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Incontro della Rete Ambientalista provinciale di Alessandria

Incontro contro gli inceneritori a Capriata D’Orba
Il ruolo dei Sindaci - preambolo e testo della relazione
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Questa sera all’assemblea di Capriata d’Orba, con quattro relazioni di esperti e medici, la Rete ambientalista provinciale -sfidando al confronto- dimostrerà scientificamente le alternative tecniche, economiche ed ecologiche all’incenerimento, metodo obsoleto, costoso e dannoso. L’intento delle assemblee in tutta la provincia non è solo divulgativo, culturale, ma di denuncia e di lotta, perchè già ora il progetto può essere fermato. Dai cittadini e dai loro sindaci. L’opinione pubblica possiede una grande forza di persuasione: i cittadini sono anche elettori, i sindaci, i politici diventano sensibilissimi quando toccati nel voto. Aggiungeremo nuove firme al migliaio che abbiamo già raccolto in calce al documento -chiamato "moratoria"- rivendicato alla Provincia di Alessandria, nel quale chiediamo due atti amministrativi indissolubili: 1) programmi e investimenti certi per ad una corretta gestione dei rifiuti (riduzione, riuso, raccolta differenziata, riciclaggio); 2) sospendere le decisioni in merito all’installazione dell’inceneritore sul territorio della provincia almeno fino al 2012. La Provincia, al primo incontro, ha detto un sì verbale al primo punto e non ha avuto il coraggio di un altro incontro per dire no al secondo. Rifiutando la moratoria, dunque la giunta Filippi non smentisce la volontà della giunta precedente (Palenzona), dunque non esclude di costruire l’inceneritore, dunque non è credibile, affidabile sugli enunciati programmi di raccolta differenziata. Di fronte a queste posizioni negative diventa importante il ruolo che chiediamo ai sindaci. Alcuni dei quali ammettono l’ipotesi dell’inceneritore o ne sono addirittura sostenitori. Però aggiungono: "Sì, ma non a casa mia". Comodo. Egoistico. Miope, soprattutto. Perchè i veleni dell’inceneritore non si fermano ai confini comunali, le aree di ricaduta degli inquinanti bioaccumulabili sono a decine di chilometri: non si salva mica nessuno; senza contare che le derrate alimentari contenenti le micidiali diossine circolano ancora più lontano nello spazio e nel tempo. Costruire l’inceneritore in Val Lemme o in Val d’Orba o in Valle Scrivia o fra Tanaro e Bormida, non fa dunque molta differenza. Però da qualche parte vogliono costruirlo, devono trovare un comune, un sindaco disponibile. Avevano già indicato il luogo, annunciando l’evento sui giornali come fosse una manna caduta dal cielo: Novi o Tortona. A Novi la Campari, più che il sindaco, ha detto no. Allora tra Novi e Tortona: a Rivalta Scrivia. Ma siamo arrivati noi a scompigliare i piani con le nostre assemblee, con l’opinione pubblica che si è mobilitata, con i partiti che si sono allarmati (per i voti). Ebbene il consiglio comunale di Tortona, sotto cui ricade Rivalta, ha deliberato all’unanimità: "non si parli di inceneritore sul nostro territorio fino al 2009". La delibera non ci ha entusiasmato (anche se va sottolineato che un anno fa, senza le sopravvenute nostre assemblee, avrebbero votato sempre all’unanimità... ma a favore dell’inceneritore), non ci piace perchè non dice: "no all’inceneritore, nè ora nè mai, nè a casa nostra nè a casa del vicino". Non lo dice. A questo punto l’inceneritore, come nel gioco del cerino che gira di mano in mano finchè brucia le dita di qualcuno, l’inceneritore ricominia a girare per la provincia. Chi lo vuole? Apparentemente, ufficialmente, nessun sindaco lo vuole a casa sua. Allora stiamo tranquilli? Mica tanto. Attenzione. Ripensiamo alle dichiarazioni