Riforma sanitaria Moratti/Fontana: un funerale della sanità pubblica in Lombardia?

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Riforma sanitaria Moratti/Fontana: un funerale della sanità pubblica in Lombardia?

 

COMUNICATO STAMPA

Prosegue il dibattito in Consiglio Regionale, le 57 associazioni del Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute mettono in scena un funerale virtuale della sanità pubblica come prossima iniziativa di contrasto alla ulteriore, perniciosa, deriva privatistica prevista dalla pseudo riforma Moratti-Fontana

Milano, 18.11.2021 “ll dibattito in Consiglio Regionale conferma come il rischio di una morte annunciata per la sanità pubblica in Lombardia sia purtroppo reale, con drammatiche conseguenze per il diritto alla salute di tutti, come gli effetti tragici della pandemia hanno dimostrato”, ha dichiarato Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica, anche a nome delle associazioni lombarde che hanno manifestato il 23 ottobre in Piazza Duomo: contro questa sciagurata ipotesi il Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute, con le 57 organizzazioni aderenti, ha indetto un flash mob con annesso funerale virtuale per sabato 20 novembre, sotto il Pirellone, lato verso Piazza Duca d’Aosta, dalle ore 10.00 alle ore 11.30.

“Invitiamo però a non portare fiori ma l’impegno ad opporsi alla attuazione della ulteriore privatizzazione dei servizi sanitari in Lombardia e a sostenere le proposte condivise e presentate nella manifestazione in Duomo il 23.10.2021”, ha detto Angelo Barbato del Forum Nazionale per il Diritto alla Salute. Come indicato nel documento condiviso dalle 57 associazioni e dalle opposizioni regionali, proponiamo ben altri obiettivi: un forte governo pubblico della sanità, basato su una chiara programmazione; la riorganizzazione della medicina territoriale con bacini d’utenza limitati per rispondere in modo mirato ai problemi di salute, dando priorità alla prevenzione della malattia anche attraverso la partecipazione della cittadinanza”. Questi gli altri punti chiave: le Case e gli Ospedali di Comunità devono essere esclusivamente pubblici, affinchè siano perseguiti risultati reali di salute e non utili economici. Le liste d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento deve essere un obiettivo primario. Eliminare la libera professione all’interno delle strutture pubbliche. Le RSA devono essere parte del servizio sanitario nazionale e va ritirata la richiesta di autonomia differenziata.”

Per info. Carmìna Conte cell. 393 137 7616. 

 

(La fotografia è del 2002)

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