Contro la privatizzazione e la commercializzazione della sanità e della salute

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L’Europe Health Network   (http://www.europe-health-network.net ) propone una giornata europea per il 7 aprile contro la vendita della salute per il profitto capitalistico : contro la commercializzazione della sanità.

Qui puoi scaricare il volantino.

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Medicina Democratica partecipa a questa iniziativa assieme alle reti e ai movimenti che si oppongono alla deriva del sistema sanitario nazionale e alla negazione del diritto alla salute.

E’ possibile agire anche localmente e concretamente per questo obiettivo. Tra le iniziative segnaliamo quella in provincia di Varese riportando il manifesto costitutivo del comitato per il diritto alla salute nel varesotto.

Manifesto “ Comitato per il diritto alla Salute del Varesotto”

Il   “ Comitato per il diritto alla Salute del Varesotto” (che comprende i territori di Busto Arsizio, Gallarate e comuni limitrofi) è nato sull’esigenza di effettuare un’ analisi dello stato dei servizi territoriali (di prevenzione, cura e riabilitazione) per valutarne la capacità di garantire il costituzionale diritto alla salute. L’intento è di elaborare proposte per migliorare l’attuazione dei principi che stanno alla base del Servizio Sanitario Nazionale considerando le peculiarità del territorio.

Non abbiamo condiviso l’ultima normativa regionale sulla “evoluzione” del Sistema Sanitario Lombardo perchè non ha fatto molto di più che miscelare l’esistente (da ASL e Aziende Ospedaliere a ATS e ASST) in nome di una presunta ottimizzazione che sta impoverendo i servizi pubblici disponibili mantenendo la preminenza del privato nelle attività a maggior profitto.

In questo contesto una iniziativa in corso nella nostra zona è quella che prevede la chiusura degli Ospedali di Busto Arsizio e Gallarate e   la costruzione di un Ospedale unico tra le due città, con caratteristiche ancora da definire ma che comunque prevederà   la riduzione di posti letto, la possibile cancellazione di due Ospedali che servono territori densamente abitati, rendendo più difficile l’accesso ai servizi e alle cure.

A ciò si aggiunge il fondato rischio di riduzione dei posti di lavoro, l’aumento del precariato, l’ulteriore estensione della privatizzazione dei servizi (sanitari e non), speculazioni edilizie sui terreni della nuova possibile costruzione e su quelli che verrebbero abbandonati.

L’edilizia sanitaria sembra essere il principale investimento di Regione Lombardia negli ultimi anni (per rimanere alla nostra zona il nuovo Ospedale di Legnano, gli ampiamenti dei presidi di Abbiategrasso, Cuggiono, Garbagnate) togliendo risorse al miglioramento e all’estensione dei servizi ospedalieri ed extraospedalieri.

Su tutto domina il sistema dei DRG che correla ogni prestazione sanitaria a un valore economico prestabilito, senza alcuna relazione con la qualità delle cure e il miglioramento della salute collettiva.

La vicenda della Clinica Santa Rita di Milano, nota come “clinica degli orrori”, rappresenta l’estremo risultato della cosiddetta “eccellenza lombarda”, un sistema che alimenta la sanità privata.

Sistema Sanitario Lombardo, esportato in tutta Italia, che prevede che Pubblico e Privato entrino in competizione: c una volta eseguita la prestazione l’Ospedale o la Clinica scaricano il costo sul budget regionale destinato alla Sanità.

Poiché il budget è una coperta sempre più corta i cittadini saranno costretti a ricorrere alle assicurazioni private per poter usufruire di servizi che devono essere invece disponibili in modo universale a carico della fiscalità generale.

Contrariamente alla vulgata pro-privatizzazione, il sistema pubblico universalistico è il sistema più efficace per garantire una migliore salute collettiva e individuale, con minori costi.

L’incremento della privatizzazione dei servizi non sanitari, l’esternalizzazione dei servizi di assistenza alla persona sul territorio con i voucher e la riduzione dei finanziamenti alla prevenzione, ai servizi ispettivi ex Asl ora Ats, ai Sert, alla salute mentale, danno un ulteriore colpo al sistema pubblico.

In provincia di Varese, l’intenzione è quella di demansionare, chiudere i piccoli Ospedali (Tradate, Somma Lombardo, Cittiglio, Angera) nonché di ridimensionare, accorpandoli, quelli di Busto Arsizio e Gallarate, sul modello di Legnano.

Vediamo invece con soddisfazione la nascita di Comitati spontanei ( Angera, Cittiglio, Tradate ) che si battono per difendere la Salute Pubblica e i servizi primari disponibili negli Ospedali per affermare la necessità del loro mantenimento e di una estensione dei servizi nel territorio anziché una loro centralizzazione.

Questo Comitato pone attenzione, nell’immediato, al progetto regionale di costruzione dell’Ospedale Unico tra Gallarate e Busto Arsizio.

Un’ iniziativa che non condividiamo e che ostacola la revisione dei servizi territoriali nei diversi campi della salute. Intendiamo occuparci della attuazione concreta del Diritto alla Salute, dalla Prevenzione alla Cura, alla riabilitazione, per un Servizio Sanitario Nazionale che sappia seguire le persone, che non le abbandoni nelle mani di soggetti privati che mercificano sulla loro pelle, garantendo partecipazione e voce alle istanze locali, istituzionali e popolari.

Prime adesioni:

ACLI Gallarate, ADL Varese, Legambiente Gallarate, Medicina Democratica, Centro per la salute G.A. Maccaro Catellanza, Gallarate in movimento, Casa delle Donne “Anna Andriulo”Gallarate, Sinistra Italiana Gallarate e Busto Arsizio, Rifondazione Comunista Gallarate, Busto a Sinistra, Rete per il diritto alla salute Milano e Lombardia, PCI provincia di Varese, Individualità e Singoli attivisti di Busto e Gallarate,

 

 

 

 

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