Considerazioni sulla sentenza del 30.06.2022 della Corte di Appello di Firenze sul crimine ferroviario di Viareggio

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Il 30 giugno la Corte di Appello di Firenze ha emesso la quarta sentenza, a 13 anni dal crimine ferroviario di Viareggio, su rinvio della Corte di Cassazione.

La sentenza conferma le responsabilità di quasi tutti gli imputati riducendo però le pene per effetto di parziali prescrizioni rilevate in sede di Cassazione (per Moretti da 7 a 5 anni di reclusione), ricordandoci così che i tempi eccessivi dei processi favoriscono sempre gli imputati e danneggiano sempre le vittime (32 persone uccise per le ustioni riportate e tutti i famigliari) anche se non sono assoluzioni di diritto.

Questo tema dovrebbe essere al centro di ogni iniziativa di riforma delle procedure giudiziarie garantendo tempi certi, eliminando la “tagliola” della prescrizione e promuovendo il diritto delle vittime e delle associazioni, portatrici di interessi collettivi, a partecipare fattivamente nei processi anziché venirne esclusi o essere in balia di decisioni mutevoli durante i procedimenti.

Anche se la sentenza bis della Corte di Appello di Firenze ha comunque condannato Moretti e la maggior parte degli altri imputati della “filiera” (linea ferroviaria, gestione del trasporto di sostanze pericolose, caratteristiche e manutenzione dei carri ferroviari) vi è poco per ritenersi soddisfatti.

Le sentenze di primo (31.01.2017) e secondo grado (20.06.2019) erano già state “distrutte” dalla Cassazione il 8.01.2021 escludendo, a nostro avviso immotivatamente, l’aggravante per la violazione delle norme in materia di infortuni sul lavoro. Questo è stato il vero vulnus che ora è andato a “compimento” facendo scattare parziali prescrizioni dei reati.

La sentenza ultima non fa che “aggiornare”, con la prescrizione nel frattempo scattata, quella “riformata” in peggio dalla Cassazione e quindi appare una evoluzione “tecnica” del lunghissimo percorso giudiziario che riapre le ferite delle vittime..

Questa considerazione appare ancor più fondata considerando che la sentenza contiene due “schiaffi” alle parti civili, gratuiti e giuridicamente ingiustificati.

Il primo riguarda le uniche due associazioni rimaste nel processo come parti civili, Medicina Democratica e Dopolavoro Ferroviario di Viareggio, praticamente estromesse dopo aver partecipato ad ogni momento processuale (il Comune di Viareggio si era scandalosamente ritirato dal processo). Lo stesso era successo in Cassazione con i sindacati parti civili e il gruppo di Rappresentanti per la Sicurezza sul Lavoro prima accolti poi estromessi dal processo con i relativi effetti economici (restituzione statuizioni riconosciute nei primi due gradi di giudizio).

L’altro schiaffo è a tutte le parti civili rimaste e risulta particolarmente doloroso per le vittime, il Tribunale non ha riconosciuto alle vittime, a carico degli imputati,  le spese del giudizio nonostante la conferma delle responsabilità, spese che pertanto graveranno sulle parti civili che non hanno certo richiesto questo ulteriore livello di giudizio.

Nell’attendere le motivazioni per valutare le nostre possibili contromisure ringraziamo sentitamente la nostra legale Laura Mara che si è battuta in ogni modo per veder riconosciute le responsabilità, ricordiamo inoltre lo scomparso Luigi Mara che con Bruno Thieme e Roberto Carrara, nostri tecnici di fiducia, sostennero tecnicamente le ragioni nostre e delle altre parti civili (un estratto della loro relazione tecnica è stata pubblicata sulla nostra rivista ed è disponibile qui).

A cura di Marco Caldiroli – Presidente pro tempore di Medicina Democratica e Fulvio Aurora, responsabile vertenze legali di Medicina Democratica

PAG 11 – XX CARRARA-MARA-THIEME

 

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