattutto non più al passo con i tempi, metodo cui non possono fare a meno di ricorrere solo i paesi incapaci di convincere la popolazione governata con argomenti validi e persuasivi.
Sono altresì fortemente critico rispetto alla mancata informazione, soprattutto relativamente alle possibili reazioni avverse, che frettolosamente viene fornita in moltissimi consultori dove in pochi minuti e con rassicurazioni non congrue si pratica una vaccinazione a ritmi da catena di montaggio, così come lamentato da migliaia di mamme e papà nelle numerosissime conferenze dibattito alle quali ho partecipato.
Sono infine fortemente critico sulla scarsa attenzione con la quale spesso i piccoli vengono monitorati prima e dopo la vaccinazione, ignorando in questo modo anamnesi individuale, familiare e possibili controindicazioni che potrebbero in molti casi, quantomeno, suggerire di sospendere o rinviare alcune vaccinazioni se non di non eseguirle affatto.
Eppure non ho mai sentito che un medico che abbia scoraggiato un paziente anziano dal sottoporsi ad un inutile intervento chirurgico, una mamma dal non esagerare nella richiesta di antibiotici per il proprio bimbo al minimo accenno di febbre, o che abbia motivato la propria contrarietà ad un parto cesareo non ritenuto necessario sia mai stato per questo sottoposto ad un qualsiasi procedimento disciplinare, o anche solo considerato antiqualcosa, così come invece attualmente sta succedendo ai laureati in medicina che mostrino pubblicamente un pensiero critico in tema di vaccinazioni.
Non solo, ma ho avuto anche l’ardire di sostenere pubblicamente che le attuali decisioni di alcune Regioni o alcuni Comuni di negare l’accesso ai piccoli al nido se non sottoposti al ciclo vaccinale siano contrarie non solo al diritto ma anche al buon senso, definendole oltretutto discriminanti sotto il profilo di classe.
Questo perché non vaccinato non significa automaticamente malato, perché anche il bimbo vaccinato può essere inconsapevolmente un portatore sano, perché si generano automaticamente false convinzioni, perché non vi sono reali rischi o epidemie in corso che possano giustificare comportamenti limitativi delle libertà individuali ed impedire quindi la libertà di esercitare un proprio diritto costituzionale senza conseguenze sul piano sociale e giuridico, ed infine perché in questo modo solo i figli di cittadini abbienti potranno decidere di continuare a non vaccinare i propri figli se lo riterranno giusto, mentre coloro che non potranno fare a meno del servizio sociale dovranno sottoporsi ad un ingiusto ricatto, attuato inoltre contrapponendo un diritto, quello alla salute, ad un altro diritto, quello alla socializzazione già in tenera età.
Prenderò quindi parte all’incontro propostomi dal Presidente dell’ordine di Milano al quale appartengo, per rispetto Suo e di tutti i Colleghi che ne fanno parte, ma mi rifiuterò di prestare il fianco ad un processo antistorico ed illiberale che fa ripiombare l’Italia nei più bui periodi dell’Oscurantismo medioevale o quantomeno in quelli degli anni 60 quando, a fronte del rifiuto vaccinale, qualche fanatico residuo del ventennio azzardava al Tribunale dei Minori la richiesta della sospensione della patria potestà ai genitori e la vaccinazione coatta.
Più che la mia libertà personale di esprimere liberamente e democraticamente il mio pensiero in tema di vaccinazioni, così come su qualsiasi altra questione, rivendico quindi per ogni medico la piena libertà di applicazione dell’art. 4 del nuovo codice di deontologia medica recentemente approvato: “art. 4 - libertà e indipendenza della professione. Autonomia e responsabilità del medico. L'esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità. Il medico ispira la propria attività professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura.”, comprendendo quindi tra le imposizioni ed i condizionamenti anche le minacce ritorsive purtroppo da più parti invocate.
Dr. Dario Miedico

Franco Anedda
Messaggi: 1
Iscritto il: 22/01/2017, 23:54

Re: vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da Franco Anedda » 23/01/2017, 0:22

"È solo l'errore che ha bisogno del sostegno del governo. La verità si regge da sola."
Thomas Jefferson

Piena solidarietà al dott. Miedico, la deriva repressiva, non farà che aumentare i dubbi nella popolazione sull'appropriatezza delle vaccinazioni di massa.
Il nuovo PNPV 2017-19 a pagina 78 riporta: "Informatizzazione anagrafe vaccinale a livello regionale: principali funzionalità e data set minimo", ancora manca una anagrafe vaccinale in buona parte delle Regioni, compresa la Sardegna dove vivo, la farmacovigilanza non funziona, eppure si continua ad aumentare il numero di vaccini "raccomandati" per l'infanzia.
Aumentare il numero di vaccinazioni senza avere una anagrafe vaccinale, ed una farmacovigilanza, non è un progresso, è un azzardo.
Un azzardo che, nel caso di tanti bambini, ha avuto tragiche conseguenze.
Uno studio sulla popolazione "zero vaccini", sempre più numerosa, potrebbe chiarire tanti dubbi e far uscire la Medicina dal tunnel oscuro delle opinioni e portarla alla luce dall'evidenza scientifica.
Chi si oppone a tale studio è contro la Scienza, è contro la Medicina, è contro la tutela della salute.
https://www.facebook.com/franco.anedda

lucianiroberto
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Iscritto il: 15/01/2017, 14:52

Re: vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da lucianiroberto » 25/01/2017, 18:17

Cari colleghi,siamo pienamente d'accordo che dietro la pressione delle ditte farmaceutiche a volte si esagera nel proporre vaccinazioni sempre piu' numerose. Esempio eclatante e' il consiglio di vaccinare tutti i bambini a partire dai sei mesi contro l'nfluenza tutti gli anni.
Bisogna stare attenti pero' a non essere fraintesi e dichiarare esplicitamente che le vaccinazioni in generale sono stato un provvedimento sanitario fra i piu' efficaci nel ridurre malattie anche mortali quali vaiolo difterite poolio etc.
Roberto Luciani pediatra in pensione. Lido di Camaiore Lucca

maurizio loschi
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Iscritto il: 21/12/2016, 21:18

Re: vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da maurizio loschi » 30/01/2017, 8:21

a questo indirizzo:

http://www.quival.it/miedico/

un sito che offre solidarietà a Dario, raccogliendo firme che verranno inviate all'ordine dei medici di milano.
non ho idea di quanto sia conosciuto e quanto potranno servire le firme, ma mi sembra una delle tante iniziative partite dal basso che vale la pena di sostenere.

