EPPURE QUALCOSA DI BUONO POTREBBE ANCHE ESSERCI NEL DECRETO SEMPLIFICAZIONI

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Le associazioni hanno giustamente indicato le criticità contenute nel decreto semplificazioni (in particolare per le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale e le bonifiche), c’è però almeno una “novità” inserita nel decreto che andrebbe valorizzata (ovvero ampliata, ben specificata e scritta in modo utile per renderla efficace per la tutela dell’ambiente).
Si trova quasi nascosta nell’art. 50 lettera c) punto 3 e recita :

“3) al comma 6 (dell’art. 7 bis del Dlgs 152/06 ovvero nella parte dedicata alla VIA, ndr) è aggiunto, in fine, il seguente periodo : “Le autorità competenti evitano l’insorgenza di situazioni che diano origine a un conflitto di interessi e provvedono a segnalare ogni situazione di conflitto, anche potenziale, alle competenti autorità“.

Di cosa parliamo ? Della piena attuazione delle direttive europee sulla Valutazione di Impatto Ambientale in particolare la direttiva 2014/52 che chiedeva ad ogni Stato europeo di aggiornare la normativa di VIA introducendo norme atte a evitare “conflitti di interesse”.

La questione era stata sollevata in una denuncia presentata da Medicina Democratica e dal Comitato No Discarica Bulera (di Pomarance, Pisa) a seguito dell’ampliamento di una discarica per i rifiuti derivanti dallo sfruttamento della energia geotermica ed altri rifiuti speciali che, in realtà, avrebbe dovuto esser chiusa da tempo in quanto non allineata alla normativa europea sulle discariche (direttiva 1999/31).
In questa denuncia (del 15.07.2019) si rilevava quanto segue in presenza di un “accordo” tra le parti per l’ampliamento che includeva l’assenso della stessa autorità (la Regione Toscana in primis) che sarebbe poi stata chiamata a esprimersi (e lo ha fatto, favorevolmente) proprio sulla compatibilità ambientale del progetto.

Rileva anche porre all’attenzione che le ragioni addotte per l’autorizzazione appaiono del tutto diverse da quelle di adeguamento della discarica alle prescrizioni europee, si parla infatti (Conferenza dei servizi decisoria) di “a) rispondere alle esigenze di smaltimento di residui di lavorazione del tessuto produttivo regionale, oltre che dello stesso proponente, b) generare un flusso di tributi a favore della Regione e degli enti locali”.
Le ragioni di questo ulteriore esercizio della discarica “in chiusura” appaiono infatti “in attuazione dell’accordo siglato nell’aprile 2016 tra SCL Italia Spa, la Regione Toscana, il Comune di Pomarance e le associazioni sindacali CGIL, CISL e UIL”, accordo principalmente finalizzato ad aspetti di continuità economica ed occupazionale della Società Chimica Larderello e tali da costituire, a nostro avviso. anche un “conflitto di interesse” in particolare da parte della Regione Toscana, chiamata quale autorità competente all’esame del progetto e al rilascio della autorizzazione (previa Valutazione di Impatto Ambientale).
A conferma si veda anche il Decreto Sindacale del Comune di Pomarance del 10.11.2017 (nell’allegato A della Autorizzazione più recente – v. allegato 5A) nel quale è riportato anche l’accordo tra gestore ed enti locali, tra cui la regione Toscana, nel quale viene assicurato, alle condizioni indicate e prima di ogni richiesta e valutazione dei contenuti in particolare per quanto concerne l’impatto ambientale, il proseguo e l’ampliamento della discarica. (…) Vi è pertanto un secondo aspetto che riguarda la corretta applicazione nella normativa italiana del “conflitto di interesse” in tema di valutazione di impatto ambientale espresso nella direttiva europea sulla VIA.

