Nel “decreto semplificazioni” (DL 5/2012, art. 14) è presente un articolo relativo alla “semplificazione dei controlli sulle imprese” che costituisce un esempio chiaro di “guerra sporca” (in quanto subdola, indiretta e non dichiarata) contro la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Usando il “grimaldello” della certificazione volontaria ISO 9001 (che riguarda esclusivamente la qualità e non la sicurezza e/o l’ambiente) “o altra certificazione appropriata emessa” il Governo propone di sopprimere o ridurre i controlli sulle imprese.
Questa norma, unitamente a quelle relativa alla SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) già introdotta dal precedente Governo, configura il concreto smantellamento dell’art. 41 della Costituzione che limita la libertà d’impresa rispetto alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana (non a caso queste tutele sono accostate in quanto legate l’una con l’altra).
La nuova disposizione di legge svuota di significato il capoverso in cui l’iniziativa economica è sottoposta alle leggi e, appunto, ai controlli.
Con la scusa della semplificazione e della razionalizzazione dei controlli si invia un chiaro messaggio “operativo” agli organi di vigilanza e alle imprese nella direzione opposta a quella che chiedono i cittadini/e e i lavoratori/e.
Da un lato si chiedono meno controlli e dall’altro una “collaborazione amichevole con i soggetti controllati al fine di prevenire rischi e situazioni di irregolarità” . Previsione oscura se non leggendola come un chiaro messaggio agli enti di controllo (servizio sanitario in primis) a non applicare le norme in modo completo e coerente con l’importanza dei reati che la legge (a partire dalla Costituzione della Repubblica) attribuisce a quelli commessi nel campo della sicurezza e dell’ambiente.
Sulle sanzioni vi è ancora discussione se quelle vigenti siano “effettive, proporzionate e dissuasive”, oggi si propone di “prevenire” l’accertamento dei reali e le sanzioni anziché i comportamenti illeciti.
Apparentemente un comportamento schizofrenico visto che il Governo si è impegnato alla lotta contro l’evasione mediante l’incremento e il miglioramento dei controlli fiscali (esplicitamente esclusi della nuova norma) attuando le normative esistenti. Nel campo della sicurezza e della salute dei lavoratori non dovrebbe far altro che rendere reali le disposizioni già previste dal Dlgs 81/2008.
La normativa già prevede dei “bonus” alle aziende che aderiscono a forme di certificazione: ad esempio nel campo ambientale ottengono un aumento della durata delle autorizzazioni integrate ambientali, nel campo della sicurezza l’azienda può essere esclusa dal rispondere penalmente unitamente agli indagati-persone fisiche.
Basta e avanza.
Senza voler addentrarci in valutazioni complesse una norma del genere conferma la spasmodica attenzione del Governo al dato economico quantitativo e la sua indifferenza alle condizioni sociali (non a caso va di pari passo con il tentativo di smantellamento dello Statuto dei diritti dei lavoratori).
Se questa norma passerà invitiamo il Governo (e le altre istituzioni) di risparmiarci l’ipocrisia del lutto di fronte al prossimo evento mediatico che porterà all’attenzione la morte operaia (sia sottoforma di omicidio infortunistico che di malattia professionale) come pure di risparmiarci la litania del richiamo alla necessità di “più controlli nelle fabbriche”.
Agli operatori chiediamo disobbedienza civile di fronte a queste norme, ai lavoratori e alle loro rappresentanze di riprendere in mano, in prima persona, la tutela delle proprie condizioni di lavoro e di sicurezza.
Medicina Democratica sarà al loro fianco.