SENZA (E CONTRO) I DIRITTI UMANI FONDAMENTALI NON CI SONO LEGGI CHE TENGANO.

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Comunicato di Medicina Democratica Onlus e Associazione Italiana Esposti Amianto sulla condanna di Mimmo Lucano

Mimmo Lucano, con le iniziative che ha preso durante l’amministrazione del Comune di Riace non ha fatto altro che affermare l’esistenza della solidarietà umana come necessità e come dovere, non contro le leggi, ma per la loro piena attuazione.

SENZA (E CONTRO) I DIRITTI UMANI FONDAMENTALI NON CI SONO LEGGI CHE TENGANO.

Il clima razzista che da diversi anni ha invaso l’Italia ( e non solo) ha portato ad una pesante involuzione culturale: si possono distinguere i vari livelli ed estensioni  ma tutta la società ne è stata oggetto e soggetto. Ad opporsi a questo clima imperante, come ha fatto Mimmo Lucano con l’accoglienza ai  migranti, dando loro non solo vitto e alloggio, ma anche lavoro e ragione di vivere, si rischia di pagarne le conseguenze. La sua condanna non costituisce il primo segno, ma è uno dei più pesanti; fortunatamente, di contro ci sono state altrettanto pesanti reazioni di sdegno da parte di molti. Dobbiamo confidare che il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura se ne sia reso conto, soprattutto pensando alle opinioni che i cittadini si possono ulteriormente fare dell’attuale amministrazione della giustizia.

Per diversi omicidi e gravi reati, anche di mafia, i responsabili non sono stati condannati a pene così severe quanto Mimmo Lucano la cui condotta era nella direzione opposta, un’azione di aiuto concreto a molte persone, donne e uomini, in gravi difficoltà, abbandonati dalle istituzioni se non perseguitati.

Come associazione costituita  parte civile in tanti processi  per i diritti dei lavoratori, delle persone e dell’ambiente siamo stati testimoni di condanne e di un avanzamento della giurisprudenza come pure, anche per situazioni simili se non identiche, abbiamo assistito ad assoluzioni “perché il fatto non sussiste” o a prescrizioni che hanno sancito vere e proprie ingiustizie, in particolare per chi si è ammalato ed è deceduto per l’esposizione ad amianto e ad altre sostanze tossiche.

DOVE STA ANDANDO LA GIUSTIZIA ?

Pensiamo anche ai morti per infortuni sul lavoro che in questi ultimi giorni, dato il loro impressionante numero, sono stati degnati di attenzione dai mezzi di informazione, che succederà ai responsabili e che si farà per fare cessare questa “epidemia” ?  Si parla di inasprimento delle pene ma prima occorre preoccuparsi della certezza delle pene già esistenti dopo aver registrato il fallimento della prevenzione : ieri è deceduto un lavoratore caduto all’interno di un capannone durante un intervento su una copertura in cemento-amianto senza alcuna protezione per rendere sicuro l’accesso e il muoversi su materialmente notoriamente non in grado di reggere il peso di una persona. Quale condanna per chi ha permesso questo omicidio sul lavoro ?

Attendiamo risposte

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