
La Costituzione è il riferimento generale, legislativo e politico per un paese, per il nostro ha un valore aggiunto in più, considerata la storia, la Resistenza dalla quale è nata.
Non si può dire che la gran parte dei cittadini la vivano per quella che è, la studino o quantomeno la conoscano.
Per molti cittadini la corruzione non è un problema, non parliamo dell’evasione fiscale: a volte evadere e farla franca è considerato un titolo di merito.
Noi siamo qui perché non ne possiamo più di questo stato di cose, perché vogliamo cambiare.
Ma non vogliamo cambiare questa Costituzione, almeno in questo momento e in questo periodo. Le cd Riforme che sono state fatte in questi ultimi anni: dal lavoro, all’economia, alla scuola, al welfare, hanno peggiorato la situazione.
Dobbiamo applicare la Costituzione piuttosto che cambiarla.
Abbiamo visto e vediamo che chi ci governa in questi ultimi anni ha seguito un imperativo categorico: salvaguardare se stesso e il suo gruppo, in primis, all’interno della difesa e affermazione del sistema, anche se questo è in crisi, anche se è marcio.
Ci rendiamo conto che la cd opposizione non è tale, anzi nemmeno è molto diversa da chi ha il potere.
Seguire la linea di inserirsi , di convincere qualcuno a cambiare qualcosa non paga. I canoni politici che conosciamo sono stantii, si sono rilevati inefficaci.
C’è una società che soffre, che vive con difficoltà, c’è anche chi solamente sopravvive, chi sta male e continua a stare peggio (aumento dei livelli di povertà – allargamento della forbice fra poveri e ricchi).
I cambiamenti devono essere radicali, le mezze misure non vanno bene. Bisogna però decidere quali sono i cambiamenti che vogliamo, con chi realizzarli e come operare per raggiungerli.
E veniamo a questa assemblea dove sono stati chiamati i Movimenti che sono su questa lunghezza d’onda. Di movimenti, di associazioni (di persone) ce ne sono moltissimi. Sono molto vari, molto frastagliati. Difficilmente, o solo in determinati momenti, si pongono gli obiettivi di andare oltre le proprie immediate ed importanti rivendicazioni. Quelle relative alla loro storia, ai loro contenuti, ai loro territori.
Si sta diffondendo la coscienza che questo deve essere sempre perseguito, ma non è più sufficiente, che occorre fare anche altro.
Altro non è: mettiamoci tutti insiemi e presentiamoci alle elezioni. Non è fare un nuovo partito, almeno nel breve e forse medio periodo.
Abbiamo detto CHI,
vediamo ora CHE COSA.
Potremmo considerare tre grandi temi:
IL LAVORO E L’ECONOMIA
LA SALUTE E IL BENESSERE AMBIENTALE E SOCIALE
LA SCUOLA E LA CULTURA
Su questi temi si chiede che si coordinino coloro che su ciò operano, che hanno una esperienza di lotta, che si sono formati una conoscenza e una coscienza in merito.
Occorre precisare che coordinarsi non significa unificarsi.
Una piattaforma comune dovrebbe essere il risultato di questo coordinamento.
La piattaforma esprime la necessità di impedire le maggiori distorsioni che vengono perseguite da chi ci governa e da chi ha il potere: ad esempio le grandi opere, la delegificazione del lavoro e dello stato sociale, la privatizzazione di sanità e scuola… le produzioni di morte, come quelle delle armi, e come quelle che degenerano l’ambiente e le persone.
Da tutto ciò, dal lavoro dei 3 coordinamenti possono derivare gli ELEMENTI FONDANTI UNA NUOVA SOCIETA’ E SOCIALITA’: quale lavoro, quali produzioni, quali bonifiche e sistemazioni territoriali, quale organizzazione sanitaria e sociale, quale scuola, università, ricerca, quale cultura, non ultimo, quale giustizia.
Roma, Centro Frentani 8 settembre 2013
Fulvio Aurora
Medicina Democratica – movimento di lotta per la salute
Articolo ottimo quello di Fulvio e del tutto condivisibile. Condivido le 3 tematiche individuate che devono essere oggetto di discussione per la costruzione di un programma condiviso;è importante trovare anche un metodo condiviso per superare le divisioni anche all’interno dei movimenti, delle associazioni e delle organizzazioni sindacali che hanno già fatto scelte radicali (FIOM e sindacati di base per esempio si ignorano).
Ritengo che vada valorizzato ciò che unisce senza diplomatizzare le divergenze. Ritengo che sia possibile unire i “moderati” dell’area radicale con i più radicali della stessa area.
Per quanto riguarda le elezioni è possibile che l’area di cui sto parlando (che vedrà due momenti a Roma:il 12 ottobre “Landini, Rodotà etc e il 18-19 lo sciopero dei Sindacati di Base con Manifestazione a Roma) possa giungere a una sintesi, ma non deve essere un percorso frettoloso e obbligatorio. Si può anche saltare un giro astenendosi o votando quando possibile il meglio tra le persone che nell’attuale parlamento si sono distinte per posizioni radicali o più vicine alle nostre sulle tematiche di cui Fulvio ha scritto.