ho quindi firmato ed invito tutti a farlo
maurizio loschi

maurizio loschi
Messaggi: 13
Iscritto il: 21/12/2016, 21:18

Re: vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da maurizio loschi » 30/01/2017, 8:49

la mailing list dell'AMLA, associazione dei medici legali ambrosiana, interviene nel dibattito sulle vaccinazioni con il parere di un giurista.
Come si vede, al di la di alcune piccole entrate a gamba tesa nel merito, il dr Luca Benci illustra l'estrema confusione normativa e giuridica, sottolineando le contraddizioni tra le varie posizioni emerse non solo sulla stampa ma anche nei vari provvedimenti auspicati o addirittura attivati a livello regionale.
Non dimentica però di sottolineare anche i principi di diritto alla base della nostra attuale (fino a quando?) legislazione.
Nella convinzione che la Costituzione ed i principi costituzionali non si difendono solo in occasione dei referendum ma soprattutto nella pratica quotidiana, continuo ad auspicare una argomentata presa di posizione della nostra organizzazione che vada oltre la giusta solidarietà a Dario Miedico ed alla pubblicazione dei suoi scritti.
di seguito il contributo del dr. Benci alla discussione nella mailing dell'AMLA.

La confusione nel dibattito sulle vaccinazioni. Una nuova obbligatorietà o una nuova politica?

In questi ultimi giorni, a seguito dell’incontro tra Lorenzin e Regioni che aveva all’ordine del giorno l’attuazione del nuovo Piano vaccini, si è creata molta confusione sulla presunta intesa tra Governo e Regioni per il ripristino dell’obbligo delle vaccinazioni. In realtà non c’è stata alcuna intesa nel senso giuridico del termine ma il dibattito si è comunque aperto con prese di posizione pro o contro l’obbligo, spesso non molto chiare nei loro riferimenti giuridici. Vediamo di capire come stanno effettivamente le cose

28 GEN - La discussione se la salute possa o debba essere o meno imposta dallo Stato è di antica data e fa riferimento all’articolo 32 della Costituzione. Come è noto, la Costituzione prevede la volontarietà implicita dei trattamenti sanitari, riservando l’obbligatorietà solo in caso di previsione legislativa (c.d. riserva di legge)

I trattamenti sanitari diventano obbligatori, quindi, solo se sussiste l’interesse collettivo nei casi determinati dalla legge.

Per imporre a qualcuno un trattamento – o un accertamento sanitario – deve, dunque, esserci un atto di legge, il quale però deve comunque avere alcuni precisi presupposti e limiti.

La Corte costituzionale ha infatti stabilito che il dovere di solidarietà “non può essere spinto a sino a postulare il sacrificio della salute di ciascuno per la tutela della salute degli altri”. In linea generale, comunque, il trattamento può essere imposto solo nella previsione che non incida negativamente sullo stato di salute della persona.

L’espressione “trattamento sanitario obbligatorio” viene spesso erroneamente identificata esclusivamente con il procedimento previsto per la malattia mentale, mentre deve essere più ampiamente riferita a una serie di situazioni più ampie la più frequente delle quali è rappresentata dalle vaccinazioni obbligatorie.

I trattamenti sanitari obbligatori, però, possono essere classificati tra quelli coercitivi e quelli non coercitivi o “meramente obbligatori”. I primi possono essere imposti con la forza, i secondi no.

Fuori dai trattamenti sanitari obbligatori previsti dalle apposite norme giuridiche i trattamenti sanitari sono assolutamente volontari.

Il regime giuridico delle vaccinazioni
Sul regime giuridico delle vaccinazioni vi è molta confusione dovuta allo stratificarsi nel tempo di norme e interpretazioni.
Le vaccinazioni vengono distinte tra obbligatorie e raccomandate. Nel nostro paese le vaccinazioni obbligatorie – per tutti i nuovi nati - sono la vaccinazione antidifterica, antitetanica, antipolio e antiepatite B. Ci sono, inoltre, alcune vaccinazioni obbligatorie solo per alcune categorie di lavoratori.

Le vaccinazioni raccomandate – sempre per i nuovi nati – sono, tra le altre e destinate ad aumentare, quelle contro il morbillo, la parotite, la rosolia, haemophilus B, lo pneumococco, il meningococco C e l’HPV. Alcune di queste sono raccomandate anche a alcuni tipi di lavoratori.

Le vaccinazioni obbligatorie costituiscono dei veri e propri trattamenti sanitari obbligatori, oggi non “coercibili” o “meramente obbligatori”. Non possono cioè essere imposte con l’utilizzo della forza da parte dell’autorità sanitaria. E’ il risultato di un percorso accidentato. Ricordiamo che fino al 1981 l’inosservanza della vaccinazione antipolio, antitetanica e antitifica – la vaccinazione contro l’epatite B è stata introdotta solo nel 1992 - erano sanzionate penalmente e, solo successivamente, trasformate in sanzioni amministrative indirette.

Altre misure sanzionatorie sono state quelle relative alla richiesta vaccinale come requisito per la fruizione di determinati servizi pubblici come l’iscrizione alla scuola dell’obbligo con la conseguente possibilità, a fronte del rifiuto dei genitori, di sospendere la potestà parentale e fare effettuare la vaccinazione.

Infine, dal 1999, la mancata esecuzione delle vaccinazioni sui minori non comporta più il rifiuto dell’ammissione a scuola ma solo una segnalazione all’azienda sanitaria locale per “gli opportuni e tempestivi interventi” che, però, escludono la coercitività della prestazione vaccinale.

Negli ultimi quindici anni i “piani nazionali vaccini” – atti normativi di carattere amministrativo e non legislativo – hanno più volte segnalato l’importanza di superare il concetto di obbligo vaccinale a favore del concetto di raccomandazione.

La normazione ordinaria non è, comunque, mai cambiata.
Il problema sostanziale delle campagne vaccinali – siano esse raccomandate o obbligatorie – è contenuto nella loro natura: le vaccinazioni infatti sono efficaci come fenomeno collettivo e non individuale con la conseguenza che, per essere efficaci, devono raggiungere una ampia copertura nella popolazione.
In questi anni la copertura si è abbassata e si sono studiate, ad oggi, varie e confuse strategie per innalzarla.

