Per una storia del movimento ambientalista italiano

Ascolta con webReader

Cinquant’anni fa donne e uomini di scienza e di coscienza diedero vita in Italia e nel mondo a quella che Giorgio Nebbia amava chiamare «primavera ecologica»: spiegarono nitidamente all’umanità che il modello economico basato sui fossili, sulla crescita illimitata, sul continuo degrado delle risorse naturali e sullo sfruttamento dei «dannati della terra» non aveva futuro. E indicarono, con altrettanta chiarezza, i nuovi percorsi che si sarebbero dovuti intraprendere per assicurare alle generazioni che verranno condizioni di vita dignitose. Un consuntivo di quanto è avvenuto in questo mezzo secolo è d’obbligo, ed è l’intento di questo libro, perseguito analizzando criticamente i fatti, con un occhio particolarmente attento al «caso italiano» e alle occasioni mancate proprio per non aver affrontato di petto la questione ambientale. Ora il declino del Paese è reso evidente a tutti dalla drammatica crisi del Covid-19 e potrebbero tornare utili le indicazioni profetiche della «primavera ecologica».

Segnaliamo sull’argomento il testo di Marino Ruzzenenti e Pierpaolo Poggio, “Primavera ecologica. Mon amour. Industria e ambiente cinquant’anni dopo”, Jaka Book, 192 pagine, 18 euro.
Qui l’indice :

INDUSTRIA E AMBIENTE. UN’IPOTESI DI PERIODIZZAZIONE E L’ITALIA COME CASO DI «AUTOCOLONIZZAZIONE»
LA «PRIMAVERA ECOLOGICA» SVELA I COSTI AMBIENTALI E SANITARI RIMOSSI
CINQUANTA ANNI PERDUTI?
LA MANCATA GIUSTIZIA AMBIENTALE
LA «PANDEMIA SILENZIOSA»
IL RUOLO DELLA SCIENZA
LA «SINDROME NIMBY»
IL NUOVO «IMBROGLIO ECOLOGICO»
L’«APPRODO MANCATO» O LA META SBAGLIATA?
E ORA?

Buona lettura !

Print Friendly, PDF & Email