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oggi è il: 19|04|2024
Comunicato della sezione di Livorno e Val di Cecina

Centrale a biomassa, tra neocolonialismo e inquinamento locale
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La de-nazionalizzazione dell’ENEL (la nazionalizzazione negli anni ’60 era stata una grande conquista delle sinistre in Italia) ha aperto la strada alle multinazionali dell’energia (Edison, Suez, Electrabel, Eon, Endesa, ecc) che hanno installato nuove centrali elettriche su tutto il territorio nazionale, senza benefici sulle bollette dei cittadini, con maggiori pressioni sui decisori politici e spesso con più diffuso inquinamento.

Oggi in Italia non si produce energia elettrica per i bisogni, ma per il business, che è enorme, sicuro ed incentivato dallo stato con i CIP6, con i quali i privati vendono a TERNA (Enel) l’energia prodotta a prezzo politico maggiorato, in virtù di usare combustibili “assimilabili “alle vere energie rinnovabili (sole, vento, ecc). Così si sono inseriti nel “mercato” faccendieri di tutti i tipi, in testa i proponenti delle centrali turbogas a metano (quando il metano è fonte di fortissime tensioni internazionali, dopo il petrolio), fino agli inceneritoristi, che di energia ne producono ben poca, ma di inquinamento micidiale molto. L’ultima ondata di business è con le centrali a biomassa: sostanze vegetali, di cui l’olio di palma è il principale. Con gravissimi problemi connessi.

Jean Ziegler, anziano socialista svizzero, Relatore Ufficiale delle Nazioni Unite per l’Alimentazione, nell’ottobre 2007 di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite definiva la politica di acquisizione di terreni nel sud del mondo, la loro deforestazione o il loro cambiamento d’uso (da uso agricolo locale ad uso industriale) un “crimine contro l’umanità”. Chiedeva pertanto una moratoria di almeno 5 anni per evitare il dilagare della fame. L’acquisizione di terreni da parte delle multinazionali è invece andata avanti, ed oggi almeno 20 milioni di ettari - in Africa, America latina e Asia - sono destinati dalle multinazionali a produzioni finalizzate ad alimentare le centrali elettriche e le auto dei paesi ricchi. Mentre le persone sofferenti la fame sono passate da 860 milioni nel 2005 a 1.070 milioni nel 2009 (FAO, Roma dicembre 2009).

La “Porto energia srl”, una filiazione dell’ex-gloriosa Compagnia Portuali, ora Compagnia Impresa Portuali, ha proposto ed ottenuto l’autorizzazione dalla provincia di Livorno, per la costruzione di una centrale a biomassa (olio di palma) da 52 mewawatt, in area portuale. Si approvvigionerebbe di olio dal sud del mondo, anche se dopo le nostre polemiche ha corretto il tiro, indicando paesi come Romania e Bulgaria. Peccato che la Regione Toscana nel Piano Energetico preveda un raggio di solo 70 km per l’approvvigionamento da biomasse ! Ma “Porto energia srl” è in Toscana o no ? Inoltre, l’ARPAT (che non è un cuor di leone...) ha affermato durante l’istruttoria autorizzativa, che la nuova centrale sarebbe la prima emettitrice di polveri sottili (cancerogene) della Toscana, o se si vuol dar credito alle stime riviste dal proponente, la seconda emettitrice dopo la mega-centrale ad olio combustibile di Piombino.

La zona di Livorno-Pisa invece è indicata nel “Piano di risanamento della qualità dell’aria” come area da bonificare, ed in cui abbassare l’inquinamento atmosferico, soprattutto di polveri sottili e ossidi di azoto, proprio i principali inquinanti della nuova centrale.

Per queste ragioni, esposte in sintesi, ricorriamo al TAR per l’annullamento dell’autorizzazione. E chiediamo aiuto ai cittadini di Livorno. La salute si difende prima di tutto impedendo nuovo inquinamento, e continuando a battersi per diminuire quello esistente, già pesantissimo.

Sabato 13 febbraio ore 16

Assemblea pubblica presso la Circoscrizione 2 Scali Finocchietti

Cittadini ed associazioni sono caldamente invitati a partecipare.




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