di alcuni sindaci (Castelnuovo Scrivia, Cassano Spinola, Castelletto d’Orba, Voltaggio, Alessandria). Attenzione. L’inceneritore non è solo un cerino (gigantesco, alto 100 metri) che brucia (diossina), è anche un business miliardario che fa gola. Il comune che dovesse ospitarlo diventerebbe miliardario. Qualche sindaco magari ha già valutato: . A Capriata perciò diremo ai cittadini: chiedete insieme a noi che i sindaci firmino la moratoria, che chiedano, come abbiamo fatto noi, le dimissioni dei presidenti dei Consorzi Valle Scrivia e Alessandria, Oreste Soro e Pier Carlo Bocchio, in quanto "apertamente schierati sul business inceneritore e destinati dunque a boicottare di fatto il sistema di raccolta differenziata, a farlo fallire come alternativa all’inceneritore". Invitiamo i cittadini, gli elettori, le maggioranze e le minoranze dei consigli comunali, a chiedere ai loro sindaci di uscire allo scoperto, di non nascondersi dietro le direttive dei partiti, insomma di deliberare, di firmare la moratoria presentata alla Provincia. Altrimenti noi chiediamo a questi sindaci di essere coerenti e di proporre il proprio paese come sede dell’inceneritore. Abbiano almeno il coraggio di confrontarsi in assemblee pubbliche in quanto rappresentanti dei cittadini e non delle segreterie di partito così condizionate dagli interessi economici. La Rete ambientalista provinciale è sempre disponibile a partecipare con i propri esperti.

Lino Balza


Relazione all’assemblea popolare di Capriata d’Orba del 26 agosto 2005 a cura della Rete ambientalista provinciale: "No all’inceneritore tra Orba e Lemme, o altrove; la moratoria rivendicata alla provincia; il ruolo dei sindaci"

Le tre relazioni che mi hanno preceduto non sono state disquisizioni teoriche bensì autorevoli testimonianze dirette, esperienze reali, esempi concreti: quali effetti produrrebbe un inceneritore ad Alessandria, costruito secondo il decantato modello di Brescia; come si può realizzare, con successo, la raccolta differenziata quale alternativa all’inceneritore. Sono esperienze concrete. Infatti in tutte le assemblee che stiamo tenendo in provincia, la Rete ambientalista provinciale ha sempre presentato relatori con conoscenza diretta e approfondita dei problemi e delle soluzioni; addirittura uno scienziato di fama internazionale come il prof. Paul Connett (del quale potete usufruire la registrazione della conferenza con traduzione simultanea). (Anche gli interventi di questa assemblea sono registrati e gli atti saranno disponibili in una apposita elegante pubblicazione). Noi scientificamente dimostriamo che l’incenerimento è metodo obsoleto, superato, è uno spreco e un imbroglio energetico ed economico, uno spreco di risorse rispetto al sistema di riduzione-recupero-riutilizzo-riciclaggio dei rifiuti che consente invece risparmi di energia da 3 a 5 volte maggiori; che l’incenerimento recupera una irrisoria quantità di energia elettrica (18 - 20% del potenziale calorifico dei rifiuti) ma riempie le discariche speciali di scorie e ceneri tossiche nonchè emette sostanze inquinanti permanenti e accumulabili che danneggiano la salute; non crea nuova occupazione ed è antieconomico perchè costoso come investimenti iniziali e di gestione, tant’è che produce energia elettrica a prezzo tre volte superiore a quello di mercato: compensato dai sussidi pubblici, cioè dalle nostre bollette. Anche se esistesse a impatto ambientale zero: andrebbe bocciato. Noi scientificamente dimostriamo le alternative tecniche, economiche, occupazionali (6-7 volte l’inceneritore) ed ecologiche all’incenerimento e alle discariche, da conseguire in 5-6 anni, avvicinandoci all’opzione "rifiuti zero" entro 15-20 anni. I sostenitori dell’inceneritore non