Riforma sanitaria Moratti/Fontana: un fiume di soldi per la sanità privata e un fume di code per liste d’attesa

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Riforma sanitaria Moratti/Fontana: un fiume di soldi per la sanità privata e un fume di code per liste d’attesa

COMUNICATO STAMPA

Iniziato il dibattito in Consiglio Regionale, le 57 associazioni del Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute:“In gioco la salvezza del servizio sanitario pubblico e il diritto alla salute dei cittadini: scenderemo in campo contro contro l’ulteriore deriva della riforma Moratti/Fontana”

Milano, 12.11.2021 “Hanno fatto un deserto della sanità pubblica, sulla pelle dei cittadini, e l’hanno chiamata parità pubblico/privato e libera scelta del cittadino”, ha dichiarato Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica, anche a nome delle associazioni lombarde che hanno manifestato il 23 ottobre in piazza Duomo per il rilancio della sanità pubblica e territoriale. “E’ cominciato in Consiglio regionale il dibattito per l’approvazione della non-riforma della sanità lombarda e la direzione non cambia, anzi vogliono approfittare delle risorse del PNRR per foraggiare ancora il privato, con gravi conseguenze per il diritto alla salute soprattutto per le fasce più deboli, così come l’emergenza pandemica ha dimostrato con i suoi 35.000 morti e le gravi inefficienze del sistema sanitario”. Per questo il Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute, con le 57 organizzazioni aderenti lancia un appello ai cittadini ed ai consiglieri regionali a partecipare ad una manifestazione di protesta in concomitanza con il voto sulla proposta di legge di riforma della sanità lombarda targata Moratti-Fontana, in modalità che saranno definite a breve

La Lombardia si è distinta in questi anni per un servizio sanitario ospedalocentrico, che ha svuotato i territori di strutture e professionalità. Il risultato è l’utilizzo improprio dei pronto-soccorsi e tempi di attesa lunghissimi per chi non può pagare le prestazioni private. Il top si è toccato con la pandemia su cui ha lucrato la sanità privata, proponendo tamponi e ”pacchetti” di visite domiciliari fino a 450 euro a cittadini “rinchiusi” in casa, nella inutile attesa del servizio pubblico.

Dal 1997 sono stati cancellati 22.239 posti letti nelle strutture pubbliche, mentre in quelle private sono aumentati di 2.553 o trasformati in altre forme di assistenza. Il privato (2017) copre il 54,3 % degli acquisti di servizi sanitari e si è “mangiato” il 62 % degli investimenti strutturali provenienti dalla regione. Gli operatori sanitari pubblici sono diminuiti di 11.768 unità dal 1997 al 2017 con un – 11,9 %, mentre la media italiana nello stesso periodo è stata del –7,3 %. C’è una grave carenza di medici di base e nei prossimi 5 anni ne mancheranno 4.167 per pensionamento, ma tale carenza per l’assessora Moratti è soltanto una “percezione” o un problema “organizzativo”, causato dagli stessi medici. Non c’è stata programmazione né concreti obiettivi di miglioramento della salute pubblica ma solo di incremento di fatturato per i privati.

Di fronte a tale sfacelo la Giunta regionale ripropone ancora lo sbilanciamento verso il privato anche per le case e degli ospedali di comunità previsti dal PNRR”, sottolinea Angelo Barbato del Forum Nazionale per il Diritto alla Salute. “Come indicato nel documento condiviso da 57 associazioni e dalle opposizioni regionali, proponiamo ben altri obiettivi: un forte governo pubblico della sanità, basato su una chiara programmazione; la medicina territoriale va organizzata con bacini d’utenza limitati per rispondere in modo mirato ai problemi di salute dando priorità alla prevenzione della malattia anche attraverso la partecipazione della cittadinanza. “Le Case e gli Ospedali di Comunità devono essere esclusivamente pubblici affinchè siano perseguiti risultati reali di salute e non utili economici. Le liste d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento deve essere un obiettivo primario. Eliminare la libera professione all’interno delle strutture pubbliche. Le RSA devono essere parte del servizio sanitario nazionale e va ritirata la richiesta di autonomia differenziata.”

Per info. Carmìna Conte cell. 393 137 7616. 

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