A Cernusco sul Naviglio (MI) intendono pirolizzare (gassificare) rifiuti costituiti da plastiche “non riciclabili” provenienti dalla raccolta differenziata e plastiche selezionate dalla raccolta indifferenziata. Il tutto per produrre dei combustibili (simili al gasolio).
La pirolisi è una tecnica ampiamente utilizzata nella produzione dei diversi carburanti dal petrolio grezzo e anche nell’industria chimica, la sua applicazione alla gestione dei rifiuti ha delle controindicazioni. Una prima è che per poter avere dei prodotti di pirolisi di buona qualità e, nel contempo, avere emissioni basse di inquinanti (una parte dei rifiuti diventano syngas che va bruciato e che può contenere contaminanti in relazione alla loro presenza nel rifiuto iniziale) occorre avere un “materiale” di buona qualità che però corrisponde a materiale altrettanto riciclabile o recuperabile come materia.
Una seconda controindicazione è che la produzione di materie plastiche implica l’utilizzo di metalli come cariche e/o coloranti, inoltre il PVC contiene molto cloro che finisce nelle emissioni con notevoli impatti.
Per questo se qualcuno presenta un impianto di questo genere occorre stare bene attenti anche quando le dimensioni sono “ridotte” (al di sotto della taglia per cui scatta l’obbligo della VIA).
Ancora più attenzione quando il proponente per presentare l’impianto e indicare cosa è la pirolisi utilizza la corrispondente voce di Wikipedia, nello stesso tempo il produttore dell’impianto risulta essere un italiano con azienda con sede legale in Romania ….
Comunque sia, Medicina Democratica ha presentato delle osservazioni nella procedura di screening (verifica di assoggettabilità) a VIA dell’impianto (la documentazione del proponente è disponibile sul sito della regione lombardia http://silvia.regione.lombardia.it/silvia/jsp/procedure/procedure.jsf).
Qui sotto sono scaricabili le osservazioni presentate.
