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Note a margine

No alla barbarie nucleare
Introduzione alla monografia sul nucleare contenuta nel numero 176 della rivista "Medicina Democratica"
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di Luigi MARA

Medicina Democratica (ri)apre il dibatti to contro la barbarie nucleare che una classe politica imbelle - (adagiata sulle più ottuse posizioni del padronato nostrano e multinazionale e su quelle di una lobby tecnocratica coccolata anche dall’apparato militarindustriale) - vuole rilanciare in campo energetico infischiandosene della volontà espressa dal Popolo italiano nel referendum del 1987 che bocciò, senza appello, il ricorso all’energia nucleare nel nostro Paese.

Con questa preziosa monografia di Angelo Baracca intendiamo fornire gli elementi conoscitivi di questa cruciale problematica, premessa indispensabile per riportare al centro del dibattito il tema energetico senza subire l’iniziativa di una lobby nucleare sempre più aggressiva, anche per il sostanziale silenzio della sinistra politica e sociale. Sul punto, al di là di qualche meritevole eccezione, non va taciuta la sostanziale copertura data dalle forze di sinistra e ambientaliste alle iniziative internazionali dell’ENEL, attuate sia prima che dopo la sua privatizzazione.

Ci riferiamo alla partecipazione dell’ENEL al programma francese di reattori veloci alimentati a plutonio, poi chiuso dopo le fallimentari esperienze di Phénix e Superphénix, e, più recentemente, agli investimenti effettuati dallo stesso ente su reattori che, anche secondo l’Unione Europea, vanno smantellati perché insicuri: si tratta di 1,9 miliardi di euro per il completamento di due reattori progettati sulla vecchia tecnologia sovietica, privi di involucro esterno a Mochovce, nella Repubblica Slovacca (cfr. Parte II della monografia di A. Baracca).

Per tutta risposta, i paladini nostrani del nucleare, fra essi spicca Chicco Testa, passato dalla presidenza di Legambiente a quella dell’ENEL e, a fine mandato, a quella di membro dell’European Advisory Board del Carlyle Group (il megafondo di investimento con forti interessi della famiglia Bush), si limitano ad affermare in modo tutt’altro che rassicurante: "l’ENEL ha acquisito il 66% del capitale di Slovenske Electrarne che dispone in particolare di sei reattori nucleari VVER raffreddati ad acqua di concezione russa da 440 MWe ciascuno" (sic!).

Ancora, l’ENEL dal 2008 realizzerà due nuovi reattori in Romania. Infatti, il gruppo italiano - secondo l’agenzia Bloomberg - è tra gli operatori scelti da Nuclearelectrica, l’agenzia nucleare romena, per la realizzazione di due gruppi aggiuntivi da 750 MWe ciascuno da completare entro il 2012, nell’impianto di Cemavoda. (Progetto da 2,2 miliardi di euro che l’ENEL realizzerà con la spagnola Iberdrola, la tedesca Rwe, la belga Electrabel, la ceca Cez e la Acelor-Mittal).

Come si vede, da tempo, la lobby nucleare è passata dalle parole ai fatti, violando palesemente la volontà popolare sancita nel referendum di 20 anni fa. Se a tutto questo si pone mente al fatto che la spesa militare è stata aumentata di 23 miliardi di euro nel biennio del governo Prodi, e che le industrie produttrici dei componenti delle centrali nucleari producono anche componenti per l’apparato militare, bombe comprese, si coglie meglio la subordinazione dei programmi "civili" a quelli militari.

Un tema che qui non affrontiamo rimandando alla monografia di Angelo Baracca (cfr. pagg. 17,42 e seguenti), che costituisce un importante contributo anche per un proficuo avvio del dibattito del prossimo Congresso di Medicina Democratica.

Medicina Democratica numero 176 novembre / dicembre 2007


Articolo pubblicato sul volume 176 della rivista Medicina Democratica
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.: Note a margine :.
(Formato PDF dell’articolo di L. Mara)
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