L’intervento normativo delle Regioni: l’Emilia-Romagna e la Toscana
Dopo anni di dibattito sul superamento dell’obbligatorietà vaccinale a favore delle raccomandazioni oggi il vento è cambiato e i segnali ci portano a un nuovo cambiamento normativo a favore dell’obbligatorietà quanto meno con misure indirette.
Una Regione, l’Emilia-Romagna, è già intervenuta e, altre, come la Toscana, sono in procinto di intervenire.

La legge regionale 25 novembre 2016, n. 19 della Regione Emilia-Romagna è un atto normativo non specifico sull’attività vaccinale, ma relativo ai servizi educativi della prima infanzia. All’articolo 6, al comma 2 prevede che “al fine di preservare lo stato di salute sia del minore sia della collettività con cui il medesimo viene a contatto, costituisce requisito di accesso ai servizi educativi e ricreativi pubblici e privati l'avere assolto da parte del minore gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente”.

Obblighi vaccinali sono quelli relativi, quindi, alle quattro vaccinazioni obbligatorie e solo per l’accesso ai servizi per la “prima infanzia” (bambini fino a tre anni). Ricordiamo che non tutti i bambini vengono iscritti a questi servizi.

La Giunta regionale toscana ha approvato, al momento, un disegno di legge regionale denominato “Disposizioni in merito alle vaccinazioni per i minori di età”. Provvedimento specifico, quindi, sulle vaccinazioni che specifica, all’articolo 1, non a caso rubricato come “obbligo vaccinale”, che costituisce requisito di iscrizione ai nidi e alle scuole dell’infanzia (quindi fino a sei anni) l’avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalle leggi vigenti nonché le vaccinazioni raccomandate”.

Obbligo quindi di vaccinazione per obbligatore e raccomandate. Nel terzo comma, però, si stabilisce che nella eventualità di minori di età non in regola con gli “obblighi vaccinali”, i responsabili delle strutture non procedono all’iscrizione.

Il ddl toscano è confuso: al primo comma richiede come requisito per l’iscrizione di essere in regola con tutto il panorama delle vaccinazioni – obbligatorie e raccomandate – al terzo comma nega l’iscrizione solo per l’inadempimento agli “obblighi vaccinali” e quindi solo per le vaccinazioni obbligatorie. Se approvato con questa ampiezza rischia di contrastare con la normativa nazionale.

Ricordiamo che un’altra Regione, il Veneto, ha dal 2007 “sospeso” (LR 7/2007) l’obbligo vaccinale per le quattro vaccinazioni obbligatorie anche se con procedura d’urgenza può essere ripristinato l’obbligo “in caso di pericolo per la salute pubblica conseguente al verificarsi di eccezionali e imprevedibili eventi epidemiologici relativi alle malattie” per le quali si stato sospeso l’obbligo vaccinale. Il Veneto, quindi, su un versante opposto all’Emilia e alla Toscana.

L’intervento della Fnomceo
Nel “documento sui vaccini” la Federazione dei medici auspica un’ampia strategia di politica vaccinale. Tra l’altro si ripromette di sostenere “tutte le politiche regionali e nazionali tendenti a riaffermare la necessità della vaccinazione” con tre conseguenze: la non iscrizione agli asili nido, la negazione della frequenza dei bambini non vaccinati a frequentare la scuola “nei periodi epidemici” e “eventualmente l’assicurazione contro danni da mancata vaccinazione”. Assicurazione che, implicitamente, verrà richiesta come “obbligatoria”.

La Fnomceo guarda anche all’interno della propria famiglia professionale per stigmatizzare i “medici alternativisti”, specificando che solo in specifici casi il medico “può sconsigliare un intervento vaccinale” e il consiglio di non vaccinarsi – fuori dagli specifici casi – costituisce “infrazione deontologica”. Autorevoli esponenti della Federazione hanno apertamente parlato di “ radiazione dall’albo”.

Anche nel caso della Fnomceo le contraddizioni non mancano. Nel momento in cui si chiede la regolamentazione di medicine alternative – es. omeopatia – e si ottiene dalla Conferenza Stato Regioni che tale pratica possa essere svolta solo da medici, non si può poi pensare che i medici “alternativisti” non seguano i loro convincimenti profondamente diversi dalla medicina scientifica.

Delle due l’una: o sposiamo la linea della medicina basata sulle evidenze (quindi anche delle vaccinazioni) o accettiamo il “pluralismo” delle medicine e invocare la radiazione dall’albo – che ricordiamo che per legge può essere pronunciata per “indegnità professionale – svela una strategia non chiara e, ripetiamo, contraddittoria. Non esiste solo il problema dei medici “alternativisti” in quanto la resistenza vaccinale è parte anche del mondo medico ufficiale.

Per procedere a eventuali radiazioni bisognerebbe, comunque, cambiare la normativa ordinistica proprio in materia di sanzioni disciplinari.

Il piano nazionale vaccini 2017/2019
Anche il recentissimo piano vaccini interviene sul punto auspicando una “normazione aggiornata” per l’obbligo vaccinale per tutte le vaccinazioni previste dal piano vaccinazioni del primo anno di vita (quindi anche quelle raccomandate) e la negazione all’ingresso scolastico (quindi non solo ai nidi).

Ricordiamo che il nuovo piano vaccini prevede l’ampliamento dell’offerta vaccinale. Ricorda, comunque, correttamente, che ci deve essere una modifica legislativa nazionale.

Anche il piano vaccini volge lo sguardo al mondo professionale paventando sanzioni disciplinari o contrattuali nei confronti di medici e di personale sanitario dipendente o convenzionato. Il tutto con la collaborazione di ordini, associazioni professionali e organizzazioni sindacali. Oltre alle modifiche della normativa ordinistica si rende necessaria anche la modifica contrattuale della dirigenza, del comparto e delle convenzioni.

Ricordiamo che i precedenti piani nazionali vaccini auspicavano, sempre, il superamento del concetto di obbligatorietà.

A confondere ulteriormente le acque ci sono state le proposte del 25 gennaio delle Regioni proprio sul piano nazionale vaccini salutate dalla stampa e dalla TV come la richiesta di rendere tutte le vaccinazioni come obbligatorie,

In realtà le Regioni hanno chiesto di superare l’antistorica distinzione normativa tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate e classificarle tutte come raccomandate!