Di conseguenza si rilevava la violazione, a carico dell’Italia dell’Art . 9 bis direttiva 2011/92/CE modificata dalla direttiva 2014/52, “In quanto non risulta recepita alcuna norma nazionale in tema di “conflitto di interesse” della autorità competente nell’ambito delle procedure di VIA.”

La denuncia non ha avuto un buon fine sul tema principale (la continuità e anzi l’ampliamento di una discarica che doveva essere chiusa da anni proprio sulla base delle decisioni regionali) non perché le motivazioni non fossero adeguate ma perché la Commissione UE da alcuni anni ha stabilito, per una “economicità” di gestione delle denunce, che non segue istanze relativa a un unico impianto ovvero la ipotesi di violazione della normativa comunitaria deve determinare effetti importanti. Per dirla con il direttore della DG ambiente (nota del 25.09.2019) : “la Commissione ha adottato un approccio strategico, al fine di garantire che ogni procedura d’infrazione abbia il più ampio impatto possibile su obiettivi importanti di politica dell’UE …. La Commissione ha pertanto deciso di avviare procedure di infrazione per i singoli casi solo se sussistono elementi sufficienti per pensare i) che la pratica sia generale ii) che la legislazione nazionale abbia un problema di conformità con il diritto dell’UE o iii) che l’inosservanza del diritto dell’UE sia sistematica“.

Se questa è stata la conclusione della Direzione Ambiente della UE sul tema proprio della discarica, più “possibilista” è stata la risposta (9.01.2020), dopo nostra insistenza, sul tema del conflitto di interessi : “Per quanto riguarda il rilievo secondo cui la valutazione d’ufficio competente in materia ambientale potrebbe essere stata condizionata dall’esistenza di un protocollo d’impegno alla continuazione dell’attività della discarica, tale possibilità non può essere esclusa …. la questione del corretto e completo recepimento di taluni articoli della direttiva 2011/92, come modificata dalla direttiva 2014/52 e, in particolare, dell’articolo 9 bis, primo paragrafo, di detta direttiva, si pone ed è attualmente al nostro esame, nel contesto della valutazione di conformità della legislazione che ha trasposto la direttiva nell’ordinamento giuridico italiano“.

In questo caso la Commissione è stata di parola, è evidente che il passaggio dedicato al tema del conflitto di interessi, nel decreto semplificazioni è una “pezza” per evitare un procedimento di infrazione (l’ennesimo) nei confronti dell’Italia. Adesso che uno spiraglio si è aperto occorre che sia ben allargato tenuto conto che si rischia – per un caso come quello della discarica Bulera (ma una analoga situazione, sempre con la Regione Toscana in prima fila, si è riproposto con il progetto di gassificatore per rifiuti proposto da KME a Castelnuovo Garfagnana – Lucca) – che “l’autorità competente” che deve segnalare la presenza di conflitti e la “competente autorità” che riceve la segnalazione sia …. la stessa ! (Vista la distribuzione di “competenze” nell’ambito delle procedure di VIA). Quindi una previsione da riempire sia per quanto riguarda le autorità “procedenti” ovvero che hanno la competenza di garantire lo svolgimento della procedura di VIA ed emettono la “pronuncia di compatibilità” di un progetto sia per quanto riguarda i conflitti entro la procedura : ad esempio un tecnico che svolge attività a favore del proponente e poi viene chiamato (o è stato chiamato in precedenza) a far parte di commissioni pubbliche aventi per oggetto temi connessi con il proponente o con le procedure di VIA (situazione affatto infrequente nel nostro paese dove vi sono tanti “interessi in conflitto” ma difficilmente viene riconosciuto e stigmatizzato i tanti “conflitti di interesse”).

Quindi : l’aver previsto l’articolo in questione è un passo in avanti ma la sua redazione va migliorata di molto, perché in Italia cosa sia il “conflitto di interessi” applicato nelle diverse situazioni ed in particolare nei rapporti tra pubblico e privato non è per nulla chiaro.

a cura di Marco Caldiroli

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