Pirogassificatore a Livorno, innovazione o fregatura ?

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pirogassificatore_schemaLa società Pyrenergy vuole rifilare a Livorno (all’interno della ex Dow Chemical) un impianto di pirogassificazione di rifiuti (materie plastiche) fermo dal 1993 e proveniente da una azienda fallita (Metalrecuperi di San Martino all’Argine – MN)  e che ha lasciato un sito inquinato da bonificare (con i soldi pubblici).

A parte questo “piccolo” particolare (anche “riciclare” impianti potrebbe essere una virtù) l’impianto dovrebbe trattare “cuocendo” con calore indiretto rifiuti costituiti da materiali plastici (non rigenerabili ??) tra cui il car-fluff (le plastiche leggere dalla demolizione degli autoveicoli).

L’obiettivo, secondo il proponente, è di  ottenere da un lato un olio combustibile per usi marini (quindi con le caratteristiche peggiori che il “mercato” e la normativa ambientale consente, tanto i pesci non protestano …), nerofumo (ma neppure loro sono tanto sicuri che il prodotto avrà sempre uno standard idoneo per il reimpiego per coloranti, filtri ecc) e syngas da bruciare in loco per scaldare a sua volta il pentolone in cui buttano i rifiuti (in un futuro anche per produrre energia elettrica).

La pirolisi e la gassificazione sono tecniche usualmente utilizzate per la produzione di combustibili o per le sintesi chimiche (es il cracking del petrolio o – cento anni e più fa – per la produzione del “gas di città” dal carbone) e quindi da rifiuti polimerici ben conosciuti e omogenei si potrebbero produrre sostanze chimiche organiche di base per un riciclo chimico anziché fisico anche dei rifiuti plastici con maggiore difficoltà attuale di reimpiego. Ma questa non è l’intenzione del proponente.

Sotto il profilo ambientale merita ricordare che le principali criticità di tale processo (dati i rifiuti utilizzati) vi è il bilancio del cloro ma – guarda caso – il proponente propone di NON monitorare il cloro nelle emissioni dalla combustione del syngas. In questo caso è il cerchio dell’inquinamento a chiudersi !

In allegato mettiamo a disposizione le osservazioni presentate da Medicina Democratica sulla (pessima) proposta.

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