ESPOSTI ALL’AMIANTO : NUOVO STUDIO DIMEZZA LA MORTALITA’ PER CANCRO AL POLMONE

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Primo risultato a livello mondiale

Esposti all’amianto: nuovo studio dimezza la mortalità per cancro al polmone

Grazie allo screening con tac spirale. Ricerca avviata 15 anni fa da un team regionale coinvolgendo i lavoratori dei cantieri di Monfalcone

Riportiamo (e commentiamo) la seguente notizia:

ATTUALITÀ => 07 novembre 2018 di redazione (fonte Uniud)

http://www.imagazine.it/notizie-trieste-gorizia-udine-friuli/6379?fbclid=lwAR263

DIAGNOSI PRECOCE PER TUMORE AL POLMONE: RISULTATI RICERCA DA MONFALCONE

Arrivano da Udine i primi dati a livello mondiale di una ricerca scientifica in cui si dimostra come lo screening con tac spirale, rispetto a una sorveglianza effettuata soltanto con la radiografia toracica, dimezza la mortalità per tumore al polmone nei soggetti che sono stati esposti all’amianto. Sono questi i risultati dello studio condotto da un gruppo di 11 studiosi, per la maggior parte appartenenti all’Università di Udine e all’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, il cui articolo è stato pubblicato lo scorso 15 ottobre online sulla rivista International Journal of Epidemiology, tra le più importanti al mondo del settore. L’articolo si può leggere integralmente all’indirizzo https://academic.oup.com/ije/advance-article/doi/10.1093/ije/dyy212/5132993

L’articolo “Impatto dello screening della tomografia computerizzata a basse dosi sulla mortalità per cancro del polmone tra i lavoratori esposti all’amianto”, di cui primo firmatario è Fabio Barbone, epidemiologo del dipartimento di Area medica dell’ateneo friulano (dal 2016 nominato direttore scientifico dell’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste), è stato realizzato anche da Fabiano Barbiero, Valentina Rosolen e Manuela Giangreco del dipartimento di Area medica dell’ateneo friulano, Federica Pisa dell’Istituto di Igiene e clinica epidemiologica dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, Alessandro Follador e Gianpiero Fasola del dipartimento e attività integrata di Oncologia dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, Ornella Belvedere del dipartimento di Oncologia del York Teaching Hospitals NHS Foundation Trust in Gran Bretagna, Tina Zanin dell’Ass2 isontina, Francesco Grossi della divisione di oncologia medica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore di Milano e Stefano Meduri del dipartimento di Radiologia dell’ospedale di Latisana.

“Si tratta di un risultato che la sanità pubblica internazionale aspettava da tempo ed è stato raggiunto grazie a un paziente lavoro di squadra durato oltre 15 anni” dichiara il professor Barbone. Il punto di partenza della ricerca è stato uno studio, iniziato nel 2002 e pubblicato nel 2008 da Gianpiero Fasola, sull’efficacia dello screening con tac a basso dosaggio di radiazioni per rilevare il cancro del polmone in fase precoce nei lavoratori esposti all’amianto. Lo studio, che aveva coinvolto mille persone esposte all’amianto iscritte al “Programma di sorveglianza sulla salute professionale di Monfalcone” e residenti in Friuli Venezia Giulia, ha dimostrato che lo screening con tac spirale identificava un certo numero di tumori polmonari in stadio iniziale, potenzialmente guaribili.

La nuova ricerca è partita da questo risultato per cercare di capire, nello stesso campione di popolazione, se l’analisi precoce con tac spirale avesse comportato negli anni anche una minore mortalità nei soggetti sottoposti allo screening. I ricercatori hanno confrontato la mortalità dei partecipanti allo studio del 2002 con quella di un campione di un migliaio soggetti esposti che non avevano partecipato allo studio. Seguendo queste persone dal 2002 al 2011 si è scoperto che la mortalità per cancro del polmone del primo gruppo era ridotta del 59% rispetto a quelli del secondo gruppo. Si tratta del primo studio a livello internazionale a dimostrare questo tipo di evidenza nei soggetti esposti ad amianto. In precedenza altri studi avevano dimostrato che la diagnosi anticipata con la tac spirale riduceva del 20% la mortalità causata dai tumori al polmone nei forti fumatori.

“Il fatto che un’idea pionieristica, sviluppata nel 2002, ci abbia condotto a questo risultato è certamente gratificante – dichiara Gianpiero Fasola, direttore dell’Oncologia di Udine – credo però che la cosa più importante sarebbe ora valutare come utilizzare questi dati nell’ambito di programmi pubblici di prevenzione che dovrebbero essere orientati a soggetti che siano contemporaneamente esposti all’asbesto e forti fumatori”.


L’Associazione Italiana Esposti Amianto – Val Basento (AIEA VBA) e Medicina Democratica ringraziano l’equipe medica guidata dal professor Fabio Barbone per il risultato che dimostra l’efficacia dello screening con tac a basso dosaggio di radiazioni per rilevare il cancro del polmone in fase precoce nei lavoratori esposti ed ex esposti all’amianto.

