Contributo dal pre-congresso di Palermo

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Congresso MD
Il giorno 9 Ottobre 2015, presso i locai dell’ex Ospedale Psichiatrico di Palermo , si è svolto un confronto tra Medicina Democratica ed un gruppo di medici ed operatori collegati all’esperienza della locale cooperativa Maccacaro o comunque a precedenti percorsi di lotta che avevano come riferimento la figura del fondatore di MD.
Il vice Presidente di MD, Paolo Fierro, ha presentato il senso dell’iniziativa che è stato quello di cercare contatti e confronti in relazione al prossimo congresso di Firenze a partire da un luogo in qualche modo emblematico delle realtà meridionali ,sottolineando l’importanza di portare alla scadenza congressuale il contributo strategico ed i tanti spunti che nascono dai mille fermenti del Sud.
In particolare ,sulla base di una scaletta concordata , si è proposta la discussione sul problema specifico del divario territoriale dell’assistenza sanitaria , sui dati relativi a mortalità evitabile, politiche finanziarie restrittive ,modifiche del titolo V della Costituzione ed ultime proposte governative verso forme di assistenza integrativa in relazione ai piani di arretramento del SSN.
Franco Ingrilli , medico palermitano da anni impegnato nel sociale, ha descritto la gravissima difficoltà di sopravvivenza civile di interi settori della società siciliana ,che ai mali storici ha visto aggiungersi gli effetti della crisi economica e delle politiche restrittive dei veri governi degli ultimi anni.
In una situazione storica di grave difficoltà e di allontanamento delle fasce deboli dai servizi sanitari è nata la proposta di costruire una rete di ambulatori popolari ,sulla base dell’esperienza greca e con la prospettiva di un accreditamento presso le AASSLL quale forma di sussidiarietà “orizzontale” .
Per l’occasione erano presenti i rappresentanti di centri sociali cittadini che hanno descritto la complessa opera di aggregazione in ambiti urbani caratterizzati da forte disagio sociale ,la conquista di spazi in edfici pubblici abbandonati riaperti ad attività come gli ambulatori popolari.
MD , per bocca di Fierro, pur riconoscendo il grosso valore delle esperienze che si sviluppano al di fuori dei circuiti istituzionali, compresi quelli sanitari, mette in guardia contro i pericoli intrisechi alle proposte sussidiarie o comunque di sostituzione dell’assistenza pubblica con forme di convenzionamento privato seppur nell’ambito del terzo settore “senza fini di lucro”.Al di là delle buone intenzioni di chi propone una sussidiarietà ” fuori del mercato” , MD ritiene che questa prospettiva vada respinta perchè mistificante in una fase in cui i governanti,fedeli esecutori delle direttive del FMI, hanno in programma un ulteriore arretramento dell’assistenza sanitaria. Il motivo di questo progrmma non è quello di sollevare lo stato da settori improduttivi ed economicamente insostenibili,come viene in genere dichiarato ufficialmente (Non si può dare tutto a tutti) ma al contrario l’obbiettivo è quello d i dare spazio al mercato della salute,che è un settore molto lucroso . E’ compito invece di chi vuole una prospettiva diversa creare degli spazi di libertà ed organizzazione autonoma dove poter sperimentare anche ipotesi di assistenza alternativa ma finalizzate ad aprire le contraddizioni ed organizzare il conflitto .
Lottare per l’esigibilità dei diritti è il contrario della richiesta di riconoscimento di forme pur nobili di assistenza pietistica .
Questa è la linea di Medicina Democratica ribadita più volte negli ultimi congressi ( Brindisi e Milano) e questa convinzione deriva da decenni di esperienza in situazioni di storico disagio sociale come Napoli , per tanti versi non dissimile da Palermo o dalla Sicilia in genere .
Sulla base di queste esperienze è possibile proporre,secondo le condizioni specifiche , dei passaggi tattici che consentano l’apertura di spazi di agibilità, di confronto con l’istituzione ma specialmente di organizzazione dei soggetti deprivati del diritto alla Salute . Questi passaggi non possono sostituire l’obbiettivo strategico di conquistare l’accesso di tutti gli strati sociali ad un’assistenza qualificata ed efficace .
