MOZIONE: LA GUERRA COME NOCIVITA’ ASSOLUTA

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Congresso MDLA GUERRA COME NOCIVITA’ ASSOLUTA

La Guerra è entrata da tempo nella nostra vita quotidiana, ben prima degli ultimi attentati in Francia, in Kenya, in Libano, nel Mali, nel cielo del Sinai e nell’Ospedale di Medici Senza Frontiere a Kunduz.
I militanti guerrafondai nostrani (e non solo) hanno creato le condizioni per portare la guerra anche in casa: dal 1991 hanno fatto di tutto per riabilitare la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali e ancor più quale strumento per l’egemonia geopolitica. L’occidente si è alleato con i peggiori regimi antidemocratici progettando e alimentando creature mostruose che oggi si rivolgono contro il loro creatore.
Conosciamo le tragiche conseguenze di due secoli di colonialismi delle potenze occidentali a cui si è aggiunta, negli ultimi anni, una improvvida politica interventista per il controllo delle risorse a partire dal petrolio.
Queste guerre hanno portato distruzioni, morti, feriti e la fuga, ora di massa, di milioni di profughi inseguiti dai tagliagole dell’IS.
Le guerre inoltre distruggono il “capitale naturale” del pianeta seminando contaminazione nei territori coinvolti (ad esempio con il rilascio di uranio impoverito durante le guerre nei balcani).
La guerra chiama guerra, la violenza, violenza. Orrore e dolore per le vittime degli attentati ma dobbiamo chiederci quanto orrore e dolore hanno subito e subiscono afgani, iracheni, siriani, libici, palestinesi e altre popolazioni in nome degli obiettivi egemonici di alcuni governi occidentali.
L’Italia ha partecipato ed è partecipe di questa politica, in contrasto con i principi costituzionali, in molti modi. Dalle decennali servitù militari per garantire capacità offensiva alle basi NATO e USA alla partecipazione, diretta e indiretta, ai conflitti (invasioni) quali quelle dell’Afghanistan, Iraq, Libia, Siria per rimanere a quelle più note.
Iniziative su cui, recentemente, alcuni attori del recente passato hanno ammesso l’errore per noi già evidente allora ma senza trovare ascolto negli attori del presente.
Anche il programma di costruzione degli F35 conferma il ruolo subordinato del Governo italiano.
Stiamo assistendo inermi a un colossale travaso di risorse pubbliche dalle spese sociali alle spese militari, alla fine della democrazia liberale e saremo sempre più coinvolti in una devastante guerra civile planetaria.
Abbiamo poco tempo e siamo convinti che per sconfiggere il terrorismo di una parte occorre cessare questa politica egemonica condotta dai paesi industrializzati mediante l’uso delle armi. L’unica via per uscire da un progetto che corre verso una distruzione di massa è isolare tutti i “signori della guerra”: non solo chi combatte al fronte ma anche chi finanzia i terroristi, gli eserciti e la produzione di armi.
Ripudiare la guerra significa espellere in ogni modo, fisico, politico e culturale, le basi della guerra, i suoi poligoni, i suoi arsenali, i suoi sistemi di armi e le fabbriche di morte e la retorica sulla loro necessità.
Per dare gambe al ripudio della guerra lottiamo, in Italia, per la chiusura e la bonifica dei siti contaminati dai veleni delle armi, per la cessazione immediata della strage di Stato consistente nella convivenza tra popolazioni e strutture di guerra (es. Sardegna ma non solo). Chiediamo verità e giustizia per tutte le vittime.
Chiediamo la riduzione degli armamenti, della ricerca sugli armamenti, e dei relativi contratti per la loro produzione, la riconversione della industria militare italiana, la riduzione della entità dei corpi di polizia statali e privati, la chiusura delle basi NATO e USA nel territorio italiano.
Chiediamo che sia impedito che mezzi e “volontari” italiani possano arrivare nei paesi in guerra (dalla Siria all’Ucraina).
La risoluzione dei conflitti può avvenire con la loro ricomposizione in un ambito sovranazionale, con la ripresa della funzione e dell’iniziativa da parte dell’ONU, come pure nella giustizia sovranazionale che cancelli il regime di occupazione dello Stato di Israele sul popolo palestinese ed ogni altra oppressione neocoloniale.
In questo contesto va promossa una iniziativa per il superamento della NATO (a partire dall’uscita dell’Italia da questo organismo guerrafondaio) sorgente di “errori” e alla base del voluto “caos” attuale di cui il terrorismo è solo il frutto più recente.

Il Congresso di Medicina Democratica – Onlus

Firenze, 21 novembre 2015
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