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oggi è il: 07|05|2024
Un convegno a Firenze

"Diritti Negati e cultura dell’accessibilità"
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Sabato 25 settembre ’99, presso la "Sala Est Ovest" dell’Amministrazione Provinciale, in Via Ignori 12, a Firenze, si è svolto un convegno sul tema :" Diritti negati e cultura dell’accessibilità".

Il convegno è stato promosso dalla locale sezione di Medicina Democratica e dal Comitato dei Diritti Negati. Vi hanno prestato la loro collaborazione il Comitato per la Difesa delle Persone Assistite, nonché i consilieri comunali del PRC e l’Assessore ai Lavori Pubblici della Provincia.

I lavori della mattinata sono stati introdotti da Fulvio Aurora, segretario nazionale di M.D.

Walter Fossati ha tenuto la relazione-base del convegno soffermandosi sul concetto di vivibilità della città in relazione ai bisogni di tutta la popolazione.

L’architetto inglese Stephen Thorpe ha parlato dell’esperienza inglese e ha presentato una ricerca sugli edifici storici di Firenze.

Il Dr. Beniamino Deidda, Procuratore Capo della Procura della Repubblica a Prato, non essendo stato presente, ha scritto il proprio intervento che è stato letto nella mattinata.

La sezione antimeridiana si è conclusa con gli interventi di Matteo Buda e di Gabriella Bertini.

Nel pomeriggio, con la moderazione di Monica Sgherri, consigliere comunale a Firenze, con una tavola rotondo si sono sentite diverse realtà e esperienze a confronto.

Realtà e esperienze nell’ambito tematico specifico dell’eliminazione delle barriere architettoniche: Fanny Di Caro a Firenze, Laura Valsecchi a Milano e Franco Carnevale nei luoghi di lavoro.

La tavola rotonda si è chiusa con la testimonianza di Lorenzo Sacconi e di Anna Nocentini, rispettivamente dell’Associazione Paraplegici e del Comitato per la difesa delle persone assistite, che hanno riferito dell’inagibilità nella vita quotidiana e dell’accessibilità economica ai servizi socio-assistenziali.

In attesa che gli organizzatori del convegno pubblichino gli atti e che ci diano l’opportunità di un’attenta e puntuale lettura degli interessanti interventi, riportiamo qui alcuni tratti di maggior rilievo.

Fossati, nella relazione introduttiva, ha ricordato che la città deve essere vissuta come il luogo per la vita di tutti e non soltanto per la vita di alcuni "privilegiati". Citando Dahrendorf, ha sottolineato che il privilegio è per definizione una negazione della cittadinanza degli altri. Se nella città, come avviene, si pratica la "cultura della merce", diventa inevitabile che il 40% dei grandi anziani a Milano vivano in case con barriere architettoniche. La concezione della città mercificata porta a quartieri residenziali localizzati accanto ad insediamenti produttivi insalubri, alla limitazione dell’autonomia e del movimento dei disabili negli spazi domestici.

Fossati ha aggiunto che il problema delle barriere non coinvolge lo "spazio architettonico" in senso stretto soltanto. Essendo un problema generale e globale, abbraccia tutte le dimensioni del costruito, tenendo presente che ,nella realtà, non esiste l’uomo "ideale", ma esiste l’uomo con tutte le sue diversità dovute all’età, al genere, all’etnia e alle condizioni fisiologiche.

Il disagio sofferto dalle persone che non sono in grado di adattarsi alla città di oggi è il corrispettivo individuale del sistema urbano e, quindi, esse presentano un problema non privato ma politico e sociale. Vi è un’esigenza fondamentale: rimodellare la città sui bisogni delle persone che la abitano, ponendo al centro la loro diversità, facendo si che la tecnica sia al servizio delle verità esistenziali, con una riflessione che deve essere compiuta a più voci, da diversi attori sociali ed istituzionale, nella salvaguardia dei loro ruoli e specificità.

Nella sua conclusione, Fossati ha affermato che la normativa è uno strumento importante purché si cali in un contesto culturale "aperto", in grado di prendere in esame i vari punti di vista, rispetto alla vita delle persone.

Il Comitato Locale per l’eliminazione delle barriere architettoniche è indispensabile per il lavoro di sollecitazione, rilevazione e studio, verifica e controllo, critica propositiva e promozione nei confronti delle istituzioni pubbliche territoriali.

Il testo dell’intervento del procuratore Deidda è pregevole sotto due profili: la puntuale ricostruzione della base normativa vigente e le considerazioni di natura giuridica.

Il magistrato afferma che il tema delle barriere architettoniche fa parte del più vasto tema delle garanzie dei diritti individuali, in particolare dei diritti inviolabili della personalità. Egli aggiunge che è essenziale insistere sul fondamento costituzionale delle norme sulle barriere architettoniche, perché l’esperienza è di tutt’altro genere.

