ALLA “MARATONA” LA VOCE DI AIEA IN DIFESA DEGLI ESPOSTI ALL’AMIANTO

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Roma, 11 Luglio 2019
C.N.A. COORDINAMENTO NAZIONALE AMIANTO
AIEA ASSOCIAZIONE NAZIONALE ESPOSTI AMIANTO

COMUNICATO STAMPA
Sono 4.000 circa i morti all’anno per malattie causate dall’amianto, una “strage di Stato” silenziosa e
subdola, e 30 milioni le tonnellate di questo micidiale veleno, presenti nell’ambiente: dati allarmanti per cui
occorrono azioni urgenti e coordinate del Ministero della Salute con tutti gli altri Ministeri per la
prevenzione e la tutela della salute per gli esposti all’amianto: queste le richieste di Maura Crudeli,
presidente AIEA, intervenuta ieri in rappresentanza del C.N.A., Coordinamento Nazionale Amianto, alla
Maratona Patto per la Salute
“Ci sono dati preoccupanti: 4.000 morti all’anno per malattie causate dall’amianto, come se ogni
anno scomparisse un intero comune a causa di un terremoto, ma di cui nessuno sembra rendersi
conto. In Italia abbiamo ancora 30 milioni di tonnellate di amianto presenti nell’ambiente e nel
tessuto industriale, 40 SIN, di cui 10 con presenza amianto. Ma, su 600.000 esposti all’amianto
solo 30.000 persone sono sottoposte a sorveglianza sanitaria, una situazione inaccettabile”, questa
la denuncia forte fatta ieri pomeriggio nella terza giornata della Maratona Patto per la
Salute, promossa dalla Ministra Giulia Grillo, da Maura Crudeli, presidente AIEA, intervenuta in
rappresentanza del C.N.A. Coordinamento Nazionale Amianto, in qualità di vice Presidente.
1.200 sono i morti all’anno per mesotelioma, un cancro provocato esclusivamente dalle fibre di
amianto, che penetrano nell’organismo attraverso i polmoni: con precisione dal 1993 al 2015 ci sono
stati 25.000 casi di mesoteliomi, ma il dato preoccupante e che negli ultimi anni si è alzata la
percentuale di mesoteliomi ambientali e non più professionali, mesoteliomi che colpiscono la
popolazione civile, tutt’ora priva di qualsiasi genere di tutela.
“ Per questo- ha aggiunto Maura Crudeli- oggi chiediamo con forza per gli esposti all’amianto
interventi precisi e azioni coordinate del Ministero della Salute con tutti gli altri Ministeri, per
garantire il diritto alla salute, a una efficace prevenzione, alle cure più avanzate e adeguate in
strutture specializzate, alla tutela legale e al risarcimento del danno per i morti di amianto e per i
loro familiari. E nel contempo, chiediamo un piano concreto e immediato per l’eliminazione
definitiva dai luoghi di lavoro e dall’ambiente di questo subdolo e feroce killer che è l’amianto. Ci
auguriamo vivamente che questa non sia una mera “maratona”, per quanto animata dalle migliori
intenzioni, ma un’occasione per raccogliere le istanze più importanti sul tema della salute a cui far
seguire azioni concrete. Anche per questo attendiamo di essere ricevuti dalla Ministra, a cui
abbiamo chiesto da tempo un incontro”.
Il C.N.A. è nato nel 2010 e riconosciuto istituzionalmente alla II Conferenza Nazionale Governativa
di Venezia nel 2012, con oltre 30 Associazioni aderenti, Comitati, Sindacati, Patronati, vittime e
familiari delle vittime di amianto.
L’AIEA Onlus, Associazione Italiana Esposti Amianto è nata il 18 marzo del 1989 a Casale
Monferrato, sede dell’ETERNIT, la micidiale “fabbrica della morte” che ha provocato migliaia di
vittime fra i lavoratori e la popolazione civile. Anche Maura Crudeli, come molti soci di AIEA, è
parente di una vittima dell’amianto: suo padre, Mauro Crudeli operaio della Fincantieri è morto di
mesotelioma pleurico.
Fin dal C.N.A. 2012 sta lottando per l’attuazione del Piano Nazionale Amianto, per avere una
Sorveglianza Sanitaria unica in tutte le Regioni, per riaprire i termini dei benefici di esposizione
all’amianto, per le bonifiche e lo smaltimento dell’amianto dal territorio, per i riconoscimenti e le
quantificazioni delle malattie professionali fatte dai medici della sorveglianza sanitaria e non più
