Interrogazione parlamentare al governo dei senatori Dirindin e Casson sulla questione La Vecchia – Istituto dei Tumori di Milano

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downloadSENATO DELLA REPUBBLICA
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04388

Atto n. 4-04388

Pubblicato il 29 luglio 2015, nella seduta n. 493

CASSON , DIRINDIN – Al Ministro della salute. –
Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
martedì 7 luglio 2015 i ricercatori epidemiologi dell’Istituto tumori di Milano avrebbero scritto al direttore scientifico facente funzioni, dottor Ugo Pastorino, e al neo nominato direttore scientifico, dottor Giovanni Apolone, esprimendo la loro preoccupazione “avendo appreso che la Fondazione è interessata a stipulare una convenzione con l’Università per acquisire la collaborazione del Prof. La Vecchia”;
mercoledì 8 luglio 2015 l’associazione “Medicina Democratica” (MD), costituita negli anni ’70 dal professor Giulio Alfredo Maccacaro allora direttore dell’Istituto di biometria e statistica medica, ospitato nei locali storici di via Venezian dell’Istituto tumori di Milano, e l’Associazione italiana esposti amianto (AIEA), fondata a Casale Monferrato nel 1989 dai familiari delle vittime dell’esposizione ad amianto e dai lavoratori esposti ed ex esposti, associazione che da sempre collabora con MD, hanno congiuntamente scritto una lettera al presidente e al direttore scientifico dell’Istituto tumori ricordando il ruolo storico che l’istituto ha svolto nella ricerca epidemiologica sui fattori di rischio per cancro e l’impegno per la tutela della salute e manifestando preoccupazione e sconcerto circa l’ipotesi di nominare il professor La Vecchia direttore del Servizio di epidemiologia. Nella lettera si argomenta di come una tale scelta sia inopportuna ed anzi improponibile, per il conflitto di interessi fra la condizione nella quale il professor La Vecchia ha deciso di impegnare la sua professionalità e la missione del servizio che sarebbe chiamato a dirigere;
non risultano dichiarazioni pubbliche in risposta a queste lettere;
il professor Carlo La Vecchia è un consulente di imprese industriali in quasi tutti i processi su questioni epidemiologiche, come, ad esempio, Montedison di Marghera e di Mantova, Enel di Porto Tolle, Ilva di Taranto;
a giudizio degli interroganti si tratta di un ruolo scomodo per chi riveste anche altri incarichi epidemiologici che dovrebbero esigere sì imparzialità scientifica, ma anche non neutralità rispetto alla salute pubblica, per cui, nei casi di incertezza, bisognerebbe decidere in senso favorevole alla salute della popolazione esposta;
un ruolo scomodo che è venuto alla ribalta dell’opinione pubblica a seguito della polemica per la proposta di nominare il professor Paolo Boffetta, collega e collaboratore del professor La Vecchia, a capo della maggiore istituzione epidemiologica francese. In quell’occasione, come documentato a più riprese da “Le Monde”, sono state rivelate le molteplici relazioni tra i due ricercatori e industrie inquinanti e il loro ruolo in molti procedimenti giudiziari. Non solo; sarebbe emerso anche un comportamento scorretto volto ad ottenere la pubblicazione di articoli scientifici deboli e viziati metodologicamente al fine di poterli poi utilizzare in cause civili e penali;
ad opinione degli interroganti è un ruolo scomodo per chi è a capo del Laboratorio di epidemiologia dell’istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Infatti in coincidenza con queste rivelazioni presso l’opinione pubblica, il 28 febbraio 2015, da quanto si apprende da comunicazioni in via privata ai dipendenti rese dal professor Garattini, “Il Prof Carlo La Vecchia ha rassegnato le dimissioni da Capo Dipartimento Epidemiologia per ragioni professionali. Ci auguriamo che possa ritornare a riprendere la sua posizione appena possibile. Nel frattempo la responsabilità del Dipartimento viene assunta ad interim dal sottoscritto”,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti e delle circostanze descritti;
se non ritenga opportuno interessarsi della vicenda e garantire il rispetto dei principi di imparzialità e di tutela della salute pubblica.

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