Infatti, non sempre gli amministratori pubblici si sono resi conto del fatto che l’esistenza di barriere aggredisce i fondamenti del vivere civile e pone nel nulla le garanzie costituzionali dei diritti inviolabili delle persone. Deidda sostiene che occorre riflettere sul fatto che la legislazione sulle barriere architettoniche è una spia sensibile del grado di evoluzione sociale e giuridica, sulla scorta di quanto stabilisce la Carta dei diritti dell’uomo dell’ONU, secondo cui i diritti sociali si pongono sullo stesso piano dei diritti di libertà.

I diritti sociali liberano il singolo da ciò che impedisce la partecipazione; ma, d’altra parte, può esserci vera libertà solo se tutti hanno pari opportunità di goderne realmente.

Nell’ultima parte dell’intervento, il procuratore confuta la tesi di chi afferma che anche l’attuazione dei diritti sociali, previsti e garantiti dalla costituzione, sarebbe soggetta ad una sorta di realizzazione progressiva, nel senso che le posizioni soggettive dei singoli sarebbero destinate ad essere esigibili solo se il legislatore ordinario le preveda espressamente e stanzi i fondi per la loro realizzazione.

In base a tale discutibile tesi, il livello delle prestazioni per i disabili dipenderebbe di volta in volta dai concreti stanziamenti che la legge prevede e potrebbe variare a seconda della situazione economica generale. Ebbene, conclude Deidda, questa opinione contrasta in modo diretto con l’orientamento espresso più volte dalla Corte Costituzionale.

La Corte ha stabilito che, in materia dei diritti inviolabili riconducibili all’art. 2 della Costituzione, una volta che il legislatore ordinario abbia individuato i bisogni o le necessità, è il bilancio che va adeguato ad essi ( la sottolineatura è nostra), non essendo consentito al legislatore, e meno che mai alla Pubblica Amministrazione, di vanificare i diritti di rango costituzionale che la legge ordinaria ha provveduto ad individuare come realizzabili.

E’ stato rilevato che, ad esempio, a una persona maggiorenne e normodotata non può essere impedito di uscire di casa, di impostare una lettera, di fare una passeggiata o di partecipare ad una riunione. Per le persone con disabilità, invece, questi diritti inviolabili possono essere esercitati solo se esse hanno gli opportuni ausili tecnici o di assistenza e se

sono stati eliminati gli ostacoli fisici che li impediscono.

Evidentemente l’esercizio concreto dei diritti è condizionato dall’intervento fattivo del legislatore o della Pubblica Amministrazione, che consente ai disabili di avvalersi delle facilitazioni necessarie.

Dunque, se in materia di diritti inviolabili non si vogliono adottare due pesi e due misure, bisogna concludere che anche le persone con disabilità hanno diritto di vivere la loro vita e di sviluppare appieno la propria personalità, anche se questo costa molto in termini economici.

Negli interventi alla tavola rotonda del pomeriggio, ci sono parsi di notevole rilievo le comunicazioni di Fanny Di Caro e di Laura Valsecchi.

Di Caro ha presentato ed illustrato una nutrita serie di diapositive sulla realtà fiorentina e sulle iniziative sviluppate nell’ambito della società civile, fra i gruppi di base.

Valsecchi ha compiuto il tratteggio dell’esperienza del Comitato regionale anti-barriere a Milano ed in Lombardia e dalla relatrice sono state ripercorse le varie tappe in senso anche storico; il Comitato si è espresso nel passato con l’iniziativa della proposta di legge regionale, attraverso la raccolta di firme fra la popolazione ( iniziativa popolare), con l’attività delle sue articolazioni ( i comitati locali) nel territorio, con la gestione di percorsi formativi rivolti ai professionisti, ai tecnici comunali e alle figure degli esperti inserite nelle commissioni edilizie comunali.

La tavola rotonda pomeridiana si è chiusa con l’espressione degli impegni per il futuro. La moderatrice Monica Sgherri ha promesso la pubblicazione degli atti del convegno. Il lavoro più significativo sarà rivolto all’interlocuzione con l’Amministrazione Provinciale e Comunale di Firenze, integrato dall’intrapresa di almeno due attività da parte di Medicina Democratica e del Comitato dei Diritti Negati:

-  la promozione di un corso per professionisti e tecnici (sul modello attuato dal Comitato milanese) e la realizzazione di una rilevazione di barriere architettoniche in un quartiere della città con il protagonismo di persone disabili (percorsi di vita).

* * l’intento è quello di elaborare un piano locale, o per lo meno, contribuire alla sua elaborazione, partendo dal vissuto delle persone in difficoltà.

L’Assessore provinciale all’edilizia, che è stato presente ai lavori pomeridiani del convegno ed è intervenuto per portare il saluto dell’amministrazione, ha convenuto circa l’opportunità delle iniziative prospettiche, assicurandone il riconoscimento ed il sostegno.

Walter Fossati




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Disabilità e accessibilità

In questa rubrica sono contenuti documenti e articoli inerenti le barriere di ogni genere poste ai portatori di handicap.
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