L’intervento di Aboubakar Soumahoro , dirigente dell’USB immigrati, è stato esplicativo in proposito. Descrivendo la faticosa costruzione della soggettività sociale dei lavoratori immigrati , legati dai due elementi caratterizzanti,l’essere parte di cicli produttivi come mano d’opera salariata e l’essere “stranieri” senza diritti perchè privi di permessi e cittadinanza . La soggettività degli immigrati si sta affermando a partire proprio dalla presa di cosienza de proprio diritto di essere riconosciuti come esseri umani e non come braccia da sfruttare per l’economia privi di identità civile. Il passaggio successivo è stato quello della lotta per il riconoscimento dei diritti fondamentali dell’umanità , e cioè Salute, istruzione, abitazione etc….
La Salute in particolare è la prima richiesta che viene percepita da qualunque etnia, nazionalità,condizione lavorativa : è l’istinto della sopravvivenza per la qual cosa la malattia è un problema che oltre che generare apprensione crea immediate ricadute sulla capacità lavorativa .
Per questo motivo i lavoratori immigrati sono stati protagonisti di una esperienza di lotta sorta attorno all’interno del dopolavoro dell’Ospedale Ascalesi di Napoli , punto d’incontro di medici ,infermieri, studenti dei collettivi studenteschi ( Medicina, Sociologia , psicologia ,Orientale ,stranieri dell’Erasmus etc..) ,militanti dei centri sociali che all’epoca si riunivano per discutere i temi della globalizzazione .
Quindi si son sviluppate forme di assistenza di necessità , all’inizio precaria , e successivamente, con la crescita della consapevolezza della propria forza , la creazione di un coordinamento che si confrontasse con l’istituzione sia all’interno che all’esterno dell’ospedale. Si è costruita intanto l’ipotesi di un ambulatorio dedicato nell’ospedale che si avvalesse dei mediatori culturali , che non erano semplici traduttori ma punti di riferimento delle comunità ,immigrati che aiutavano i loro compaesani . Si son costituiti gruppi d’intervento esterno fatti di immigrati e militanti che agissero nelle situazioni di maggiori difficoltà : si è trattato di organizzare forme di contrasto alle violazioni della pur carente legislazione locale e nazionale ,come l’ostruzionismo di alcuni distretti sanitari al rilascio degli STP(Casandrino), interventi nei campi rom per sensibilizzare i soggetti ai temi della salute(Casoria), mobilitazioni contro gli sgomberi di edifici abbandonati ,occupati da lavoratori immigrati per necessità (Pianura, Ercolano..) smascherando l’ipocrisia delle ragioni “sanitarie” addotte dalle istituzioni .
Tutto questo lavoro culminò con la creazione di un ambulatorio per la tutela della salute degli immigrati ,ufficializzato dall’ASL Napoli 1 come Unità Operativa, ancora attualmente funzionante ,che svolge un’importante ruolo non solo sanitario ma anche di stimolo della ricerca e nella sperimentazione di nuove forme di terapia .
Aurora ha poi ribadito la linea di MD sulla sussidiarietà pur sottolineando che la nostra organizzazione non è un partito “bolscevico” nel senso che si possono considerare utili momenti tattici connessi a situazioni particolari, forme di sperimentazione di intervento o autoorganizzazione,purchè indirizzati a difendere l’articolo 32 della Costituzione ed il Sistema Sanitario nazionale così come delineato dalle lotte del movimento operaio degli anni 70 .
Il suo intervento si è quindi focalizzato sui temi ambientali e sui danni da esposizione all’amianto ,ricordando come la Sicilia aveva avuto dei clamorosi fenomeni di utilizzo inconsapevole di laterizi contaminati da asbesto nella costruzione di interi abitati in zone in cui questo minerale affiora da sempre dalle rocce . C’è quindi un fenomeno ambientale che alla luce delle odierne conoscenze e della legislazione corrente andrebbe monitorato e controllato .
Il tema ha stimolato l’intervento da parte di un rappresentante dei centri sociali che ha rammendato gli interventi di un comitato locale tendenti a stimolare i servizi territoriali ASL per gli opportuni rilievi e le loro ricerche sulle correnti d’aria che genererebbero un accumulo di fibre sulle pareti delle colline , accumulo non considerato nei rilievi ufficiali.
Tutti i presenti,con qualche eccezione, hanno concordato con le perplessità e la cautela espressi dai dirigenti Md circa la “sussidiarietà orizzontale” e comunque sulla necessità di un intervento nei settori di maggiore disagio sociale con forme e modi da decidere localmente,in autonomia.
La riunione si è conclusa con l’impegno preso da alcuni medici presenti a costruire una locale sezione di Medicina Democratica, e, allo scopo, sono stati inviati al responsabile della sezione individuate i documenti necessari.

Pubblichiamo infine l’intervento di Paolo Fierro, vicepresidente di Medicina Democratica Onlus, al precongresso di Palermo.

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