Inoltre anche le Regioni chiedono strumenti contrattuali e giuridici per sanzionare i “sanitari” che si oppongono alle vaccinazioni.

L’intervento del Tar del Friuli sul Comune di Trieste
Il Comune di Trieste ha richiesto, con propria delibera, similmente alla legge regionale dell’Emilia Romagna l’assolvimento degli obblighi vaccinali per l’iscrizione ai servizi dell’infanzia. Quindi solo per le vaccinazioni obbligatorie e fino ai sei anni di età (In Emilia, abbiamo visto, fino ai tre anni).

I genitori di un bambino escluso si sono rivolti al Tar che ha rigettato il ricorso (Tar Friuli, sezione I, sentenza 11 gennaio 2017, n. 20) precisando che la normativa nazionale del 1999 non ha eliminato l’obbligatorietà dei quattro vaccini, ma ha introdotto una sorta di “obiezione di coscienza” per i genitori che decidono di non vaccinare i propri figli e che ha, come conseguenza unica, il diritto di iscriverli alla scuola dell’obbligo e solo dell’obbligo (non anche i servizi all’infanzia).

Ben quindi può, argomentano i giudici friulani, il Comune di Trieste imporre come requisito di iscrizione alle scuole di infanzia (che non sono dell’obbligo) l’assolvimento degli obblighi vaccinali.


Verso una nuova obbligatorietà o verso una nuova politica?
Abbiamo visto che la situazione e il dibattito che ruota intorno agli obblighi vaccinali alle sue conseguenze sono al massimo della confusione.

Da un punto di vista normativo le strade possono essere molteplici:
a) trasformare tutte le vaccinazioni presenti nel piano vaccini in obbligatorie e prevederne un eventuale regime di coercibilità attraverso l’imposizione forzosa della vaccinazione stessa fino ad arrivare alla sospensione della responsabilità (ex potestà) genitoriale. In alternativa le sanzioni indirette di negazione della frequenza scolastica. Entrambe le strade sono difficilmente percorribili. Sulla prima manca l’appoggio politico, sulla seconda vi possono essere seri problemi di legittimità costituzionale proprio sul contemperamento dell’altro obbligo costituzionale: l’obbligo scolastico. Non sarebbe accettabile non ammettere o addirittura espellere dal ciclo scolastico obbligatori migliaia di bambini;

b) la previsione di leggi regionali della stessa natura della legge emiliana. Non risolverebbe il problema e la risposta sarebbe comunque disomogenea;


c) modificare leggi ordinistiche e i contratti collettivi di lavoro per la sanzione di medici e professionisti sanitari che apertamente sconsigliano le vaccinazioni. Si rischia di attribuire a datori di lavoro e rappresentanti istituzionali di professioni, decisioni a organismi che tutelano l’intera collettività. Tra l’altro, i procedimenti disciplinari aziendali e ordinistici non offrono le garanzie di trasparenza che si richiede a provvedimenti così radicali come una radiazione dall’albo. Comunque la modifica dei procedimenti ordinistici, non dettata (solo) dall’emergenza vaccini, sarebbe auspicabile.

E’ verosimilmente necessaria un’altra politica che tutti i documenti hanno evidenziato: ricerca del consenso, campagne informative, uniformità di comportamenti su tutto il territorio nazionale.

Anche il mondo professionale deve fare la sua parte. La bufala vaccini-autismo è nata nel salotto buono del mondo scientifico e non nelle “post verità” dei social network.

Anche i comportamenti virtuosi possono essere alla base di fenomeni imitativi. La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata a tutti gli operatori sanitari come categoria professionale, definita dal piano nazionale vaccini come “categoria target”. Gli operatori sanitari seguono pochissimo questa raccomandazione ( Grignolio A, Chi ha paura dei vaccini?, Codice edizioni, 2016) e e rischiano di non essere credibili quando le vaccinazioni le raccomandano agli altri.

La lotta alla copertura vaccinale è, comunque, di lunga durata e le soluzioni improvvisate e pasticciate non sono di grande aiuto.

Luca Benci
Giurista

Marco Caldiroli
Messaggi: 65
Iscritto il: 21/12/2016, 18:25

Re: vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da Marco Caldiroli » 10/05/2017, 9:25

La seconda lettera di Dario Miedico all'ordine dei medici di Milano in occasione della sua convocazione per il 20.04.2017

