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oggi è il: 10|05|2024
Comunicato stampa

Quale Porto Marghera vogliamo?
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Comunicato Stampa

AmbienteVenezia – Medicina Democratica – Associazione Gabriele Bortolozzo

-  Ecoistituto del Veneto - Assemblea permanente contro il rischio chimico -

Quale Porto Marghera Vogliamo?

Cosa, Come, per chi produrre? Quale chimica?...

Pensiamo sia utilissimo riprendere e rilanciare un dibattito cittadino che in questi ultimi periodi si è inspiegabilmente anestetizzato e spento; siamo invece di fronte a scelte che condizioneranno in maniera irreversibile il futuro di cittadini, lavoratori e ambiente per i prossimi 30 o 40 anni.

In questi ultimi mesi sono state presentate alcune Proposte di Nuova Legge Speciale per Venezia; il Comune di Venezia ha avviato l’iter di discussione e poi di approvazione del nuovo Piano di Assetto Territoriale. Questi due strumenti disegneranno il futuro e il destino del nostro territorio.

Continua ad essere presente nelle pagine dei media locali e nazionali quella che noi consideriamo la tragica telenovela del Petrolchimico di Porto Marghera ed in particolare della chimica del ciclo del cloro. Questi impianti vetusti e super sfruttati dal punto di vista produttivo e ormai fermi da diverso tempo, sono in attesa di qualche acquirente che abbia intenzione di investire cifre folli per far ripartire una produzione che nel sondaggio postale/referendum del 2006 l’80% dei cittadini che avevano partecipato hanno respinto con un secco NO al quesito: “Il ciclo del cloro a Porto Marghera è costituito da alcuni impianti industriali collegati tra loro, costruiti sulla gronda lagunare agli inizi degli anni ’70. Tale ciclo, che ha alla base l’impianto CloroSoda è finalizzato alla produzione di TDI e PVC che prevedono come prodotti intermedi Cloro, CVM, Fosgene.

Volete voi che continuino la produzione e la lavorazione del cloro, del CVM e Fosgene?

SI NO

I lavoratori chimici che in questi anni hanno continuato a lottare in difesa dei loro diritti e che sono saliti a più riprese nelle Torri/camini, mettono assieme giustissime e condivisibili rivendicazioni come la richiesta di un reddito sicuro e dignitoso e la richiesta di un lavoro sicuro e dignitoso ma continuano testardamente a voler difendere quel ciclo di produzione che ha creato enormi danni a lavoratori, cittadini ed ambiente e continuerebbe ad essere un pericolo ed un rischio per l’intera collettività. D’altronde questa è da decenni la linea di difesa suicida che porta avanti il Sindacato dei Chimici che nella caparbia difesa di quegli impianti dice enormi falsità! Mentono in maniera consapevole o inconsapevole quando continuano a dire che quegli impianti sono ormai da molti anni sicuri e compatibili con l’ambiente? Per chi è interessato ad approfondire riportiamo nell’ allegato una specie di diario di quanto è successo in questi ultimi 20 anni in questi impianti.

Ci si renderà conto di come i vari padroni, che si sono succeduti, abbiano gestito in maniera spregiudicata e criminale questi impianti, pensando solo a massimizzare i profitti risparmiando su manutenzioni e sicurezza. Con la conseguenza che questi impianti che hanno ormai 40 anni hanno avuto diversi incidenti, anche in anni recenti, che hanno causato diverse fughe di diverse tonnellate di prodotti cancerogeni che sono ricadute nel territorio circostante. Per questi incidenti dirigenti e tecnici sono stati rinviati a giudizio e condannati.

Dal 1989 al 2006 sono stati sottoscritti lettere d’intenti e accordi della chimica che se applicati avrebbero potuto in qualche modo migliorare la sicurezza e le compatibilità ambientali di questi impianti ma i padroni hanno applicato ed attuato solo quelle parti che permettevano ristrutturazioni e riduzioni dei costi. Senza mai fare quelle modifiche migliorative dei cicli produttive che avevano promesso.

Ora noi riteniamo che questi impianti, che sono chiusi, debbano essere rottamati e non riavviati magari pensando ad aumenti produttivi.