hanno mai avuto il coraggio tecnico, civico e politico di confrontarsi scientificamente con noi. L’intento delle nostre assemblee non è solo divulgativo, culturale (data la scarsissima attenzione dei mass media locali al tema, ma di denuncia, di azione, di movimento, di lotta: "in concreto, cosa fare per impedire la realizzazione di un inceneritore in provincia?". Certo, potremo realizzare mobilitazioni, manifestazioni popolari, ricorsi legali, blocchi dei cantieri ecc. E li faremo se il progetto andrà avanti. Ma già ora il progetto può essere fermato. Come? Da chi? Dai cittadini e dai loro sindaci. L’opinione pubblica possiede una grande forza di persuasione; i cittadini sono anche elettori; i sindaci, i politici diventano sensibilissimi quando toccati nel voto. Il ruolo dei cittadini è fondamentale. Invitiamo innanzitutto i presenti a questa assemblea ad aggiungere le proprie firme al migliaio che abbiamo già raccolto in calce al documento -chiamato "moratoria"- rivendicato alla Provincia di Alessandria, nel quale chiediamo due decisioni, due atti amministrativi indissolubili, che non possono essere separati: 1) dare attuazione, attraverso programmi e investimenti certi, ad una corretta gestione dei rifiuti (riduzione, riuso, raccolta differenziata, riciclaggio); 2) sospendere le decisioni in merito all’installazione dell’inceneritore sul territorio della provincia almeno fino al 2012. La Provincia, al primo incontro, ha detto un sì verbale al punto 1) raccolta differenziata, ma non ha avuto il coraggio di un secondo incontro per dire no al punto 2) la moratoria. Dunque la giunta Filippi non smentisce la volontà della giunta precedente (Palenzona), dunque non esclude di costruire l’inceneritore, dunque non è credibile, affidabile sugli enunciati programmi di raccolta differenziata. La raccolta di firme è perciò uno strumento forte di pressione, persuasione, di lotta dei cittadini. Inoltre noi contiamo sul ruolo dei sindaci. Ogni paese, ogni città, ogni elettore deve rivolgersi al proprio sindaco e chiedergli: "tu che cosa fai per impedire l’inceneritore?" Se noi chiediamo a ciascun sindaco se è d’accordo a costruire l’inceneritore a ridosso del proprio paese: difficilmente la risposta è sì. Difficile anche da parte di quei sindaci che -in teoria- ammettono l’ipotesi dell’inceneritore o ne sono addirittura sostenitori. "Sì, ma non a casa mia": è la risposta. Comodo. Egoistico. Miope, soprattutto. Perchè i veleni dell’inceneritore non si fermano ai confini comunali: osservate la cartina geografica con le aree di ricaduta degli inquinanti bioaccumulabili a decine di chilometri: non si salva mica nessuno; senza contare che le derrate alimentari contenenti le micidiali diossine circolano ancora più lontano nello spazio e nel tempo. Costruire l’inceneritore in Val Lemme o in Val d’Orba o in Valle Scrivia o fra Tanaro e Bormida, non fa dunque molta differenza. Però da qualche parte vogliono costruirlo, devono trovare un comune, un sindaco disponibile. Avevano già indicato il luogo, annunciando l’evento sui giornali come fosse una manna caduta dal cielo: Novi o Tortona. A Novi la Campari, più che il sindaco, ha detto no. Allora tra Novi e Tortona: a Rivalta Scrivia. Ma siamo arrivati noi a scompigliare i piani con le nostre assemblee, con l’opinione pubblica che si è mobilitata, con i partiti che si sono allarmati (per i voti). Ebbene il consiglio comunale di Tortona, sotto cui ricade Rivalta, ha deliberato all’unanimità: "non si parli di inceneritore sul nostro territorio fino al 2009". La delibera non ci ha entusiasmato (anche se va sottolineato che un anno fa, senza le sopravvenute nostre assemblee, avrebbero votato sempre all’unanimità... ma a favore dell’inceneritore), non ci