Emergenza vaccinazioni? No! Emergenza democrazia.
Dopo pochi mesi dall’aver ricevuto da parte dell’Ordine dei Medici di Milano la Medaglia per il raggiungimento dei 50 anni di iscrizione all’Ordine, il sottoscritto si è visto recapitare in sequenza prima l’invito a comparire il 27/1/17 dinanzi al presidente dell’Ordine stesso per chiarimenti riguardo le proprie posizioni in merito alle vaccinazioni e, tre mesi dopo, la comunicazione di un vero e proprio avvio di procedimento disciplinare a causa delle stesse.
In realtà da ben quarant’anni espongo le mie posizioni critiche sulle modalità e sulla quantità di vaccinazioni che vengono imposte in Italia a bimbi di tenerissima età, non solo in centinaia di conferenze, dibattiti, articoli, ma anche in decine e decine di relazioni quale CTP a favore di altrettante famiglie i cui componenti, in modo spesso gravissimo, sono stati colpiti da patologie manifestatesi poco dopo una vaccinazione e che io non ho avuto difficoltà a definire “reazioni avverse” , argomentazioni che in diversi casi sono state riconosciute tali anche dalle successive sentenze formulate sulla base della Legge 210/92.
Non varrebbe la pena di commentare un tal comportamento, che qualche studioso di psichiatria potrebbe ritenere “interessante” sotto il profilo clinico, se non fosse che questo episodio si inserisce in un contesto che, curiosamente, coincide con il momento in cui l’Italia, sotto l’egida dell’OMS, è stata nominata capofila delle politiche vaccinali di più di 40 paesi del mondo.
Il problema è che questo ruolo, sicuramente interessante e meritevole di investimenti di ogni sorta, invece di essere svolto con una attenzione particolare verso quei luoghi del mondo dove effettivamente situazioni di denutrizione, inquinamento, estrema povertà, scarso accesso ai farmaci e altre condizioni particolari quali guerre in corso, carestie e sottosviluppo endemico creano le condizioni ottimali per uno sviluppo epidemico di patologie infettive, che in altri luoghi, non così svantaggiati, non assumono questa caratteristica, è stato rivolto verso l’interno del paese, laddove invece i livelli di igiene e salute e copertura vaccinale sono alti, ed inoltre le cure a disposizione sono immediatamente disponibili e talune di queste patologie sono scomparse da decenni.
Ma l’aspetto maggiormente preoccupante è che la metodologia assunta pare essere solamente l’esempio, e per dimostrare al resto del mondo la capacità di aumentare ulteriormente nel nostro paese i livelli di copertura vaccinale, invece di utilizzare strumenti di informazione e convinzione vengono applicati metodi coercitivi per la popolazione e repressivi nei confronti dei medici dissenzienti.
Il documento della FNOMCEO del luglio 2016 sulle vaccinazioni (https://portale.fnomceo.it/fnomceo/show ... ?id=149850) , innanzitutto, ma anche il programma vaccinale 2016/2018 che dal dr. Vittorio Demicheli della Cochrane Collaboration Vaccines Field (http://www.sanita24.ilsole24ore.com/art ... fresh_ce=1) è stato definito una fotocopia dei desiderata della grande industria farmaceutica, nonché una serie di leggi regionali che impongono l’esibizione dell’attestato di vaccinazione, alcune addirittura anche per le vaccinazioni facoltative, per poter far accedere ai nidi e alle scuole materne i minori, e non ultima la radiazione del dr. Gava, cui potrebbe far seguito quella del sottoscritto, dimostrano quanto sopra affermato.
Non v’è chi non veda che la discussione, a questo punto, non è più, sempre che lo sia mai stata, sulle vaccinazioni, sulla loro indubbia utilità ma in condizioni che le richiedano, sulla possibilità di reazioni avverse, conosciute ed anche attese se vi è una legge che prevede uno specifico risarcimento per coloro che ne sono vittime, sull’opportunità di aumentare o diminuire quelle obbligatorie (alcuni paesi europei non ne prevedono alcuna forzata), ma si è spostata sulla eliminazione dei diritti: quello delle famiglie a poter scegliere se accettare o meno la proposta vaccinale senza subire ricatti, quello dei medici di poter esprimere il proprio convincimento in merito senza venire sanzionati o radiati, quello dei media a fare informazione a 360 gradi senza vedersi censurare i programmi tv o gli articoli, quello delle associazioni a poter organizzare discussioni e proiezioni pubbliche senza essere ostacolati in ogni modo.
In realtà questa falsa contrapposizione che trasforma una discussione in una contrapposizione tra tifoserie è puramente mediatica, poiché la scienza sa benissimo che quando i meccanismi di un processo di interazione tra un farmaco (e tra questi i vaccini)ed il corpo umano ricevente non sono ancora adeguatamente conosciuti è necessario ricorrere ad ulteriori studi, che si appoggiano anche alla statistica ed all’epidemiologia, studi che porteranno inevitabilmente a risultati anche apparentemente in contraddizione fra loro, ma che in realtà sono complementari perché approfondiscono situazioni specifiche a dimostrazione che la reazione di un organismo può essere diversa da quella di altri, perché non solo non siamo tutti uguali ma anche specifiche condizioni del momento possono portare a risultati opposti.
Basti pensare, ad esempio, che non tutti coloro che fumano si ammaleranno di cancro, che talune terapie su alcuni hanno un effetto e su altri no, così come altre producono solo in una limitata percentuale di pazienti effetti collaterali.
Di tutto ciò gli scienziati (ed i medici tra loro) ne sono perfettamente consapevoli, e proprio per questo la percentuale di coloro che si vaccinano tra gli addetti ai lavori è estremamente bassa (http://www.adnkronos.com/salute/sanita/ ... KhSbJ.html), mentre la classe politica sembra l’unica a non accorgersene.
Non posso quindi che richiamare integralmente quanto già scritto al Presidente dell’Ordine dei Medici di Milano dr. Carlo Rossi in data 20/1/17, ribadendo che la mia presenza al l’incontro del 20 maggio p.v. sarà dovuta al rispetto che porto a tutti i Colleghi, ma che rifiuterò di partecipare nel ruolo di vittima sacrificale ad un processo che, non avendo io causato danno ad alcun paziente ed essendo basato solamente sulle mie convinzioni, non può non riportare alla mente i roghi dell’inquisizione che ritenevo sepolti dal tempo.
Contemporaneamente non posso rinunciare a rilevare che, alla mia età (76 anni) qualunque provvedimento disciplinare sarà inefficace e quindi esclusivamente simbolico, ma la riduzione dei diritti che sta colpendo tutti è ben più preoccupante e non può non allarmare chiunque abbia a cuore i valori in base ai quali, oltre settant’anni fa, venne varata la nostra Costituzione Antifascista, costruita col sacrificio di migliaia di vite.
Dr. Dario Miedico
Milano, 5 maggio 2017

Marco Caldiroli
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Re: vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da Marco Caldiroli » 10/05/2017, 12:16

Il 13 maggio è previsto una riunione della Rete sostenibilità e salute, nella quale verrà discusso un documento relativo alla questione vaccinazioni.
La bozza viene riportata qui sotto con i commenti (tra parentesi e con emoticon con il punto di domanda) redatte da Dario Miedico.
La discussione è aperta (e urgente).


Vaccini: una discussione oltre le ideologie
La posizione della Rete Sostenibilità e Salute

Nella nostra società ci troviamo attualmente di fronte ad una vera battaglia sul tema delle vaccinazioni, in un contesto ideologizzato in cui sembra impossibile rimanere estranei agli schieramenti del tutto a favore o tutto contro “i vaccini” (“pro-vax” vs “no-vax”). Questo tema, che negli ultimi mesi è stato strumentalizzato anche in ambito politico, è diventato così delicato che anche chi tenta di esprimersi in maniera non ideologica o strumentale e con riferimento a prove scientifiche può purtroppo venire posizionato da una parte o dall’altra della barricata e posto sul banco degli accusati.
La Rete Sostenibilità e Salute, che al suo interno raccoglie oltre 25 associazioni (composte da medici, operatori sanitari e cittadini) che si occupano di salute da molto tempo, ritiene che per affrontare un tema complesso come quello dei vaccini sia necessario uscire dalla sfera ideologica e avviare una seria riflessione collettiva a partire dalle prove scientifiche disponibili. Di seguito presentiamo alcune considerazioni generali e un primo caso di concreta esemplificazione.
:?: (Perché solo prove scientifiche? E le prove pratiche? E le associazioni di famiglie colpite da reazioni avverse? Ed il comune buon senso? Ed il diritto? E quando la scienza propone tesi apparentemente in conflitto tra loro? NECESSITÀ DI UN CONFRONTO APERTO E PARI A QUELLO A SO TEMPO AVVIATO SU QUALSIASI QUESTIONE RIGUARDANTE LA SALUTE O LA SICUREZZA (VEDI CENTRALI NUCLEARI, ABORTO, OGM, CARBONE ECC?) :?:

1. Da un punto di vista scientifico si dovrebbe evitare di proclamare verità “assolute, incontrovertibili e definitive” (ciò vale anche per scienze dure come la fisica). Secondo una visione epistemologica è infatti considerato scientifico, a differenza degli enunciati della fede, proprio solo ciò che in linea di principio è “falsificabile” (principio di falsificazione di Popper). In questa prospettiva un serio dibattito scientifico su qualsiasi tema, incluso quello dei vaccini, non solo è lecito ma è parte del processo dialettico di costruzione e ridefinizione della conoscenza scientifica.
:?: (In realtà questa falsa contrapposizione che trasforma una discussione in una contrapposizione tra tifoserie è puramente mediatica, poiché la scienza sa benissimo che quando i meccanismi di un processo di interazione tra un farmaco (e tra questi i vaccini)ed il corpo umano ricevente non sono ancora adeguatamente conosciuti è necessario ricorrere ad ulteriori studi, che si appoggiano anche alla statistica ed all’epidemiologia, studi che porteranno inevitabilmente a risultati anche apparentemente in contraddizione fra loro, ma che in realtà sono complementari perché approfondiscono situazioni specifiche a dimostrazione che la reazione di un organismo può essere diversa da quella di altri, perché non solo non siamo tutti uguali ma anche specifiche condizioni del momento possono portare a risultati opposti.
Basti pensare, ad esempio, che non tutti coloro che fumano si ammaleranno di cancro, che talune terapie su alcuni hanno un effetto e su altri no, così come altre producono solo in una limitata percentuale di pazienti effetti collaterali.
Ciò significa che quando uno studio afferma che chi fuma si può ammalare di cancro, non dice che per forza tutti si ammaleranno di cancro, ma questo vale anche per l’opposto, e se uno studio afferma che le fave non sono velenose, perché il 99 per cento della popolazione mondiale le mangia tranquillamente, non è così per i favici, che potrebbero anche morirne.
Di tutto ciò gli scienziati (ed i medici tra loro) ne sono perfettamente consapevoli, e proprio per questo la percentuale di coloro che si vaccinano tra gli addetti ai lavori è estremamente bassa (http://www.adnkronos.com/salute/sanita/ ... KhSbJ.html), mentre la classe politica sembra l’unica a non accorgersene.) :?:
2. Pur con l’ovvia adesione al concetto di “vaccinazione”, riteniamo tuttavia che non abbia senso discutere di “vaccini”, come qualcosa da “prendere o lasciare” in blocco. Ogni vaccino ha un peculiare profilo di efficacia, effetti collaterali, costi e va dunque valutato in modo specifico. In un dibattito scientifico non si potrebbe né asserire che tutti i vaccini esistenti abbiano prove ugualmente solide di efficacia, sicurezza e favorevole rapporto rischi e costi/benefici, né tanto meno il contrario. Dovrebbe invece essere possibile esprimersi su ogni singolo vaccino e su ogni strategia vaccinale, come si fa per farmaci differenti, sia pure accomunati da meccanismi d’azione simili.

3. È assodato che molti vaccini hanno rappresentato per la salute dell’Umanità un passo avanti enorme. Sono presenti contestualmente:
A) molti vaccini (tra i quali quelli obbligatori) con forti/fortissime prove di effetti positivi a livello individuale e/o di comunità di gran lunga superiori ai possibili effetti negativi e con profilo di costo-efficacia molto favorevole
:?: (questo che poteva avere una sua validità 70 anni fa, in condizioni di diffusione epidemica di talune patologie, è valido ancora adesso?) :?:
B) alcuni vaccini, o alcune strategie di implementazione, con importanti segnali di inappropriatezza se proposti a tutta la popolazione o in alcuni gruppi.
Ci limiteremo a un solo esempio concreto (Scheda con allegati su vaccino antimeningococco B), perché vorremmo che in questa fase il dibattito scientifico potesse svolgersi in contesti scientifici appropriati, senza censure né sanzioni. Ciò eviterebbe sia strumentalizzazioni mediatiche che stanno compromettendo un suo civile svolgimento, sia di diffondere senza necessità nella popolazione dubbi che in sede scientifica possono trovare risposte esaurienti e, auspichiamo, consensuali.
:?: (e al di fuori del contesto scientifico ne possiamo parlare o ci è precluso perché la verità è in mano ai soloni della scienza? Noi comuni mortali possiamo ancora rivendicare il principio di precauzione o è giusto che ci venga impedito?) :?:
C) anche vaccini collocabili in specifiche “aree grigie” meritevoli di ulteriori indagini, in cui le prove scientifiche a disposizione non permettono di raggiungere conclusioni solide.
:?: (in presenza di situazioni di rischio, cioè di epidemie in atto, probabilmente anche farmaci non adeguatamente testati potrebbero essere utilizzati e nessuno si stupirebbe più di tanto, ma quando il rischio è solo paventato – e non sappiamo su quali basi - ma di fatto non reale ed immediato, come ci dobbiamo comportare?) :?:

Nei casi rientranti nel punto A riteniamo fondamentale promuovere la vaccinazione, in quelli del gruppo B chiediamo di poter ridiscutere con argomentazioni scientifiche le strategie d’offerta del Piano Nazionale Vaccini/PNV. Anche nei casi di rilevante incertezza (gruppo C), pensiamo andrebbe fatta salva la possibilità di ciascuno di accedere alle relative vaccinazioni, a condizioni controllate dalla Sanità pubblica, come messo in atto con merito da più Regioni. Purché sia assicurato a chi chiede di effettuarle un consenso davvero informato, sui gradi di incertezza e sulla reale entità non solo dei benefici attesi, ma anche delle reazioni avverse rilevate negli studi registrativi randomizzati controllati e dalla farmacovigilanza attiva.
Nel nostro ordinamento il consenso informato a qualunque trattamento sanitario è il fondamento della liceità dell'attività sanitaria, e rappresenta un “valore finale” (valore in sé, di rango sovraordinato) indipendente dall’esito stesso dell’atto sanitario.
:?: (non entro nel merito della scelta di definire i punti A B e C ma solo sul punto del consenso informato: come posso rilasciare un consenso ad un atto coercitivo? Che senso ha introdurre questo concetto in una prassi che non mi è consentito di rifiutare? Se chi governa ritiene che sia doveroso imporre le vaccinazioni, perché non si assume la responsabilità di imporle coattivamente invece che ricattare le famiglie sulla base della necessità di utilizzare nidi e materne?) :?:

