
Si è svolta in data odierna l’ennesima udienza del processo contro Marlane al Tribunale di Paola, il processo e’ iniziato dopo 3 richieste di archiviazioni da 7 anni.
Si doveva verificare se allo stato è configurabile l’ipotesi di disastro ambientale, il giudice allo scopo ha annunciato che verranno nominati alcuni periti per verificare tale ipotesi.
Sembra inoltre che vi siano in corso trattative su richieste delle parti private e degli imputati delle 240 parti costituite ed ammesse che porterebbero ad un risarcimento assolutamente esiguo consistenti – sembra – in 20/30.000 comprese le spese legali per ogni parte civile.
Ci troviamo ancora una volta come è già accaduto a Napoli, a Taranto ed in moltissime altre situazioni: si muore di cancro ma la colpa non e’ mai di nessuno.
Al sud tutto è più difficile anche ottenere giustizia
In effetti gli imputati hanno già presentato una lunghissima lista di consulenti tecnici che potrebbero allungare ancora per molto i tempi del processo.
Una giustizia che non arriva mai per oltre un centinaio di lavoratori morti.
La salute e la vita degli operai non può essere considerata un effetto del progresso
La giustizia deve costringere possessori di industrie o di potere economico e gli enti pubblici ad intervenire per prevenire gli infortuni le malattie professionali e disastri ambientali
Slai Cobas e Medicina Democratica uniche associazioni costantemente presenti, assistite dagli avvocati Natalia Branda e Giuseppe Senatore alle varie fasi del processo, quali associazioni che difendono il diritto alla salute costituzionalmente garantito, esprimono la loro ferma opposizione a qualsiasi forma di accordo ribadendo la necessita che si arrivi a stabilire responsabilità e colpevoli.
I soldi non cancellano sofferenze e morti!
Paola, 27 settembre 2013
Slai Cobas Nazionale – Mara Malavenda
Fulvio Aurora, M.D. Nazionale
Cell. 339.2516050