piace perchè non dice: "no all’inceneritore, nè ora nè mai, nè a casa nostra nè a casa del vicino". Non lo dice. A questo punto l’inceneritore, come nel gioco del cerino che gira di mano in mano finchè brucia le dita di qualcuno, l’inceneritore ricominia a girare per la provincia. Chi lo vuole? Apparentemente, ufficialmente, nessun sindaco lo vuole a casa sua. Anche se... Anche se... leggiamo su Il nostro giornale del 13 agosto che a Cassano Spinola, evidentemente non sazi della Roquette, ci si allarma sotto quella specie di spada di Damocle che è l’assessore Tassarolo. Anche se... leggiamo su La stampa e Il piccolo l’intervento di Gianni Tagliani, presidente dell’assemblea dei sindaci del Consorzio smaltimento rifiuti Valle Scrivia, intervento che abbiamo letto e riletto senza riuscire a tradurlo in un no all’inceneritore oppure in una autocandidatura ad ospitarlo a Castelnuovo Scrivia, di cui Tagliani è sindaco. Anche se... con le nostre orecchie abbiamo incontrato e ascoltato il sindaco di Castelletto d’Orba, Dario Fornaro, nonchè segretario provinciale dei DS, non escludere l’ipotesi finale dell’inceneritore. Dove lo fareste? A Castelletto? Sarebbe interessante una assemblea popolare a Castelletto su questo interrogativo. Anche se... leggiamo su Il nostro giornale che il sindaco di Voltaggio, Consolato Repetto, senza mezzi termini vuole l’inceneritore. A Voltaggio? Non è molto chiaro. Anche se... leggiamo che la sindaco di Alessandria, Mara Scagni, sollecita l’inceneritore. Forse ad Alessandria? Forse come rivincita non essendo riuscita a piazzare la centrale termoelettrica? E’ possibile, d’altronde l’Amag di Alessandria aveva già annunciato l’accordo sull’inceneritore con l’ASM di Brescia, in concorrenza con Soro. Anche se... leggiamo che qualche sindaco comincia ad obiettare: perchè non nel casalese o nell’acquese? Gli unici sindaci che si sono espressi con atti amministrativi finora sono quelli di Tortona e di Pozzolo Formigaro che ha deliberato un no secco alle industrie inquinanti. In generale, nessun sindaco, apparentemente, ufficialmente, ha dichiarato chiaro e tondo che l’inceneritore è disposto ad accoglierlo a casa propria. Allora stiamo tranquilli? Nessuno lo vuole? Mica tanto tranquilli. Attenzione. Ripensiamo alle dichiarazioni di quei sindaci che ho citato. Attenzione. L’inceneritore non è solo un cerino (gigantesco, alto 100 metri) che brucia (diossina), è anche un business miliardario che fa gola. Il comune che dovesse ospitarlo diventerebbe miliardario. Qualche sindaco magari ha già valutato: "se lo fanno in un comune vicino mi becco lo stesso i veleni, tanto vale farlo nel mio comune e beccarmi i soldi. Faccio finta di fare un po’ di resistenza, dico nì, chiedo garanzie tecniche, controlli severi, poi allargo le braccia sconsolato, spiego ai compaesani che la decisione è della Provincia e, se la popolazione non alza le barricate, riempio le casse comunali. Quando la gente comincerà a morire, avrò già concluso i miei due mandati e magari sarò già onorevole". Vi rendete conto, con questi esempi, dell’importanza che attribuiamo al ruolo dei sindaci: noi chiediamo, chiedetelo insieme a noi, che i sindaci firmino la moratoria. I sindaci, se vogliono, se stimolati a volere, possono svolgere un ruolo attivo e determinante perchè fanno parte, compongono i Consorzi rifiuti. Si esprimano, prendano posizione. Si assicurino che l’obiettivo della raccolta differenziata, indicato al 66% dalla Provincia, sia perseguito veramente, seriamente. Chiedano, come abbiamo fatto noi, le dimissioni dei presidenti dei Consorzi Valle Scrivia e Alessandria, Oreste Soro e Pier Carlo Bocchio, in quanto "apertamente schierati sul business inceneritore e destinati dunque a boicottare di