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oggi è il: 26|04|2024
Commento al reportage sul policlinico Umberto I pubblicato da "L’ Espresso"

SANITA’ ITALIANA: TRA SCANDALISMO E REALTA’. MANCA LA POLITICA!
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I carabinieri nelle corsie ospedaliere non sono un bel vedere!

Non certo perché i NAS non siano soggetti competenti a verificare lo stato igienico-sanitario delle strutture adibite alla cura dei cittadini ma perché rappresenta un’inutile intromissione, deleteria per l’immagine di un Servizio Pubblico, comunque, di qualità professionale ed etica inconfutabile

E’ sgradevole assistere a tutta questa schizzoide operazione mediatica ed è paradossale che ogni anno gli stessi organi di “dis” informazione ci portano a conoscenza di statistiche che assegnano al Servizio Sanitario italiano un posto onorevole, se non di eccellenza in alcuni casi, su segnalazione di organismi quali il Tribunale dei Diritti del Malato piuttosto di indagini Istat o di Istituti di ricerca. Altrettanto sgradevole e poco rispettosa del lavoro di migliaia di infermieri e medici, e di un’altra massa operante e disconosciuta, è stata la risposta della Ministra della salute Livia Turco, alla quale è bastato un ridicolo scoop scandalistico di un settimanale alla ricerca di lettori da erodere alla concorrenza, pare che non bastano piu’ tette e culi da sbattere in copertina, per abdicare al proprio ruolo politico di tutore di strutture pubbliche e dei lavoratori e alla serietà politica che gli è riconosciuta. Va tutto bene nella sanità italiana? Certamente no, ma il quadro mediatico che ne è uscito è falso!

Cosa c’è da cambiare e migliorare?

Tanto c’è da fare e la Ministra, insieme ai Presidenti delle Regioni e assessori alla sanità delle Giunte di Centrosinistra (per natura o per forza di cose, vedi programmi con i quali l’unione ha battuto i privatizzatori folli del centrodestra) dovrebbero esserne a conoscenza se hanno dato ascolto, e acquisendone i contenuti, alle decennali battaglie e proposte di organismi collettivi di lavoratori, di sindacati, di associazioni nonché di esperti dei propri partiti.

Cosa hanno sempre fatto presente questo lungo elenco di folli difensori e propositori del Servizio Sanitario Pubblico (per capirci, cito faziosamente l’Associazione Medicina Democratica e il nostro periodico di operatori “Lavoro e Salute”)? Intanto, un principio elementare e democratico, mai pienamente assunto se non come propulsore elettoralistico, che assegna la prima e piena titolarità ad esporre proposte in base alla quotidiana conoscenza dei fatti a chi professionalmente e contrattualmente è affidato il funzionamento quotidiano delle strutture funzionali al compito di cura e assistenza, cioè chi lavora!

Chi piu’ di loro è competente e strettamente interessato al mantenimento del proprio posto di sostentamento? L’ovvia e logica risposta nulla vuol togliere al lavoro e al relativo peso degli studiosi come dei funzionari ministeriali e assessorili ma se a questi viene assegnato, dalla burocrazia piuttosto che dal mandato, un ruolo gerarchico predominante e istituzionalmente inconfutabile e impermeabile alle critiche di chi lavora sulle persone malate e di chi lavora alla prevenzione delle malattie allora comincia a lavorare il virus dell’inefficienza che dà voce allo scandalismo, mai fine a se stesso in quanto funzionale ad un disegno di sovversione degli spazi della legalità e del diritto alla salute.

Quindi, i problemi sono a monte e non a valle dove vince chi ha piu’potenza di fuoco, e ancora una volta dalla Riforma 833 del 1978 abbiamo potuto constatare, cara Ministra e cari assessori alla sanità del centrosinistra, che i fautori dell’attacco al cuore dell’inalienabile Diritto alla salute come Servizio pubblico ha eserciti finanziari come le case farmaceutiche con propri potenti strumenti di persuasione armata contro i popoli e amici sotto mentite spoglie come i grandi editori di media.

Cosa era, è e sarà, possibile fare per affrontare le storture del sistema pubblico che da sempre hanno prodotto episodi di malasanità; di inefficacia di una spesso buona programmazione locale; di estemporanee organizzazioni ospedaliere e distrettuali, di fatto, aggiustate in corso d’opera dalla professionalità e dall’impegno etico dei lavoratori a discapito della loro qualità di vita lavorativa a familiare; di burocrazie degli ambiti dirigenziali produttori a getto continuo di parassitismi e clientelismi di comodo deleteri per le relazioni interpersonali e sindacali.

Ad esempio, per rimanere al pietoso scandalo sputato dalle pagine dell’Espresso, dare facoltà effettive d’intervento agli organismi deputati al controllo interno, vedi i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), che eserciterebbero funzione di autocontrollo del corpo dipendente e controllo dell’ambiente di cura. Un altro esempio, piu’ riscontrabile, sono i Comitati Infezioni Ospedaliere (CIO), la professionalità degli infermieri coinvolti ha ridotto sensibilmente i danni per i pazienti, vedi in Piemonte.

Quindi, nelle poche realtà dove questi organismi hanno funzionato, nonostante i boicottaggi, molto forti verso i RLS, dei dirigenti ospedalieri e le deviazioni della burocrazia sindacale, i risultati sono evidenti, tanto è vero che i NAS non riscontreranno il catastrofismo mediatico.Ne siamo certi!

Però non siamo fiduciosi nella capacità di comprensione della realtà da parte della politica e della managerialità, Berthold Brecht docet:..... è la semplicità che è difficile a farsi.

Franco Cilenti.




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Sanità

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