Vorremmo anche portare all’attenzione scientifica alcune “aree grigie” cruciali per la salute e la sicurezza della comunità e per la sostenibilità del nostro SSN, che meriterebbero di essere chiarite attraverso ricerche realizzate con supporto istituzionale, indipendenti da sponsor commerciali e con ricercatori senza conflitti di interesse.

4. In un’ottica sistemica e di medicina centrata sulla persona non è opportuno riferirsi solo alla popolazione generale, ma è necessario ragionare su specifici gruppi di popolazione. Vi sono, infatti, alcuni vaccini che hanno mostrato in studi randomizzati su esiti clinici maggiori prove convincenti di appropriatezza per alcuni gruppi di persone (es. il vaccino antinfluenzale negli anziani cardiopatici), o che potrebbero essere inappropriati in alcuni specifici gruppi (es. donne nel primo trimestre di gravidanza).

In relazione a quanto sopra, la Rete Sostenibilità e Salute ritiene urgente:
avviare un serio dibattito all’interno della comunità scientifica :?: (? E gli altri?) :?: sul tema dei vaccini, che consenta di superare contrapposizioni ideologiche e di presentare alla popolazione informazioni complete basate sulle migliori prove disponibili. Per ristabilire una relazione di fiducia tra comunità scientifica e cittadini è anche necessario che le informazioni fornite siano indipendenti da interessi commerciali.
Siamo convinti che si possa promuovere la salute, così come un’offerta vaccinale con altissima adesione, solo se la cittadinanza sarà informata in modo credibile e adeguato, e sarà attiva e consapevole.
In coerenza, riteniamo opportuno che il “board” per una legge nazionale intesa a rendere obbligatorie le vaccinazioni per iscriversi a scuola, attivato dall’Onorevole Gelli (http://www.quotidianosanita.it/governo- ... o_id=49983) con le maggiori Società scientifiche che si occupano di vaccini e il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, includa anche esperti indipendenti dalle Società scientifiche, liberi da potenziali conflitti di interesse, per affrontare nel contesto appropriato alcuni temi scientifici controversi. :?: (SULL’OBBLIGO DI VACCINAZIONE PER ISCRIVERSI A SCUOLA IL NO DEVE ESSERE ASSOLUTO) :?:
Un’accelerazione su una legge nazionale che estenda l’obbligo a tutte le vaccinazioni incluse nel Piano Nazionale Vaccini (PNV) sarebbe una forzatura se soffoca il confronto scientifico (sarebbe una forzatura in ogni caso) e gli indispensabili contributi che ne possono derivare. Ad eccezione della profilassi antimorbillo, per cui ha basi scientifiche puntare al 95% della copertura, per altri vaccini non si vedono al momento condizioni di emergenza o urgenza tali da giustificare l’adozione di provvedimenti coercitivi. :?: (PERCHÉ PER IL MORBILLO SI RITIENE NECESSARIO ACCOGLIERE I PROVVEDIMENTI COERCITIVI? PERCHÉ OBBLIGARE A VACCINARSI CHI PREFERISCE CORRERE IL RISCHIO DI CONTRARRE LA MALATTIA?) :?: La copertura necessaria è infatti inferiore al 95% per altri vaccini (salvo ovviamente per l’antitetanica), come si può verificare da documenti dell’Istituto Superiore di Sanità – Allegato. :?: (PERCHÉ PRENDIAMO PER ORO COLATO I DOCUMENTI DELL’ISS?) :?:
Come RSS è stato avviato un gruppo di lavoro interdisciplinare per confrontarci in merito a importanti punti controversi, su cui non va impedito il dibattito della comunità scientifica. Ne esemplifichiamo alcuni:
1) vaccini o aspetti connessi a singole vaccinazioni che si trovano tuttora nella sopracitata “zona grigia”, meritevoli di ulteriore ricerca prima di considerare di renderli vincolanti
2) iniziative per migliorare il sistema di sorveglianza post marketing per i vaccini e per i farmaci in generale
3) durata dell’immunità. Non tutti i vaccini proteggono “a vita”, per non pochi la protezione è solo di pochi anni
come ammette il PNV, che chiede ad es.:
- una rivaccinazione annuale antinfluenzale per tutti dai 50 anni
- richiami ravvicinati fino a 18 anni per vaccini anti difterite, tetano, pertosse e poliomielite, poi rivaccinazioni decennali universali per le prime tre.
- o come il documento congiunto SIF, SItI, SIP, FIMMG, FIMP, che auspica già una rivaccinazione antipertosse ogni cinque anni per gli operatori sanitari a contatto con il neonato, perché “dati recenti indicano che alcuni soggetti possono essere ritornati allo stato di suscettibilità dopo alcuni anni”.
Ciò implica che alcune strategie di implementazione andrebbero ripensate in un’ottica di lungo periodo, per evitare che per alcune malattie si sposti solo l’età di trasmissione, con rischi potenzialmente più seri per anziani e malati cronici.
4) collocare i vaccini nel più ampio contesto delle politiche di prevenzione. Dato che le malattie infettive si manifestano per l’interazione tra un agente infettante, un ospite (e le sue difese) e un ambiente, la prevenzione dovrebbe intervenire sulle tre componenti. In quest’ottica bisognerebbe darsi delle priorità sia tra le vaccinazioni :?: (CHE NON SONO CONSIDERABILI PREVENZIONE MA PROFILASSI) :?: , sia nell’insieme degli interventi preventivi: non si possono usare “tutti i vaccini disponibili” e trascurare ad es. gli interventi sugli stili di vita con grande e documentata efficacia nel ridurre sia morbosità e mortalità per malattie infettive, sia malattie croniche e mortalità generale.
5) Non ci risultano prove che la coercizione ottenga risultati migliori di altre misure di informazione credibile e ricerca del consenso e responsabilizzazione sociale. Una revisione sistematica (Ames HMR et al. Cochrane review 2017 http://bit.ly/2q6klcq) conclude che i genitori vogliono informazioni bilanciate su benefici e rischi, imparziali, chiare e specifiche per specifiche esigenze informative (gli esitanti desiderano più informazione). :?: (COSA DICIAMO AI GENITORI CHE VOGLIONO LA LIBERA SCELTA VACCINALE?) :?:
Prima di generalizzare ed estendere misure obbligatorie, sarebbe opportuno valutare i risultati comparativi tra Regioni che hanno o no vincolato la frequenza scolastica all’esecuzione di vaccinazioni.

