
COMUNICATO SUI PROCESSI IN CORSO (MD E AIEA)
Essere presenti in alcuni (diversi) processi penali che riguardano la salute e la sicurezza sul lavoro
ha il significato di chiedere giustizia per le vittime, ma anche di utilizzare il loro contesto (rinvio
a giudizio, dibattimento, requisitoria, arringhe, sentenza) per mostrare l’estrema necessità della
prevenzione. Dentro e fuori i luoghi di lavoro. E’ importante modificare alcuni meccanismi che
li rendono difficili, molto lunghi nel tempo e farraginosi, a volte con conclusioni parziali o nulle
(causa la sopravvenuta prescrizione). L’iniziativa che si svolgerà giovedì 13 presso il Senato
ella Repubblica, indetta dal Coordinamento delle associazioni delle vittime e degli ex esposti
all’amianto, si prefigge questo obiettivo: por mano al conflitto di interesse, alla prescrizione, alle
inadempienze, soprattutto in termini di risarcimento, da parte degli imputati condannati.
Iniziamo dal secondo processo contro gli imputati della ex clinica Santa Rita di Milano
MD parte civile con l’avv. Margherita Pisapia), che non riguarda l’ambiente di lavoro, ma
ugualmente il diritto alla salute. E’ in corso la requisitoria del Pubblico Ministero (che terminerà
mercoledì), quindi dopo le arringhe delle parti civili e quelle delle difese si arriverà a sentenza
abbastanza velocemente. Il PM, Tiziana Siciliano, all’inizio della sua requisitoria si è chiesta
perché è successo quanto ormai a tutti noto: perché tanta sofferenza è stata provocata in decine
(oltre un centinaio di persone) che si erano recate in ospedale per ridurre o eliminare le loro
sofferenze. Alcune sono pure decedute, secondo l’accusa a causa delle operazioni chirurgiche
indebitamente eseguite. Il PM ha ripercorso la storia della clinica e ha fatto notare che il padrone
(o il titolare) della clinica, il notaio Pipitone era un uomo molto ricco che ha pensato ad un certo
punto di investire in sanità. Si può investire nella produzione di scarpe – ha aggiunto – ma si può
anche investire in sanità. In un caso e nell’altro lo scopo è quello del profitto, per cui il nostro
notaio ha agito per rendere pratico il suo obiettivo, incontrando persone – in questo caso medici –
consenzienti ed impegnati per quell’obiettivo. Ecco il perché.
Non molto diverso dai processi per amianto….
La requisitoria prosegue con l’intervento dell’altro PM che si è presa 10 ore per raccontare caso
per caso come sono avvenuti i fatti. La conclusione della colpevolezza degli imputati è evidente. Il
“quantum” sarà alla fine esplicitato.
Un altro processo avviato a conclusione è quello contro ILVA che si svolge a Taranto e riguarda
l’amianto. E’ solo un assaggio di quello che si sta preparando, di cui sono state recentemente chiuse
le indagini, e di cui si attende il rinvio a giudizio. Sarà un processo di una dimensione molto grande,
addirittura superiore a quello contro ETERNIT a Torino (di cui si attende il giudizio di cassazione).
L’avv. Stefano Palmisano, parte civile per AIEA ha già svolto la sua arringa smontando pezzo per
pezzo la cd teoria della “trigger dose” , citando in particolare la Cassazione Fincantieri (dove Md
era altrettanto parte civile con un ruolo assolutamente importante per non dire preminente). Una
teoria che risulta essere l’unico riferimento delle difese, ormai diventata un’evidente invenzione del
tutto priva di significato probante. In quel processo sono a giudizio 28 imputati, fra cui i Riva, per
15 vittime dell’amianto (e dei Riva).
In attesa della sentenza, MD e AIEA dovranno decidere se si avrà possibilità di costituirsi parte
civile nel successivo più grande processo contro ILVA (e non solo).
Mentre a Venezia davanti alla Corte d’Appello avrebbe dovuto esserci l’udienza definitiva con
sentenza del processo contro gli imputati della Marina Militare (MD e AIEA parte civile con l’avv.
Patrizia Sadocco), assolti in primo grado davanti al giudice di Padova. Non tutti gli avvocati della
difesa sono stati ascoltati per impedimento di uno di questi, quindi, alla fine, l’udienza conclusiva
è stata spostata al 14 luglio. Nel frattempo, ovvero il 25 marzo, davanti al GUP di Padova si aprirà
il procedimento “Marina 2” con 14 imputati e oltre un centinaio di vittime. Avv. Per AIEA e MD
Laura Mara. Impegnato a seguire il processo per le medesime associazioni sarà Paolo Nardin.
Sempre a Padova vi è stata l’assoluzione dell’imputato Milani, datore di lavoro dei due operai
rumeni morti bruciati nella Fonderia Anselmi, ad opera del medesimo giudice che ha mandato
assolti gli imputati della Marina Militare. Tutta la responsabilità è stata attribuita alla Fonderia. Una
sentenza quasi priva di motivazioni che facilmente potrà essere ribaltata in Appello.
MD e AIEA si presenteranno nei prossimi giorni anche in due nuovi procedimenti sempre per
morti da amianto: contro ANSALDO-FRANCO TOSI di Legnano e contro ALFA ROMEO di
Arese davanti al Tribunale di Milano, dove continuano gli altri processi Pirelli 1, Pirelli 2 e Enel di
Turbigo.
Fulvio Aurora
Milano, 11.03.2014