A Eugenio Giani
Presidente della Regione Toscana
e P.C.
On. Gilberto Pichetto Fratin
Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Avv. Paola Brambilla
Presidente CTVA
Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Monia Monni
Assessore all’Ambiente e alla Protezione Civile
Regione Toscana
Presidente e Consiglieri del Consiglio Regionale Toscano
Città Metropolitana di Firenze
Al Sindaco, al Presidente e ai Consiglieri Comunali dei Comuni di
Firenze, Prato, Sesto Fiorentino, Calenzano Campi Bisenzio,
Carmignano, Poggio a Caiano, Signa
Egregio Presidente Giani,
purtroppo la nostra regione e, in particolar modo, la piana fiorentino-pratese ha dovuto subire
recentemente due catastrofici accadimenti: lo scorso anno l’alluvione di Campi Bisenzio e
appena pochi giorni fa, il disastro del deposito carburanti ENI di Calenzano. In entrambi i casi
ci sono stati morti e feriti.
A seguito dell’incidente avvenuto al deposito carburanti di ENI, abbiamo preso atto delle sue
parole rilasciate il 9/12/24 a LA7 dove rispondendo sulle probabili cause dell’incidente, ha
dichiarato: “Quella è la quinta area più urbanizzata d’Italia”, seguita dai successivi commenti
sulla carta stampata di vari esponenti della Giunta e di altri soggetti politici che “solo ora” si
accorgono che la Piana è satura, addirittura prospettando l’ipotesi di una possibile
delocalizzazione dell’impianto perché collocato in una zona troppo urbanizzata.
Tuttavia, la tragedia è effetto di una gestione di un impianto a rischio d’incidente rilevante
(RIR) inadeguata dal punto di vista industriale, ambientale e sanitario, ma è soprattutto la
conseguenza una di pianificazione territoriale che ha permesso durante questi ultimi 65 anni
(a partire dal 1960) di costruirci intorno, fino a saturare completamente la Piana.
Perciò, dietro quella pianificazione così poco lungimirante, la responsabilità è solo ed
esclusivamente “politica”, in quanto molti amministratori nel corso dei decenni, in nome della
crescita e dell’espansione urbana, si sono piegati agli interessi di parte, sottovalutando il
problema del consumo di suolo e della compatibilità delle funzioni nel contesto dell’area vasta.
Ebbene, “quella stessa politica”, da oltre 30 anni ha sistematicamente ignorato gli
avvertimenti e le preoccupazioni provenienti dalla società civile e dall’associazionismo.
Tale incoerenza politica, sul piano del metodo e del merito, è palese quando si dichiara
che la Piana è troppo urbanizzata e subito dopo si accondiscende a costruire un nuovo
aeroporto, che andrà ancor di più a distruggere e impoverire l’ecosistema della Piana,
peraltro con rotte di decollo e atterraggio che andranno a lambire, se non a sorvolare la
Toscochimica e lo stesso deposito carburante ENI, tutte aziende a rischio rilevante ex art. 8
della Direttiva Seveso TER, questo anche in presenza di nuove e vecchie Oasi dove migra
avifauna di cospicue dimensioni, con tutti i rischi connessi di “bird strike”.
L’editoriale di Raffaele Palumbo sul Corriere Fiorentino dell’11 dicembre scorso riassume
esattamente le nostre stesso domande: «Dov’era la politica quando ha autorizzato quelle
opere di saturazione edilizia della Piana, sottovalutando il pericolo ed autorizzando le
costruzioni anche in prossimità di questi impianti a rischio d’incidente rilevante?»
L’editoriale di Andrea Vivaldi su Repubblica Firenze del 15 dicembre evidenzia come nel
Piano di Emergenza Esterna, ci siano delle incoerenze e contraddizioni, rispetto a similari
Aziende a Rischio Rilevante, Piani di Emergenza apparentemente sono stati approvati con il
coinvolgimento anche della Regione Toscana.
Quindi oggi si parla di voler spostare l’impianto, solo per non rispondere delle enormi
responsabilità politiche, sulle scelte fatte nel passato.
Aggiungiamo, che senza le nostre battaglie e i nostri ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato in quel
fazzoletto di terra oggi ci sarebbe anche l’inceneritore di Case Passerini, inceneritore
anch’esso impianto a rischio d’incidente rilevante (prima classe).
Che dire poi della questione dei sorvolati di Brozzi, Peretola, Quaracchi, Le Piagge. Oggi, con lo
stesso modus operandi, cercando di scaricare la propria responsabilità politica su altri, si promette
loro di risolvere il problema acuto dell’acustica, prospettando la nuova pista e scaricando i
problemi di sicurezza, d’inquinamento ambientale e rischi per la salute su altre comunità della
Piana.
Le rammentiamo che il Progetto di Parco Agricolo della Piana, avallato da un processo
partecipativo e condiviso dal territorio, era già stato approvato fra il 2010/2011. La politica
poi, in maniera autoritaria e autoreferenziale, vi inserì il progetto di qualificazione del Nuovo
Aeroporto, ipotesi fin qui cancellata da sentenze del TAR e del Consiglio di Stato.
