PRESIDIO AL MINISTERO DELLA SALUTE

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Roma, 4 Luglio 2020

COMUNICATO STAMPA

Mai più morti per mancanza di personale e presidi medico-chirugici! Consegnate oggi agli uffici del Ministero della Salute le richieste per il rilancio della Sanità Pubblica. 27 le Associazioni al presidio davanti al Ministero a Roma.Presidio a Roma sabato 4 luglio di 27 Associazioni del Coordinamento Nazionale per il Diritto alla Salute davanti al Ministero della Salute a Roma: Si attende adesso l’avvio di un confronto con il Ministro Speranza.

” Ci auguriamo che il Ministro Speranza possa incontrarci al più presto, visto che oggi non è stato possibile e fidiamo nella sua attenzione e sensibilità”, hanno dichiarato Angelo Barbato e Fulvio Aurora, fra gli organizzatori del presidio, che ha visto oggi davanti al Ministero della Salute, in Lungotevere Ripa 1, una folta delegazione delle 27 Associazioni che aderiscono al Coordinamento Nazionale per il Diritto alla Salute. Nel rispetto delle norme previste dall’emergenza e delle autorizzazioni, si sono date appuntamento una settantina di persone, provenienti da diverse regioni e territori, fra cui Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia.
Numerosi gli interventi, nonostante il cattivo tempo, che si sono succeduti, fra cui quelli di Fulvio Aurora, Medicina Democratica- Milano, Edoardo Turi- Forum Diritto alla Salute Roma, Carlo Parascandolo, sopravvissuto al COVID 19 – CONUP Pensionati Varese, Paolo Fierro -Medicina Democratica Napoli, Paola Sabatini – Firenze, Marcello Luca -CONUP Roma.
“Abbiamo provveduto -hanno aggiunto Barbato e Aurora- a consegnare agli uffici del Ministero della Salute i documenti con le nostre richieste per un radicale cambio di passo nella organizzazione e gestione della sanità pubblica in Italia, oltre l’emergenza COVID-19, che ponga al centro gli interessi dei cittadini, oltre ogni speculazione e interessi privatistici. Occorre fare scelte strategiche radicali che impediscano nel futuro il ripetersi di quanto accaduto in questi mesi drammatici, che ha visto regioni e paesi falcidiati da morti “certificate” e non, con il ” blocco” di interi nuclei familiari e di migliaia e migliaia di persone, semplicemente per la mancata applicazione dei protocolli di controllo e prevenzione, con un aggravio insostenibile per i diretti interessati e un costo sociale altissimo per le comunità nel loro insieme: mai più dovrà accadere che la gente muoia per mancanza di assistenza, per mancanza di personale, per mancanza di presidi medico chirurgici essenziali!”.
Garantire il diritto alla salute mediante un servizio sanitario universale, gratuito e partecipato, come dettato dall ’articolo 32 della Costituzione e dalla Legge 833 del 1978 di Riforma Sanitaria, questi i cardini a base delle richieste, diffuse anche attraverso un volantino distribuito davanti al Ministero della Salute, in cui sono elencate le principali: un Piano di potenziamento strutturale del Servizio Sanitario Nazionale, incrementando il relativo Fondo di almeno 40 miliardi nei prossimi 4 anni, da destinare alle sole strutture pubbliche e non al privato, accreditato ed esternalizzato, con l’assegnazione dei finanziamenti alle Regioni, in base alla rilevazione dei bisogni di salute, dei cittadini e non a stime derivanti dalla spesa storica; un programma di assunzioni attraverso
concorsi e graduatorie regionali, con riferimento ai parametri europei. La riqualificazione e potenziamento dei servizi del territorio, inclusi i servizi di igiene pubblica, di prevenzione e tutela della salute sui luoghi di lavoro e della
scuola, la medicina di genere e la prevenzione e tutela della salute della donna; il potenziamento dei servizi per la salute mentale e psicologica, più che mai a rischio proprio per gli effetti dell’emergenza coronavirus. Come pure respingere le richieste di regionalismo differenziato, con particolare riferimento alla tutela dell’integrità del Servizio Sanitario Nazionale per mantenerne le caratteristiche universalistiche, eque e solidali, fondato sulla fiscalità generale, con l’obiettivo di abolire il divario Nord-Sud, attraverso una regia centrale, non centralistica, che garantisca diffusione, qualità dei servizi e uniformità di accesso in tutto il Paese. Ancora, abbandonare e invertire il processo di esternalizzazione dei servizi e l’accreditamento di erogatori privati, che assorbono ormai gran parte dei finanziamenti, superando in molte Regioni il 50% della spesa sanitaria
complessiva, attraverso un esteso percorso di re-internalizzazione. Dare inoltre priorità al finanziamento con almeno 20 miliardi di euro nei prossimi 4 anni per la ricerca, in forma congiunta, tra Università e Servizio Sanitario Nazionale, nonchè la realizzazione di un’industria pubblica del farmaco, dei reattivi di laboratorio e dei dispositivi biomedicali, contro speculazioni e ricatti delle multinazionali farmaceutiche, coinvolgendo, anche in un quadro europeo, le strutture del Servizio Sanitario Nazionale e quelle militari, già deputate alla produzione di farmaci.

Per info:

Carmìna Conte, 393 13 77616; Angelo Barbato 3474345931; Fulvio Aurora 3302516050

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