Il Consiglio di Stato stabilisce che si tenga conto del reddito del solo assistito
per le rette in RSA. Sgherri, Vangieri e Nocentini:”grande soddisfazione.
Era
una battaglia che portavamo avanti da anni”
“Grande soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato, che ha stabilito
finalmente con nettezza e senza tema di smentita che per la determinazione delle
rette di compartecipazione alle spese per la degenza in RSA di persone
ultrasessantacinquenni non autosufficienti e disabili gravi si debba tener conto dei
redditi del solo assistito e non anche dei redditi dei parenti.
Per questo riconoscimento ci siamo infatti battuti, a livello istituzionale e politico, da
anni e ora il Consiglio di Stato mette la parola fine, in positivo, alla vicenda.”
Così Monica Sgherri - Capogruppo di “Federazione della Sinistra - Verdi” in
Consiglio Regionale e Daniela Vangieri - Responsabile regionale sanità e sociale
di Rifondazione Comunista -.
“A livello di Consiglio Regionale - proseguono -
l’impegno in questa direzione è stato costante e aveva portato anche a risultati
importanti seppur parziali, fra cui ricordiamo che, nell’ambito dell’istituzione del
fondo regionale sulla non autosufficienza e del successivo regolamento attuativo,
avevamo ottenuto che la compartecipazione riguardasse almeno solo i parenti in
primo grado: il solo figlio, per capirci, non il genero o la nuora o i nipoti come
spesso era previsto dai regolamenti comunali, oltre ad una serie di fasce di
esenzione e agevolazione che garantissero una maggiore equità per le famiglie.
Adesso l’impegno che ci assumiamo sarà quello di lavorare affinché vengano
messi in atto tutti gli strumenti così che i comuni rispettino la sentenza del Consiglio
di Stato.”
A queste riflessioni si è associata Anna Nocentini, presidente della nostra
Associazione che ha espresso “soddisfazione per la sentenza del Consiglio di
Stato, in quanto stabilisce un principio per il quale ci battiamo da sempre.
Adesso però l’impegno dovrà essere quello di mettere in atto tutto ciò che serva
affinché i Comuni non facciano orecchi da mercante e non chiedano
compartecipazioni alle rette per l’RSA non dovute.
Come associazione siamo stati, siamo e saremo in prima fila su questo”.
Il Comitato Direttivo (Associazione per la difesa dei DIritti dei Non Autosufficienti)