Nella riproposizione del Nuovo Masterplan 2035, con valutazione oggi in itinere presso il
competente Ministero, oltre a tutti i problemi già ampiamente evidenziati dopo l’alluvione del 2 novembre 2023 abbiamo preso atto che la Regione Toscana pur senza nessuna nuova
indagine od osservazione in tale senso, accetta passivamente la variazione del corso del
“Fosso Reale”, ovvero quella infrastruttura idraulica che regola il complicato reticolo di
acque basse e acque alte della Bonifica della Piana, inserendoci a forza il nuovo scalo
aeroportuale, pericoloso e quanto mai impattante.
Tale decisione ci suona ancora più spregiudicata quando in Commissione Speciale Alluvione,
presso il Comune di Campi Bisenzio, si sente dichiarare da soggetti come il LAMMA, il
Consorzio di Bonifica e la stessa Regione Toscana che:
“È chiaro che il cambiamento climatico rimette in discussione purtroppo tutta quella
che è la fase di progettazione che è basata su tempi di ritorno che forse a questo punto
saltano dal punto di vista statistico, e quindi bisogna trovare una modalità nuova”
“La tecnica predittiva dei tempi di ritorno non è più efficace”
“Occorre agire su tutte le misure possibili diminuendo il rischio senza aumentare
il danno. Estremizzo, in qualche situazione può essere più utile delocalizzare una
qualche struttura che fare tutti gli interventi che avrebbero un costo molto superiore
per la sua messa in sicurezza”
“Il compito principale della Commissione Scientifica nominata dalla Regione Toscana
a seguito dell’alluvione di Campi Bisenzio è quello di rispondere alla domanda su come
dobbiamo progettare le nuove opere sapendo che l’evento due centennale è un evento
di riferimento” … “si sta cercando di capire quali possono essere le risposte da dare a
situazioni dove il target due centennale è palesemente un target non adeguato
all’esperienza reale che è stata vissuta ad esempio a Campi”.
Quanto sopra esposto, obbliga tutti a una rivisitazione dei calcoli probabilistici, con l’ampliamento
del “delta” per i tempi di ritorno: decennali, trentennali e due centennali Q(Tr200), con
divagazione naturale dei fiumi e torrenti entro i propri alvei naturali, e limitrofi ambiti di rispetto,
ovviamente con l’aggiunta di appropriate casse di espansione. Ovvero l’esatto contrario di
quanto prospettato nel nuovo progetto aeroportuale.
Le rammentiamo le Sue dichiarazioni del 4 e 5 novembre 2023, andate in onda il 4/11 sul TG
di TVL ore 20:30 https://www.youtube.com/watch?v=RYWQJvsORo0&t=264s riprese poi
domenica 5 novembre da TGCom 24 alle ore 9:30, dove in risposta al Sindaco di Prato sulla
responsabilità dell’accaduto, Lei attribuiva parte della colpa di quanto è successo agli stessi
Sindaci, che con varianti ai Piani Regolatori hanno nel tempo richiesto di effettuare nuove
edificazioni, con conseguente maggiore consumo di suolo.
Sue dichiarazioni pubbliche riconfermate anche il 9 novembre 2023 alla testata il Tirreno sul
potenziale stop al nuovo consumo di suolo: “è importante, però, prendere lezione da ciò che
accade e per il futuro non dobbiamo consentire neppure un centimetro di cemento in più nelle
zone allagabili”, mentre Lei con la nuova pista aeroportuale avallerebbe ulteriore consumo di
suolo in una zona allagabile, con comprovato rischio idraulico.
Esattamente come oggi per il caso ENI/Calenzano, dichiara che la Piana è satura, salvo poi promuovere con forza un nuovo aeroporto proprio nella stessa area.
A tal proposito, si evidenzia come proprio a seguito dell’evento di Campi Bisenzio, Lei anche in
qualità di Commissario Straordinario dichiarò che sarebbe stato costituito un Comitato
Scientifico che avrebbe rivisto tutti i parametri idraulici e di conseguenza, valutato e
verificato la situazione urbanistica, rivedendo anche tutti i parametri autorizzativi.
Ebbene, a distanza di oltre un anno, tale Comitato Scientifico, sulla base dell’accesso agli atti
formulato, ancora non esiste, la convenzione con il Centro per la Protezione Civile
dell’Università degli Studi di Firenze, con la Fondazione Politecnico di Milano e l’Associazione
Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue, non sarebbe stata ancora
sottoscritta, di conseguenza nessuna valutazione è ancora possibile.
Chiediamo: qualora il progetto di Nuovo Aeroporto fosse approvato, nel malaugurato caso di
nuovo evento alluvionale, si avrebbe poi il coraggio di affermare che l’Aeroporto lì proprio
non ci doveva stare?
Perciò, la politica non può dichiarare oggi contemporaneamente che la Piana è satura e poi
accettare di aggravarne il carico antropico, autorizzando un nuovo aeroporto: questa è una
posizione insostenibile, oltre che vergognosa.
Distinti saluti.
Firenze, Prato, 16 dicembre 2024
I firmatari,
ANPI Brozzi, Quaracchi, Le Piagge
Associazione Fare Città Campi Bisenzio
Associazione VAS Onlus – Prato
Comitato Sorvolati – Brozzi Peretola Quaracchi Le Piagge
Comitato NO Aeroporto Prato e Provincia
Coordinamento Comitati per la Salute della Piana PO-PT
Comitato Ambientale di Casale
Comitato Difendiamo la Nostra Salute Prato Sud
Comitato Mente Locale della Piana – Campi Bisenzio
Comitato Oltre Carmignano Poggio a Caiano
Collettivo DiPolo – Sesto Fiorentino
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