fatto il sistema di raccolta differenziata, a farlo fallire come alternativa all’inceneritore". Ancora pochi giorni fa, sul giornale Panorama di Novi, in prima pagina, Oreste Soro e Alessandro Scaccheri, rispettivamente presidenti del Consorzio rifiuti novese, tortonese, acquese, ovadese e della Società recupero e trattamento rifiuti, ripropongono imperterriti l’inceneritore a nome -si legge- di 116 comuni e 4 comunità montane, fra cui i vostri comuni, i quali, secondo il giornale, "si sono ufficialmente dichiarati favorevoli all’inceneritore". E’ vero? Se è vero, in quale di questi paesi lo costruiamo? Noi chiediamo a questi sindaci, se è vero, di essere coerenti, di autoproporre il proprio paese. Non lo faranno. Allora noi invitiamo i cittadini, gli elettori, le maggioranze e le minoranze dei consigli comunali, a chiedere ai loro sindaci di uscire allo scoperto, di non nascondersi dietro le direttive dei partiti, insomma di deliberare, di firmare la moratoria presentata alla Provincia. I sindaci, se vogliono, se obbligati a volere, sono in grado di fermare l’inceneritore. Oggi e per sempre. Si attivino dunque i consigli comunali e dibattano la questione. Noi, Rete ambientalista provinciale, siamo sempre disponibili a partecipare ad assemblee come questa, a portare i nostri esperti, a confrontarci I sindaci dovrebbero sentire come obbligo le assemblee. Rinnoviamo perciò la nostra disponibilità ai sindaci presenti, rappresentanti dei cittadini e non delle segreterie di partito. Sappiamo di avere di fronte interessi economici giganteschi che condizionano i partiti. I partiti avevano già deciso di costruire l’inceneritore, guadagnado bei titoli sui giornali. Gli abbiamo scompaginato i piani. Ma le maggioranze trasversali non hanno mollato, manovrano a favore dell’inceneritore. Tant’è che l’unico partito che finora si è dichiarato ufficialmente per la moratoria è Rifondazione comunista di Tortona. Chiederemo a tutti i partiti di firmare la moratoria, di dichiararsi pubblicamente. Perchè crediamo che i cittadini abbiano il diritto di conoscere, prima di andare a votare, la posizione chiara e netta dei partiti su una questione così grave come quella dell’inceneritore. Noi andremo perciò a chiedere a ciascun partito, uno per uno, di esprimersi senza ambiguità in maniera che i cittadini giudichino. Possiamo assumerci autorevolmente questo compito, perchè la Rete ambientalista provinciale non ha remore o preferenze contro o a favore di nessun partito, nessuna soggezione o subordinazione a chichessia. Fra noi militano a fianco a fianco persone di destra e di sinistra, che possono bisticciare -ma non c’è il tempo di farlo, nè il gusto- su Berlusconi, ma che vanno d’amore e amicizia su ambiente e salute, persone che sono tutte impegnate come volontariato, che meriterebbero di essere citate nome per nome, ringraziate a una ad una per il lavoro che fanno a proprie spese di tempo e denaro. Perciò, concludo, ricordatevi prima di uscire la cassetta del fondo di solidarietà, cioè di sostenerci con l’unico finanziamento che abbiamo, cioè la vostra sottoscrizione altrettanto volontaria. E tenetevi aggiornati, aggiungendo il vostro indirizzo alla Rete telefonica e telematica che sta circolando in sala. Il 7 settembre, giornata mondiale contro gli inceneritori, con manifestazioni in tutto il mondo, faremo una manifestazione ad Alessandria: partecipate.

Lino Balza Via Dante 86 15100 Alessandria tel. 3470182679 - 013143650

linobalzamedicinadem@libero.it




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Ambienti

In questa rubrica sono contenuti documenti e articoli relativi alle politiche ambientali ed alla questione degli inquinamenti.
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