NON DI SOLO CORONAVIRUS : UN NUOVO INCENERITORE PER FANGHI DA DEPURAZIONE ?

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A Sesto San Giovanni si chiude un inceneritore (per rifiuti urbani) e se ne vuole aprire un altro (per fanghi).
Nel contempo si modifica e si amplia il sistema di trattamento esistente (biodigestione anaerobica) che oggi tratta anche i fanghi, per l’upgrading a produzione di biometano attraendo ulteriori rifiuti di tipo organico di origine industriale.
Cap Holding in alcuni depuratori mostra quanto è brava a ridurre l’impatto con l’ossidazione ad umido, che riduce la produzione e le caratteristiche finali dei fanghi, e con la produzione di biometano per autotrazione da fanghi ma a Sesto cambia idea e vuole concentrarvi l’incenerimento dei fanghi di gran parte dei depuratori che gestisce in provincia di Milano.

La botte piena e la moglie ubriaca ….

Qualcuno ha sollevato, impropriamente, che i fanghi da depurazione sono dei veicoli di contagio da coronavirus (senza alcuna evidenza scientifica se lo fossero la carica virale verrebbe comunque inattivata dalle condizioni presenti nella digestione anaerobica) e involontariamente finisce per sostenere la pratica dell’incenerimento (come per l’ordalia attuale di prodotti usa e getta – es. mascherine – e l’esplosione di rifiuti sanitari “a rischio infettivo”).
Sul tema si rimanda al Rapporto 3.04.2020 n. 9/2020 dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e a quella precedente dell’OMS (“Water, sanitation, hygiene and waste management for COVID‑19‑Interim guidance 19 March 2020).
In sintesi le conclusioni sono le seguenti ” Il processo di trattamento dei fanghi, per essere ritenuto efficace
deve garantire una sostanziale riduzione di densità dei patogeni presenti e l’assenza di fenomeni di ricrescita microbica.
La riduzione microbica conseguita dal trattamento dipende da fattori intrinseci del processo quali la temperatura, disponibilità
di acqua libera e il pH. Per i virus, ad esempio, i fattori che maggiormente influenzano la sopravvivenza sono l’esposizione al calore, il livello di disidratazione, l’antagonismo microbico, l’irraggiamento e il pH. Pertanto, per l’inattivazione del materiale virale infetto, sono
particolarmente efficaci trattamenti quali la digestione termofila, la pastorizzazione, il trattamento con calce, il trattamento
termico e il lagunaggio. Peraltro, generalmente i trattamenti che consentono il raggiungimento dei migliori risultati relativi
alla limitazione dei disagi di tipo olfattivo non sono tuttavia i più efficaci in termini di riduzione microbica.”
Quindi, a meno che non ci si riferisca a pratiche illegali di utilizzo agronomico di fanghi tal quali da depurazione biologica, il problema non esiste e non può essere portato a giustificazione per progetti di incenerimento.

I comitati non ci stanno e sono sostenuti, da tempo, da Medicina Democratica sia nelle assemblee pubbliche che con le osservazioni alla procedura di VIA.

lucidi sesto san giovanni def

osservazioni via cap holding

Rammentiamo anche le nostre considerazioni generali sul tema fanghi già espresse.

L’OPINIONE DI MEDICINA DEMOCRATICA SULLA QUESTIONE FANGHI DA DEPURAZIONE E UTILIZZO AGRONOMICO

A cura di Marco Caldiroli

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