SOLIDARIETÀ CONTRO LE CENSURE: IL POSITION PAPER AMIANTO DELLA SIML VA DISCUSSO

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Lo avevamo già detto in occasione di un nostro convegno https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=7869 e lo ribadiamo in questa occasione, il position paper della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML) contiene tali e tante inesattezza e dichiarazioni non fondate e fuorvianti (soprattutto in sede processuale) che necessita di una revisione rigorosa, indipendente e non di censure a chi cerca di mantenere il dibattito (anche) scientifico sulla questione a un livello rispettoso delle vittime (esposti) da amianto.
Di seguito un comunicato sul tema in solidarietà a chi, come Medicina Democratica, non vuole tacere e contesta nel merito e nel metodo il contenuto del documento del SIML

SOLIDARIETÀ CONTRO LE CENSURE: IL POSITION PAPER AMIANTO DELLA SIML

Negli stessi giorni in cui l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, proprietario dell’ETERNIT, è stato rinviato a giudizio dal GUP di Vercelli con l’accusa di omicidio plurimo doloso per 392 morti causati dall’amianto a Casale Monferrato, abbiamo ancora dovuto constatare forme di censura e di ostacolo alla partecipazione nella raffigurazione della verità scientifica. Con le associazioni degli esposti, ex esposti e delle vittime dell’amianto avevamo già espresso i nostri dubbi e le perplessità sul documento della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML) il Position Paper Amianto, pubblicato nel 2018 sulla rivista “La Medicina del Lavoro”.SIML- POSITION PAPER AMIANTO PRINTABLE Come rappresentanti anche delle sofferenze dei lavoratori e dei loro familiari esposti all’amianto senza essere informati da chi li aveva messi in quelle condizioni sui gravi rischi che ciò comportava, testimoni nostro malgrado anche delle condizioni di lavoro prima e poi di innesco e decorso della malattia ancora quarant’anni dopo l’esposizione lavorativa, ci sentiamo non solo autorizzati ma in dovere di esprimere il nostro autorevole parere scientifico e la nostra soppesata critica formale di questo documento, che è diventato strumento principe delle difese nei procedimenti giudiziari e nei processi penali per omicidi colposi e lesioni gravi e gravissime in danno dei lavoratori, delle lavoratrici e della cittadinanza, esposti per decenni all’amianto.

Oggi manifestiamo solidarietà a quei medici e igienisti ambientali che hanno ritenuta anch’essi necessaria una presa di posizione nei confronti di questo testo attraverso una lettera da loro inviata alla rivista “La Medicina del Lavoro”. Nella lettera – che non è stata pubblicata dalla rivista – oltre alle richieste di chiarire i possibili conflitti di interessi di alcuni autori del Position Paper Amianto, si riportano osservazioni scientifiche puntuali e da noi condivise di critica di alcuni aspetti del documento.24 apr 2019 – documento su PPA SIML Nel testo della SIML infatti la sottovalutazione del conflitto di interessi si accompagna alla sottovalutazione dei determinanti di rischio dell’insorgenza del mesotelioma, da un lato con l’equiparazione ai fini della valutazione del pericolo di coorti di popolazione con livelli di esposizione in realtà non confrontabili (come nel caso dei lavoratori addetti alle bonifiche) fin quasi ad accostare il rischio dell’esposizione ambientale a quello in ambito lavorativo, dall’altro lato attraverso la confutazione di consolidate osservazioni epidemiologiche sull’effetto di accelerazione e anticipazione della frequenza degli eventi patologici in seguito ad aumento dell’esposizione, un dato scientificamente acquisito nel caso del mesotelioma come per l’esposizione prolungata a qualunque altro agente nocivo e cancerogeno.

A questa sottovalutazione delle evidenze di rischio cumulativo abbondantemente disponibili e note per l’esposizione all’amianto, fa riscontro la richiesta di un surplus di evidenze cliniche, anche di tipo accessibile con tecnologie disponibili solo in centri di elevata specializzazione (come il ricorso alle analisi immuno-isto-chimiche) per la diagnosi di mesotelioma nei lavoratori e cittadini affetti e uccisi dalla malattia. L’affidabilità di questa diagnosi è un importante problema di merito dibattuto anche nelle aule di giustizia, ma l’affidamento ai soli esiti di indagini specificamente mirate sminuisce l’importanza sia del lavoro di anamnesi di tutta la storia clinica e professionale delle vittime, sia delle risultanze di esami anch’essi specialistici compiuti presso le strutture del SSN, aprendo la pericolosa strada di una malaccorta modernità che tende a dimenticarsi dell’essenziale per soffermarsi sul secondario, per non dire sull’inutile, pur di confutare le proprie colpe.

Mentre assistiamo a un comportamento contraddittorio di parte della magistratura e dell’informazione, che oltre a gettare ombre su agenti di rischio ampiamente riconosciuti dalla comunità scientifica (non solo l’amianto, anche le polveri sottili, i pesticidi, le onde elettromagnetiche a elevata frequenza e intensità), confuta il dovere di rifarsi al principio di precauzione prima di introdurre agenti fisici la cui innocuità non è garantita, svilendo oltretutto il ruolo scientifico apicale di istituzioni internazionali come la IARC di Lione dell’OMS e l’importanza delle Consensus Conference e delle conclusioni scientifiche in esse rappresentate a garanzia di tutti.

Vediamo invece affermarsi una tendenza interpretativa per cui la posizione maggiormente espressa e condivisa dalla comunità scientifica, poiché definita su base statistica e non su principi di causa-effetto inequivocabilmente determinabili, implicherebbe l’impossibilità da parte dell’Autorità Giudiziaria di arrivare a una sentenza di condanna per chi ha continuato a esporre lavoratori e cittadini alle polveri di amianto causando loro gravi danni di salute fino alla morte.

In questo solco ci pare si cali il Position Paper Amianto elaborato da una società scientifica espressione di un ente privato, a cui si contrappongono le valutazioni espresse dal Ministero della Salute e della libera comunità scientifica. Ci uniamo quindi allo sconcerto provato dagli autori della lettera di replica al documento SIML per la decisione comunicata dal direttore editoriale di non pubblicare le loro osservazioni su “La Medicina del Lavoro” andando contro i principi della dialettica e del confronto su posizioni diverse che da sempre connotano e corroborano gli avanzamenti delle imprese umane scientifiche e sociali.

Fulvio Aurora – Responsabile vertenze giudiziarie, Medicina Democratica
Enzo Ferrara – Responsabile di redazione, Medicina Democratica e Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica

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