Patrizia Gentilini
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Iscritto il: 11/05/2017, 22:17

Re: vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da Patrizia Gentilini » 11/05/2017, 23:27

Come ho comunicato al Direttivo di Firenze il 13 non potrò essere a Milano, ma sono molto interessata all'argomento anche perché il clima che si respira da "allineati e compatti" non è accettabile. Il testo della rete sostenibilità e salute mi sembra un buon punto di partenza. Sul blog del Fatto Quotidiano ho espresso alcune considerazioni
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05 ... e/3547613/
Un caro saluto a tutti
Patrizia

zampa di castoro
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Iscritto il: 26/12/2016, 11:02

Re: vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da zampa di castoro » 12/05/2017, 14:21

Marco Caldiroli ha scritto:
10/05/2017, 9:25
"La seconda lettera di Dario Miedico all'ordine dei medici di Milano in occasione della sua convocazione per il 20.04.2017"

La data giusta della convocazione è il 20 maggio 2017 e non il 20.04.2017

roberto monfredini
Messaggi: 1
Iscritto il: 21/12/2016, 18:28

Re: vaccinazioni, libertà e repressione

Messaggio da roberto monfredini » 12/05/2017, 15:55

Essendo veterinario , il vaccino è uno degli oggetti che ho maggiormente conosciuto in 35 anni di lavoro , nel 1988 scoprimmo un virus che colpiva i conigli , un calicivirus , la malattia poi definita MEV, prevedeva allora un FORMOLATO di virus, una porcheria di omogenato di fegato di coniglio , ma si salvarono milioni di coniglio , e soprattutto il mercato , ora in declino, il virus arrivò dalla Cina nel 1986 .
la bellezza della professione veterinaria risiede nel fatto che la INFETTIVOLOGIA è COMPARATA , nel senso che il mondo batterico , virale etcc è studiato nelle varie specie di animali , da qui un retrovirus , che ha come specie i LENTIVIRUS che colpisce la quaglia il pollo il gatto il cavallo e l'uomo , etcc , in questo mondo nascosto dei piccoli animali unicellulari o di micron naviga l'uomo con le sue insicurezze ma delegando al potere medico la conoscenza scientifica .
tutti ricordiamo lo stare in fila , almeno noi anzianotti , a bocca aperta per lo zuccherino , per l'abrasione sulla spalla , per la puntura dolorosa , ma si aveva certezza che quel camice bianco operasse per il nostro bene, la fiducia era enorme nella conoscenza racchiusa in quegli stanzoni vocianti .
ho iniziato la professione con le parvovirosi del cane che mietevano cucciolate con sangue e vomito , con il cimurro in forma nervosa , etcc in 40 anni tali patologie sono scomparse, ma il mondo nascosto si modifica continuamente , le leptospire non sono più le stesse ed i topi ora hanno nelle urine la pomona e l'australis .
i vaccini da vivi sono diventati spenti o vivi attenuati , o con frazioni genetiche , il mondo vaccinale è stato modificato dalle tecnologie , ma certamente la vaccinazione è stato ed è un passo importante dell'umanità verso la salvezza di molte vite ,in questo caso animale.
altra cosa è l'approccio speculativo che il mondo scientifica adotta a volte molto distante da noi , in laboratori in altri continenti al fine di selezionare ceppi vaccinali manipolando virus intoccabili , che il mondo scientifico da anni conosce e che si raccomanda di non toccare , CORONAVIRUS , per un fine commerciale , un vaccino sui polli , tutti ricorderanno la SARS , l'influenza aviaria , gli stock di vaccini prodotti e pagati o rimandati indietro in quanto neppure i medici si mai sognati di vaccinarsi , con il medico del laboratorio cinese e tutta la famiglia deceduti in seguito al contagio.
è evidente che non è possibile stabilire dei dogmi in una materia sanitaria preventiva , è altresì importante invece analizzare invece le reazioni avverse , le controindicazioni ,e qualsiasi aspetto legato al vaccino e allo stato di salute del vaccinato. Lo stimolo della produzione anticorpale , lo stimolo immunitario spesso dura pochi gg o poche ore , e tra tutte le terapie o profilassi è certamente quello meno invasivo , ma potrebbe a volte procurare un danno ,e questo danno deve essere a mio avviso eliminato .faccio un esempio di circa 20 anni fa , una signora arrivò con un cucciolo di dalmata, appena preso dall'allevamento , lo visitai , in ottima forma , il giorno dopo tornò con il cucciolo che vomitava e aveva sangue nelle feci , l'anamnesi mi portò a capire , la signora il giorno prima dall'allevatore aveva il cucciolo in mano , la proprietaria dell'allevamento le disse , aspetti le vaccino il cane , PARVOVIRUS VIVO attenuato , mi da una mano che vaccino gli altri 8, vaccinarono la cucciolata , la signora portò a casa il suo ,che 2 giorni dopo morì, gli altri non manifestarono nulla, lo stress , il viaggio , il distacco dalla madre ,la mancanza del capezzolo ,il vaccino vivo inoculato invece di fare produrre anticorpi scatenò la malattia mortale. Quindi concordo a pieno con il giudizio scientifico che Dario ha dato delle vaccinazioni , il mondo microbico in cui siamo immersi è un mondo che viene combattuto quotidianamente con gli strumenti che abbiamo e conosciamo , ma occorre anche tener conto di tanti fattori avversi che tali presidi possono scatenare , l'equilibrio sta proprio nella intelligenza di restare a galla rispettando le diverse concezioni , qua non siamo in presenza di ciarlatani , e quindi l'irrigidimento delle strutture sanitarie in materia è esclusivamente un danno per tutti i cittadini onesti e volenterosi di capire .

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