Per chiudere questa parte introduttiva riportiamo quanto detto il 12 marzo 2008 dal Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente in un’intervista ad un giornale locale che spiega i motivi per i quali la società Ineos non aveva ottenuto ancora il parere positivo della commissione VIA al progetto di Bilanciamento degli impianti di produzione CVM e PVC; i motivi sono: Piani di emergenza esterna non aggiornati; certificati di prevenzione incendi inesistenti; autoclavi vecchie di 38 anni che producono rifiuti tossici oltre i limiti previsti; carenze operative e di manutenzione che hanno determinato tra il 2004 e il 2008 otto incidenti alcuni con fughe di gas cancerogeni

Riportiamo ora, solo la parte riguardante a Porto Marghera, del documento di proposte che abbiamo presentato al Confronto/Dibattito sulle proposte di Legge Speciale per Venezia tenutosi qualche giorno fa allo IUAV di Venezia, proposte che faremo anche sul nuovo Piano di Assetto Territoriale del Comune di Venezia

Riconversione produttiva e bonifica dei suoli di Porto Marghera, per insediarvi attività veramente eco-compatibili. Bisogna cambiare modelli e sistemi produttivi: messa al bando dei cicli produttivi che utilizzano e producono prodotti cancerogeni e genotossici, messa al bando dei cicli produttivi e stoccaggi rientranti nelle “Direttive Seveso”, Incentivazioni ed agevolazioni per attività ecocompatibili rientranti nel settore della “Green Economy “, Riduzione al minimo e superamento dell’incenerimento dei rifiuti; privilegiando azioni, metodologie e tecnologie miranti alla riduzione dei rifiuti e imballaggi all’origine e potenziando al massimo la selezione, recupero e riutilizzo. Riduzione al minimo e superamento del sistema di produzione di energia elettrica derivante da carbone e derivati del petrolio; privilegiando la produzione di energia veramente pulita derivante da: solare termico, fotovoltaico, geotermico, eolico e uso delle correnti e onde marine. Incentivazione e agevolazioni per attività relative alle bonifiche, al restauro e difesa del territorio, della laguna e della città storica. Fermo restando che a tutti i lavoratori coinvolti nelle chiusure e ristrutturazioni di impianti e cicli produttivi dovranno avere massima garanzie sul mantenimento del reddito fino al loro reinserimento in altre attività dell’area industriale.

L’area industriale di Porto Marghera bonificata avrà un ruolo strategico fondamentale per ospitare nuove attività economiche ecocompatibili e di ricerca per evitare e neutralizzare nuovo consumo di suolo con cementificazioni per progetti estremamente discutibili come:Veneto City, Marco Polo City, Città della Moda.

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Chiudiamo con una frase sentita ad un convegno di Medicina Democratica :

“ Non è mai esistito, ne mai esisterà, un posto di lavoro sicuro perché nocivo ed inquinante. Dove non si affermano sicurezza e protezione, dell’uomo come dell’ambiente, non si costituiscono certezze occupazionali. In ogni caso, le produzioni di morte devono essere bandite ed eliminate ”

Siamo convinti che se nel 2006, a fronte dei risultati del referendum cittadino, politici, imprenditori e sindacati avessero avuto il coraggio chiudere con questa chimica indifendibile ed agonizzante, oggi le bonifiche dei suoli sarebbero in fase ultra avanzata e si potrebbero insediare senza alcun problema attività veramente compatibili.

Domandiamo infine:

-  perché a Termini Imerese per la chiusura dello stabilimento FIAT le istituzioni pubbliche e i privati hanno trovato subito modo di programmare la riconversione e gli investimenti e a Marghera da anni è tutto fermo ?
-  perché in Italia la chimica fine ha avuto uno sviluppo enorme con boom di esportazione ( vedasi corriere della sera del 15-2-2011 ) mentre a P. Marghera vogliamo tenerci la chimica di base, (anzi il ciclo del cloro la peggior chimica di base) che ormai vive solo nei paesi produttori di petrolio ?

AmbienteVenezia – Medicina Democratica – Associazione Gabriele Bortolozzo

-  Ecoistituto del Veneto - Assemblea permanente contro il rischio chimico -


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.: Diario incidenti sul ciclo del cloro :.
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In questa rubrica sono contenuti documenti e articoli relativi alle politiche ambientali ed alla questione degli inquinamenti.
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