Sentenza d’appello Eternit: Schmidheiny condannato a 18 anni

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DISPOSITIVO SENTENZA D’APPELLO ETERNIT (CLICK QUI)

Breve rassegna stampa:

Dal sito www.liblab.it

Ancora una volta la forte partecipazione e presenza dei lavoratori, dei cittadini e delle associazioni solidali che si battono da oltre trent’anni contro l’amianto ha contribuito ad una nuova vittoria: la conferma della condanna di Schmidheiny.

La corte d’appello di Torino ha condannato l’imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny a 18 anni per disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche che in primo grado era stato condannato a 16 anni. I giudici hanno esteso la responsabilità dell’imputato anche agli stabilimenti di Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia).

Il coordinamento delle associazioni considera questo giudizio fortemente positivo in quanto non solo conferma la condanna ma sono stati mantenuti la maggior parte dei risarcimenti e hanno goduto del risarcimento anche diversi abitanti dei comuni interessati all’esposizione all’amianto, pur senza aver contratto malattie da esso derivate, e le associazioni delle vittime già riconosciute come parte civile nel processo: AFEVA, AIEA e MEDICINA DEMOCRATICA. Questa sentenza rafforza la determinazione delle associazioni nazionali e internazionali presenti all’ascolto della sentenza che per l’occasione si sono riunite e hanno ribadito le seguenti decisioni:

A sostegno del finanziamento del Piano Nazionale Amianto e della proposta di legge n. 8 del 15 marzo 2013 del Sen. Casson le associazioni presenti oggi hanno deciso di organizzare entro settembre una manifestazione nazionale davanti al Parlamento prima che venga approvata la legge finanziaria.A tale scopo si è deciso di contattare tutte le associazioni e i capigruppo parlamentari chiedendogli di sostenere la proposta di legge del Sen. Casson e tutte le iniziative il cui obiettivo è quello di tutelare la salute dei cittadini.
Le associazioni presenti hanno deciso di lanciare una petizione a livello europeo per l’eliminazione definitiva dell’amianto da tutti i paesi e per perseguire i responsabili della catastrofe internazionale prodotta a puro scopo di profitto, cercando di stabilire un legame tra i vari paesi e fare azione comune,sostenendo tutte le cause giudiziarie in corso e promuovendo ulteriori azioni e ricorsi in materia.
Le associazioni chiedono con forza che a livello europeo venga acquisita la migliore legislazione in atto sull’amianto. Si rileva che la legislazione francese relativamente al Fondo Vittime dell’amianto ha stanziato una somma di circa dieci volte superiore a quella stanziata dal governo italiano. Inoltre il Fondo francese prevede il risarcimento a tutti i cittadini che sono stati esposti all’amianto, non solo in ambito professionale ma anche ambientale.
Nei vari paesi europei gli Istituti assicurativi hanno il compito di accertare le malattie professionali e di indenizzarle, vedi Inail in Italia. E’ evidente che si manifesta un palese conflitto d’interesse laddove l’ente che dovrebbe accertare la malattia professionale ha tutto l’interesse a non riconoscerla. Si rivendica dunque la necessità di individuare un ente terzo (nello specifico il servizio di prevenzione della A-USL) che accerti la malattia professionale, evitando le speculazione sulla vita dei lavoratori e dei cittadini vittime dell’amianto.
Si rivendica infine l’abolizione della prescrizione del reato, presente nella legiglazione italiana ed europea , che riguarda gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, convinti che non ci possa essere un termine per il diritto alla salute e il risarcimento del danno di qualunque cittadino esposto sia in ambito lavorativo che ambientale all’amianto e altri agenti inquinanti.
Le associazioni presenti che fanno parte del Coordinamento Nazionale Amianto:

AIEA Onlus

Medicina democratica, Movimento di Lotta per la Salute

Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio

AVANI

COPAL

CAOVA Comitè d’aide et d’orientation des victimes de l’amiante (Suisse)

Ban Asbestos France

ABEVA Bruxelles

Centro Studi Sereno Regis di Torino

Dal sito www.agi.it

(AGI) – Torino, 3 giu. – E’ stato condannato a 18 anni il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, nel processo di appello Eternit sulle vittime dell’amianto. I giudici hanno esteso la responsabilita’ dell’imputato anche per gli stabilimenti di Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). La Corte ha deciso di non doversi procedere per morte del reo nei confronti del barone belga Louis De Cartier, deceduto all’eta’ di 92 anni il 21 maggio scorso. “Questa sentenza e’ un inno alla vita” ha detto il pm torinese Raffaele Guariniello, “un sogno che si avvera”.
Schmidheiny e’ stato condannato per disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche dalla Corte di Appello di Torino. In primo grado, il 13 febbraio 2012, il magnate svizzero era stato condannato, come il barone belga Louis de Cartier, deceduto il 21 maggio scorso, a 16 anni. Per entrambi l’accusa era di disastro ambientale doloso permanente e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche.
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE VITTIME, CONTENTA PER PENA AUMENTATA
“Non vedo l’ora che sia finita, sono stanca per tutti gli anni che abbiamo lottato ma contenta che la pena sia stata aumentata”.E’ il primo commento ‘a caldo’ dopo la lettura della sentenza d’appello di Romana Blasotti, presidente dell’Associazione famigliari e vittime dell’amianto, donna simbolo nella lotta all’amianto. L’anziana – ha ottantaquattro anni – che ha visto morire di tumore cinque parenti e durante la lettura della sentenza ha avuto un malore: “Pensavo fosse stato assolto”.
PER REGIONE PIEMONTE PROVVISIONALI PER 20 MLN EURO
La Corte d’appello di Torino ha disposto provvisionali per 20 milioni di euro per la regione Piemonte. Per il Comune di Casale Monferrato sono state decise provvisionali per 30,9 milioni di euro. Nessun risarcimento e’ stato riconosciuto all’Inail. Ai sindacati, che si erano costituiti parte civile, e’ stata riconosciuta una provvisionale di 100mila euro ciascuno mentre alle associazioni Legambiente, Wwf e Medicina Democratica di 70mila euro. Nemmeno l’Inps e’ stata riconosciuta tra le parti civili risarcite.
SEL, SENTENZA STORICA ORA GOVERNO COORDINI RISARCIMENTI
“La sentenza di oggi e’ unostorico passo in avanti verso la verita’ ma e’ ancor piu’ una vittoria su un modello culturale che mette il lavoro in contrapposizione con la tutela della salute” afferma il deputato piemontese di Sinistra Ecologia Liberta’ Fabio Lavagno. “La lunga lotta, iniziata a Casale Monferrato oltre quaranta anni fa, – prosegue – trova oggi conferma e ci impegna a proseguire sulla strada di una completa bonifica e della necessita’ della ricerca medica. La sentenza ha qualcosa di storico e decisivo. Ora occorre fare piena luce rispetto alla certezza dei risarcimenti alle parti civili. In questo senso – conclude Lavagno – potrebbe essere fondamentale il ruolo del Governo, che sino ad ora non si e’ costituito nelle vari fasi processuali, nello svolgere attivita’ di coordinamento per il recupero di queste ingenti somme che sono fondamentali alla bonifica, alla ricerca medica e alla doverosa ricerca di giustizia dei famigliari”.

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