PETROLCHIMICO DI MANTOVA AFFOSSATA LA GIUSTIZIA PER LA SUA LENTEZZA

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Riportiamo il comunicato stampa nostro e di AIEA per la (quasi) conclusione del processo relativo ai morti da amianto e da benzene (ma non solo) al Petrolchimico di Mantova, iniziato nel 2001 e che ha avuto tra i suoi attori principali Luigi Mara prima come consulente del PM nella fase indiziaria e poi come tecnico di Medicina Democratica durante il primo grado del processo.

 

Milano, 16 aprile 2021
Petrolchimico di Mantova, dopo 20 anni nessuno pagherà per i 72 operai morti per tumori professionali . Allarme per la lunghezza dei processi.

COMUNICATO STAMPA
Con annullamento delle condanne e una prescrizione, la Corte di Cassazione ha messo una pietra
tombale dopo 20 anni sulla morte di 72 operai per tumori professionali alla Montedison di
Mantova. Forte preoccupazione di AIEA e Medicina Democratica per la lunghezza inaccettabile
di questo e altri processi : “ragionevole durata del processo” o beffa?
“Con la sentenza della Corte di Cassazione dello scorso 7 aprile, 72 operai morti per tumori
professionali al Petrolchimico di Mantova, resteranno per sempre senza giustizia: 20 anni di
attesa, tanto ci è voluto per quest’ultima sentenza sconvolgente, che ha definitivamente mandato
assolti gli ultimi 9 imputati, di cui uno nel frattempo deceduto, accusati della morte di 6
lavoratori”, ha detto Fulvio Aurora, responsabile delle vertenze giudiziarie di AIEA, Associazione
Italiana Esposti Amianto, che con Medicina Democratica era parte civile in questo processo
iniziato nel lontano 2001, rappresentati dall’avvocata Laura Mara. “Siamo fortemente preoccupati
– ha aggiunto- perchè quanto accaduto per Mantova rischia di ripetersi in numerosi processi, in cui
siamo parte civile, con una durata processuale che suona come una beffa, rispetto a quanto sancito
dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo sulla “ragionevole
durata del processo”. Nessun riconoscimento di colpe e responsabilità per l’esposizione
all’amianto, quindi, salvo il caso di un solo lavoratore morto per mesotelioma, per il quale però è
scattata la prescrizione: il riconoscimento del danno c’è, ma il reato è prescritto, per cui ci sarà
soltanto il rinvio al giudice civile per il calcolo del risarcimento.
“Siamo convinti che la verità su questo immane crimine industriale – ha detto Laura Mara,
avvocata di parte civile- non raggiunta nelle aule di giustizia, stia sotto gli occhi della società civile
che continua pervicacemente a lottare per ridare dignità ai tanti lavoratori/lavoratrici uccisi sul
luogo di lavoro”.
Vale la pena di riepilogare la sequenza sfibrante di un processo iniziato formalmente nel 2010,
dopo 9 anni di fase istruttoria: 14.10.2014 Tribunale di Mantova sentenza di condanna di primo
grado per 12 imputati dei 16 imputati complessivi; 5.02.2016 sentenza Tribunale di Brescia di
parziale riforma della condanna, ma sostanziale conferma delle condanne; 14.11.2017 sentenza
Corte di Cassazione di annullamento parziale, parte amianto, con rinvio alla Corte di Appello;
20.01.2020 sentenza Corte di Appello di Brescia di assoluzione parte amianto ; 7.01.2021 la
Corte di Cassazione conferma la sentenza di assoluzione del 20.01.2020.
“Mai più attese pluridecennali e poi colpi di spugna come per Mantova!“, ha detto Marco
Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica. “Non è né accettabile, né tollerabile- ha proseguito- che in 20 anni non ci sia stato modo e tempo per confermare le responsabilità della
Montedison e dei suoi dirigenti, nonostante il riconoscimento da parte di diversi Tribunali che i
lavoratori siano deceduti perché esposti senza protezioni ad amianto e ad altre sostanze tossiche e
cancerogene, in quanto la relazione causa-effetto non è sarebbe stata dimostrata, al di là di ogni
ragionevole dubbio! Per questo lanciamo un forte allarme e un appello a chi amministra la giustizia
nei tribunali per un cambio di passo nel rispetto del diritto costituzionale alla celerità e coerenza dei
processi”, ha dichiarato .
Quanto accaduto ha suscitato preoccupazione e allarme anche per i 35 processi in corso da un
capo all’altro dell’Italia, in cui AIEA e Medicina Democratica si sono costituite parte civile in difesa
dei diritti di centinaia di lavoratori “uccisi” dai temibili mesoteliomi provocati dall’amianto e/o da
altre forme tumorali micidiali provocate da sostanze cancerogene assorbite sul posto di lavoro. Si
tratta di processi mediamente sono cominciati 10/15 anni fa e oltre come quello della Marina
Militare 2, la cui udienza è prevista a Mestre il 29 maggio e a seguire in date prossime, ma ancora
non note, i processi in Corte d’Appello a Novara per ETERNIT bis; a Napoli per ETERNIT bis
Bagnoli e in Corte d’Appello a Lecce per l’ILVA Taranto, A questi, di lunga data, da aggiungere
come udienze imminenti i più “recenti” come quello per l’incidente ferroviario di Pioltello, che è
ancora primo grado, il 15,19, 22, 23 aprile e quello per i morti di amianto al Teatro alla Scala il 30
aprile.

Per info.

Carmìna Conte cell 393 1377616
Fulvio Aurora cell.339 2516050