AIEA e M.D. VBA, seguono i propri iscritti per il riconoscimento delle malattie professionali e collaborano con il RENAM COR della Basilicata e con l’ospedale Madonna delle Grazie di Matera che si occupa della sorveglianza sanitaria estesa ad oltre 2.500 lavoratori su 7.000 ex esposti nei siti industriali del Basso Basento e delle colline materane, coorte più numerosa d’Italia, regolarmente sottoposta agli screening funzionali per l’individuazione precoce dell’adenocarcinoma del polmone, patologia neoplastica più frequente tra i lavoratori nei siti industriali.

A tal riguardo, nell’allegato si riportano i dati della sorveglianza Sanitaria tratti dagli Atti del Convegno “PATOLOGIE ASBESTO CORRELATE – PREVENZIONE E RICERCA – GIUSTIZIA PER LE VITTIME E PER GLI EX ESPOSTI”, Matera17 e 18 Ottobre 2014, dove si stima che in fase precoce siano stati riscontrati circa 40 CA polmonari, di questi, circa 37 vivono in buone condizioni di salute senza essere stati sottoposti a terapia oncologica.

E’ possibile scaricare l’intervento del Dr. Lobuono al convegno AIEA e Medicina Democratica Onlus del 2014 a Matera, di cui sono disponibili gli atti integrali su cartaceo,
20141017-dati Sorveglianza sanitaria_Lobuono_Nardella

ANCORA UNA VOLTA I RISULTATI OTTENUTI DAL DIPARTIMENTO DI AREA MEDICA DELL’ATENEO FRIULANO, DIMOSTRANO QUANTO SIA NECESSARIO ED INDISPENSABILE:

— ISTITUIRE IL REGISTRO DI TUTTE LE MALATTIE ASBESTO CORRELATE.

— MODIFICARE LE LINEE GUIDA PER IL PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE.

— PUBBLICARE IL REPORT SCIENTIFICO DEI RISULTATI RIVENIENTI DALLA SORVEGLIANZA SANITARIA REGIONALE.

Lo screening con tac spirale può identificare i tumori polmonari allo stadio iniziale, potenzialmente guaribili, ricordiamo che il CA del polmone è la patologia neoplastica più frequente tra i lavoratori nei siti industriali.

I RISULTATI RIVENIENTI DALLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI EX ESPOSTI SONO PATRIMONIO DELLA COMUNITA’ SCIENTIFICA NAZIONALE.

Più volte AIEA VBA e M.D. hanno sollecitato la Regione Basilicata ed il suo RENAM COR alla pubblicazione scientifica dei risultati relativi alla sorveglianza sanitaria applicata nell’ospedale di Matera ad oltre 2500 ex esposti, siamo ancora fermi ai dati informali pubblicati a seguito del convegno del 17÷18 ottobre 2014.

Progetto BasimiRNA riguardante l’impiego di MicroRNA nel follow up delle lesioni polmonari TAC low-dose documentati in soggetti ex esposti professionalmente ad amianto, ha l’obbiettivo di valutare i biomarcatori precoci in lavoratori ex esposti all’amianto sottoposti a sorveglianza sanitaria costante al fine di:

— valutare l’andamento dei miRNA nelle lesioni asbesto correlate benigne e maligne;

— identificare in fase precoce tumori polmonari e mesoteliomi pleurici;

—- allungare gli intervalli di screening radiologico;

—- favorire un notevole risparmio sulla spesa sanitaria.

Il progetto presentato dalla Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica e dall’U.O. Medicina del Lavoro dell’Ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera al Dipartimento Salute e Ambiente dell’Istituto Superiore della Sanità (I.S.S.) che ha manifestato estremo interesse e la possibilità di cooperare nel valutare la prevalenza di ulteriori indicatori precoci di comparsa di neoplasie polmonari, è fermo presso la regione Basilicata da circa 2 anni in attesa di giudizio pur nella consapevolezza dell’importanza scientifica e dei costi-benefici che ne deriverebbero.

Eventualmente i motivi di fermo fossero solo di carattere economico e non per volontà politica lerisorse finanziarie necessarie ai progetti di ricerca ed alla Sorveglianza Sanitaria dei lavoratori ex esposti in quiescenza potrebbero ricercarsi anche presso le Società attive nel settore dell’industria, che hanno operato nei Siti di interesse nazionale, come le società del Gruppo ENI, del Gruppo Fincantieri, del gruppo Ansaldo, ILVA e simili.

Constatiamo che la regione Basilicata pur avendo il privilegio di avere nelle proprie sedi di competenza sanitarie dipendenti professionisti in grado di sviluppare il progetto di cui sopra, a nostro sapere ha riscontrato l’interesse dell’I.S.S. evidenzia la Sua (Regione Basilicata) abilità al non fare.

A cura di Mario Murgia AIEA e Medicina Democratica Onlus Basilicata

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