Il terzo anniversario del paziente uno : il paziente zero è ancora la sanità lombarda

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Dal sito di Curiamo la Lombardia

Il terzo anniversario del paziente uno : il paziente zero è ancora la sanità lombarda (curiamolalombardia.it)

Siamo al terzo “anniversario” del paziente uno della pandemia in Lombardia, se siamo in una situazione di minore allarme per la diffusione e la pericolosità del Covid19 la sanità lombarda rimane il vero paziente “zero” senza alcun segno di guarigione e nemmeno di miglioramento, anzi.

Sembrava fosse evidente a tutti che la particolare pesantezza della pandemia in termini di decessi era dovuta all’indebolimento della medicina territoriale anche per effetto di una deriva privatistica attuata gradualmente dal 1997 ad oggi.

Questa evidenza non è bastata ai lombardi per voler cambiare quella maggioranza che ha prodotto questo risultato ed imperterrita prosegue nella distruzione della sanità pubblica.

Forse i lombardi pensano, oramai abituati e incapaci di reagire alle difficoltà (dalle liste d’attesa all’assenza di medici di medicina generale), che l’unica possibilità è cercare di cavarsela da soli mettendo mano al portafoglio (per chi se lo può permettere), contando su mutue, assicurazioni e, da ultimo, al “welfare aziendale”.

D’altronde le opposizioni consigliari non hanno brillato in questi anni, qualche sprazzo nell’ultimo periodo spinti dalle associazioni e dai comitati per contrastare ulteriori derive privatistiche. Le proposte alquanto generiche nei programmi e la indicazione nel Dr. Pregliasco (direttore sanitario di uno dei maggiori gruppi privati) quale capolista di una delle formazioni in appoggio a Majorino Presidente hanno confermato una visione non molto dissimile da quella della maggioranza, ben lontana da quell’indispensabile scatto per una netta inversione di tendenza.

Le risorse del PNRR finiscono in strutture (come le case di comunità) vuote di operatori (medici, infermieri), realizzate più per ottenere i finanziamenti che per rimettere in funzione la medicina territoriale. Anzi, le condizioni di lavoro sono peggiorate (gli operatori sanitari non sono più “eroi” ma solo lavoratori/lavoratrici da spremere la massimo) fino all’attuale fuga dalla sanità pubblica e alla pratica dei “gettonisti”.

Questa situazione è stata confermata con il voto amministrativo, un’altra occasione persa che renderà ancora più difficile in futuro far valere i diritti alla salute delle persone.

Curiamo la Lombardia prosegue nella direzione intrapresa con l’intenzione di seminare assieme a tutti/e, singoli/e e/o associati/e, una prospettiva diversa che attualizzi i principi della universalità di accesso, della preminenza della sanità pubblica con l’obiettivo attuare il diritto alla salute, della partecipazione nelle scelte e di una azione istituzionale che dia veramente priorità alla prevenzione (luoghi di lavoro, di vita, ambiente salubri). Una nuova riforma sanitaria che renda concreti i principi fondanti della riforma del 1978.

Un percorso che goccia su goccia diventi una marea che contrasti la deriva attuale e che riesca a far alzare e guarire il paziente zero, e la sanità pubblica è tutti/e noi.

Curiamo la Lombardia

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