dall’Inail, in quanto la stessa è in conflitto di interessi come riconoscitore ed erogatore.
La nocività dell’amianto per la salute dell’uomo, nota già dalla fine dell’800, è scientificamente
comprovata dagli anni ’50 del secolo scorso, ma la legge che bandisce l’amianto in Italia è del 1992,
la 257, arrivata quindi in netto ritardo e con complesse vicende attuative:
Tre Conferenze Nazionali, una Conferenza Europea, decine di incontri, convegni di base e
scientifici, non sono stati sufficienti per ottenere i risultati attesi e sperati. “E’ giunto il momento di
attivare tutti i percorsi necessari per la piena attuazione della 257 e di quelle successive per
l’eliminazione dell’amianto dal nostro Paese”, ha sottolineato Maura Crudeli.
Le richieste alla Ministra della Salute Giulia Grillo sono in sintesi queste:
-che la sorveglianza sanitaria venga effettuata in tutte le regioni con la istituzione in ogni Regione
del Registro degli Esposti e degli Ex Esposti all’Amianto come previsto dal D.Lgs. 81/08, anche
detto “Testo Unico” di salute e sicurezza sul lavoro,
è necessario implementare e migliorare le direttive nazionali dell’accordo stato regioni del febbraio
2018, per una sorveglianza sanitaria uguale per tutti in Italia, senza avere protocolli diversi da
regione a regione;
– che l’INAIL, ente preposto al riconoscimento delle malattie professionali, in particolare di quelle
dovute all’amianto, le riconosca senza rifiuti immotivati, spesso più in funzione dei risarcimenti da
erogare che delle effettive esposizioni. Sarebbe auspicabile che tali riconoscimenti vengano affidati
alle strutture sanitarie, come prevedeva all’inizio la legge 833/1978 di riforma sanitaria, con invio
della documentazione all’Inail per i relativi pagamenti, considerato che la stessa Inail e’ in conflitto
di interesse essendo contemporaneamente un ente riconoscitore ed erogatore;
-che si consideri il dramma dei cittadini, che si sono ammalati di patologie asbesto correlate soltanto
per aver vissuto in luoghi inquinati dall’amianto, pur non avendo mai lavorato in fabbriche con la
presenza di amianto, prevedendo per essi le stesse tutele e risarcimenti previsti per gli esposti
all’amianto nei luoghi di lavoro;
-che si favorisca la creazione e/o il potenziamento dei centri specializzati per la diagnosi e cura
delle patologie asbesto correlate e favorirne il coordinamento, che vengano individuati gli Ospedali
di riferimento per la cura del mesotelioma, da 1 a 3 per regione,
-che si adottino modelli organizzativi che consentano la presa in carico globale dei pazienti affetti
da patologie asbesto correlate e che nelle aree caratterizzate da particolari criticita’ ambientali per la
presenza di piu’ fattori inquinanti, si implementino nelle strutture sanitarie presenti nel territorio le
infrastrutture tecniche e professionali per rendere efficaci e tempestivi diagnosi e terapie
-che venga potenziato il C.O.R. del Re.Na.M. in applicazione della Dir. UE 2009 e venga istituito il
Registro di tutte le malattie asbesto correlate, non solo il RENAM per i mesoteliomi maligni;
-che venga fatto l’aggiornamento del DM 9 aprile 2008 e delle malattie professionali tabellate
dell’Inail con l’inserimento delle patologie asbesto-correlate relativamente al colon-retto, la faringe
e lo stomaco (Iarc 2009), per gli ex esposti e i lavoratori esposti alle fibre di amianto
– che si imponga alle varie società che sono state causa di disastri ambientali e delle patologie
oncologiche e non, di bonificare il territorio, di finanziare la Sorveglianza Sanitaria e tutti gli
eventuali studi finalizzati al benessere degli ex lavoratori e degli abitanti delle zone circostanti;
– chiediamo che il Ministero della Salute collabori con tutti gli altri Ministeri in ordine alla
Prevenzione delle malattie asbesto correlate, per tutte le azioni necessarie a garantire l’eliminazione
dell’amianto.
Per info:
Carmina Conte, cell 393 1377616
Maura Crudeli, cell 392 9765786
Fulvio Aurora , cell 3392516050

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